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Il «prete ribelle» sospeso definitivamente

La comunità parrocchiale di Röschenz continua a difendere il parroco Sabo swissinfo.ch

Franz Sabo, parroco cattolico nel canton Basilea Campagna, perde definitivamente la sua missione canonica.

Il vescovo di Basilea Kurt Koch ha revocato i sei mesi di riflessione che aveva concesso a Sabo e lo minaccia di serie conseguenze.

Nuovo episodio nella vicenda che vede Franz Sabo – parroco salito agli onori della cronaca per le sue posizioni critiche sulla gerarchia ecclesiastica e sul celibato dei preti – e la sua comunità a Röschenz (Basilea Campagna) opposti al vescovo di Basilea Kurt Koch.

In una lettera il vescovo Koch dichiara di aver revocato i sei mesi di riflessione e minaccia conseguenze. Il vescovo aveva confermato la sospensione a Sabo della «missio canonica», vale a dire dell’incarico ecclesiastico, con effetto dal 1° ottobre.

Koch aveva però concesso al prete sei mesi di tempo per riflettere, dopo i quali, se Sabo avesse ottemperato a determinate condizioni, il vescovo avrebbe potuto riesaminare la sua decisione.

Il termine è stato ora anticipato. Motivo: la messa che Sabo ha celebrato una settimana fa a Röschenz malgrado la sospensione, ha detto all’agenzia ats Bernhard Cueni, membro del consiglio parrocchiale.

Gravi conseguenze

Il vescovo Koch parla nella sua lettera di «gravi conseguenze canoniche» se Sabo dovesse continuare a non rispettare il divieto di occuparsi della cura d’anime. L’entità delle sanzioni non è nota, ma Bernhard Cueni ritiene che possano arrivare fino alla scomunica.

Dopo la revoca della «missio canonica» responsabile per Sabo diventa l’arcivescovado di Bamberg, in Baviera, dove il prete è stato consacrato. I responsabili dell’arcivescovado, contattati dal quotidiano Basler Zeitung, non hanno tuttavia voluto commentare la vicenda.

Già nel marzo del 2005 il vescovo di Basilea aveva annunciato di voler revocare l’incarico a Sabo dalla fine di settembre. La comunità di Röschenz si era però opposta alla decisione dell’episcopato.

In aprile un’assemblea aveva deciso all’unanimità di confermare la fiducia a Sabo. La volontà del vescovo Koch di nominare un altro parroco al posto del parroco di origine bavarese era stata tassata dai responsabili della comunità parrocchiale basilese come «oltraggio all’autonomia comunale».

Secondo Bernhad Cueni, l’attuale lettera del vescovo Koch non inciderà sulla decisione di Röschenz di non allontanare il proprio parroco. Il conflitto tra parrocchia ed episcopato non è perciò destinato a finire tanto presto.

swissinfo e agenzie

Il caso del parroco di Röschenz (che si protrae dal 2003) rappresenta una vicenda senza precedenti nella storia della Chiesa cattolica svizzera.

Dal punto di vista giuridico, la situazione è confusa siccome la legge contempla l’ingaggio ma non il licenziamento di un parroco.

Con la sospensione, il parroco perde il diritto di praticare la “Missio canonica”, ovvero il permesso di esercitare per un fine spirituale.

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