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Il “sì” al matrimonio per le coppie dello stesso sesso perde slancio

Due persone con bandiera arcobaleno sulle spalle
Nel mese di settembre, gli ambienti LGBTIQ hanno manifestato a favore del matrimonio per le coppie dello stesso sesso durante diversi cortei Pride. Keystone/Michael Buholzer

Nel corso della campagna, il campo a favore del matrimonio per tutte e tutti ha perso terreno. A due settimane dalla votazione, il progetto ha comunque il sostegno del 63% del popolo svizzero, stando al secondo sondaggio SSR. L'iniziativa che chiede di tassare maggiormente i grandi redditi da capitale si avvia invece verso un netto rifiuto.

La Svizzera si appresta a seguire la tendenza europea concedendo alle coppie dello stesso sesso il diritto di sposarsi. A meno di due settimane dalle votazioni del 26 settembre, il “sì” ha però perso terreno. È quanto emerge dal secondo sondaggio della Società svizzera di radiotelevisione (SSR), realizzato a inizio settembre dall’istituto gfs.bern.

Quasi il 63% delle persone interpellate ha intenzione di approvare una modifica del Codice civileCollegamento esterno che legalizza il matrimonio tra due uomini o due donne. Il 35% si dice contrario e solo il 2% è ancora indeciso. In un mese, il sostegno al testo è diminuito di sei punti percentuali.

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Sorprendentemente, il consenso al matrimonio per tutte e tutti è calato in modo netto tra gli svizzeri e le svizzere residenti all’estero. Ora il 60% di dice favorevole, quando in agosto questa percentuale era del 72%. “Non bisogna sovrastimare questo scarto”, dice però la politologa di gfs.bern Martina Mousson, che sottolinea come il “sì” sia diminuito in modo paragonabile in quasi tutti i gruppi della popolazione analizzati.    

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Chi si oppone al progetto ha guadagnato consensi indirizzando la campagna sul tema dell’accesso alla procreazione medicalmente assistita (PMA) per le coppie di donne. Durante i dibattiti, il campo del “no” ha argomentato che i bambini e le bambine hanno bisogno di modelli dei due sessi oppure che l’unione tra un uomo e una donna debba essere tutelata in quanto l’unica capace di dare la vita. Argomenti che hanno convinto circa quattro persone su dieci.

Coloro che simpatizzano per l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), i membri delle Chiese cristiane libere e delle comunità religiose non cristiane, così come chi non ha fiducia nel governo, hanno dichiarato voler scrivere “no” sulla scheda di voto.

Per realizzare la seconda indagine demoscopica in vista delle votazioni federali del 26 settembre 2021, l’Istituto gfs.bern ha interpellato tra il primo e il 9 settembre, 13’261 persone con diritto di voto, selezionate in modo rappresentativo e ripartite in tutte le regioni linguistiche della Svizzera. Il margine d’errore statistico è di +/- 2,8 punti percentuali.  

Al di là di questi quattro gruppi della società, il matrimonio per tutte e tutti gode di ampio consenso e gli argomenti di chi è a favore sembrano continuare a colpire nel segno. Il 70% delle persone interpellate ritiene che si tratti di un passo necessario da molto tempo verso l’uguaglianza per le persone omosessuali.

Il matrimonio per tutte e tutti è una questione generazionale influenzata dalle credenze religiose o dalle opinioni politiche, conferma il sondaggio. In effetti, malgrado il sostegno al progetto, gli uomini, le persone con più di 40 anni, coloro con un basso livello di istruzione o con un reddito medio si mostrano più critici.

La votazione su un tema sociale così importante polarizza molto l’opinione pubblica, ma l’Istituto gfs.bern ritiene che “un rifiuto il 26 settembre sarebbe una grande sorpresa”.

Verso un chiaro “no” all’iniziativa 99%

L’iniziativa popolare “Sgravare i salari, tassare equamente il capitale”, conosciuta anche con il nome di “iniziativa 99%” non ha praticamente alcuna possibilità di successo, stando al secondo sondaggio della SSR.

Il 57% delle persone interpellate intende votare contro il testo dei Giovani Socialisti (GISO) che propone di tassare di più i grandi redditi da capitale per lottare contro le ineguaglianze. Il campo del “no” ha guadagnato 12 punti percentuali rispetto al primo sondaggio svolto in agosto. L’iniziativa raccoglie ormai solo il 37% di voci a favore, mentre il 6% non ha ancora deciso come votare.

Il testo non seduce neanche la diaspora elvetica che respingerebbe la proposta quasi altrettanto nettamente (53% contro).   

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A sostenere il testo sono praticamente solo coloro che simpatizzano per i partiti di sinistra e le persone con un basso reddito. Tutti gli altri gruppi della popolazione sono contrari. Anche la classe media si è ormai schierata a favore del “no”.

Gli argomenti contro il testo hanno tutti guadagnato terreno. Più della metà delle persone che hanno risposto al sondaggio teme che l’iniziativa possa avere conseguenze nefaste sui redditi medi e sulle piccole e medie imprese (PMI). 

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SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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