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I Walser cittadini d’Europa

Bosco Gurin, in Ticino, tipico villaggio walser picswiss.ch

In Svizzera, quando si parla di difendere le lingue minoritarie può succedere che ci si debba occupare anche della tutela dei dialetti germanofoni.

Salvare, mantenere e rinnovare la lingua dei Walser, che da secoli vivono nelle Alpi, è stato il tema dell’ultimo simposio internazionale svoltosi a Briga.

Non è un caso che sia stata scelta Briga come luogo d’incontro per discutere e capire come meglio tutelare i dialetti dei Walser.

La città, è il capoluogo dell’alto Vallese, la regione dalla quale nel medioevo i Walser sono emigrati spandendosi lungo tutto l’arco alpino, dall’alta Savoia al Tirolo. E a Briga si trova anche il centro internazionale Walser.

Migrazioni ad alta quota

Discendenti da tribù nomadi alemanne che dalla Svevia si spostavano verso sud, intorno all’anno 1000 i Walser raggiunsero la valle superiore del Goms, nel Vallese. Fu in questo periodo che presero il nome di Walser, dal tedesco Walliser, cioè Vallesano.

Da questo stanziamento a 1400 metri d’altezza, che è la prima testimonianza di insediamento agricolo permanente ad alta quota, nel 1200 i Walser si spostarono a piccoli gruppi iniziando la loro opera di colonizzazione di territori in altitudine non ancora sfruttati.

Fondarono piccoli insediamenti strappando pascoli ai ghiacciai, dissodando la terra, selezionando le sementi più adatte all’ambiente alpino, costruendo casolari invernali e baite estive, aprendo sentieri, costruendo ponti.

Dal 1200 al 1400 i Walser fondarono circa 100 colonie nei territori alpini che oggi appartengono politicamente a Svizzera, Francia, Italia, Austria e Liechtenstein. La loro migrazione, durata secoli, ha lasciato numerose tracce nella cultura e nelle tradizioni popolari lungo tutto l’arco alpino.

Il titsch, un dialetto antico

Pur vivendo in paesi diversi, per secoli i Walser sono rimasti accomunati da una stessa lingua, il “titsch”, che è stata sempre l’espressione e il simbolo più importante della loro cultura.

Questo dialetto, che deriva dal tedesco antico e appartiene alla famiglia linguistica detta alemanno meridionale, con il tempo ha subito l’influsso delle lingue parlate dai popoli confinanti, si è diversificato e ha acquistato inflessioni differenti.

Ai nostri giorni il numero delle persone che parlano i dialetti Walser si è drasticamente ridotto, soprattutto al sud delle alpi. Ma anche in Svizzera si assiste ad un costante invecchiamento della popolazione ancora in grado di parlarli.

In difesa di un’identità linguistica

Per preservarne l’esistenza, in molte località Walser sono stati avviati progetti che consentono ai giovani di non perdere il rapporto con la loro lingua madre. “La promozione del dialetto – ci spiega Flaminia Montanari, responsabile del progetto Alpi Walser per la Valle d’Aosta – è la promozione del senso d’identità, è la promozione del sentirsi a casa, del mantenere un rapporto corretto col proprio ambiente.”

Nel canton Grigioni, ad esempio il comune di Obersaxen, isola germanofona in una regione di lingua romancia, ha collaborato con l’Università di Berna per realizzare manuali scolastici in “Obersaxentitsch”.

“Fintanto che esiste un paese deciso a difendere le proprie tradizioni e la propria lingua – spiega Anne von Gunten, ricercatrice dell’Università di Berna –, vale la pena farlo. Oltre alla produzione del materiale didattico il progetto prevede di utilizzare il dialetto Walser durante le lezioni, ma questo dipende ora dai docenti.”

Il progetto Interreg III B Alpi Walser

Attualmente esiste un progetto, approvato e in parte finanziato dall’Unione Europea, che coinvolge praticamente tutte le regioni dove trovano sede le comunità Walser.

Obiettivo del progetto è far emergere, attraverso attività condivise dai diversi partner, gli aspetti di modernità e tradizione degli insediamenti Walser. L’idea nasce dalla volontà di salvaguardare e valorizzare un patrimonio linguistico, culturale, architettonico e di usanze, tramandate da più di 700 anni.

Oltre al rafforzamento dell’identità locale attraverso il mantenimento del dialetto, della toponimia e delle usanze sociali, tra le attività del progetto vi è quella di creare una banca dati comune del patrimonio culturale Walser, una sorta di “grande museo Walser” virtuale.

I sentieri Walser

Per conservare e far conoscere la cultura dei Walser sono stati avviati anche progetti di rivalutazione del paesaggio e del territorio. Ne sono un esempio la messa a punto di percorsi e sentieri attraverso i pittoreschi villaggi Walser.

Il più noto è il “grande sentiero dei Walser” che offre all’escursionista uno dei più suggestivi percorsi attraverso le Alpi. Suddiviso in 34 tappe da percorrere a piedi, di cui 11 toccano le valli alpine piemontesi, questa via unisce Zermatt, nel Vallese, a Mittelberg, in Austria.

Lungo questo itinerario è possibile visitare, quasi in ogni valle, i piccoli musei sulla civiltà Walser: dalla “casa Walser” a Pedemonte di Alagna, ai musei etnografici della Val Vogna, di Rima, di Rimella, di Macugnaga, alla “Casa-forte” di Formazza, alla “Walserhaus” di Bosco Gurin, in Ticino, un piccolo villaggio interamente costruito in legno che rappresenta esso stesso un museo vivente.

swissinfo, Paola Beltrame

Al progetto Alpi Walser prendono parte 5 stati (Italia, Francia, Svizzera, Principato del Liechtenstein e Austria) e dieci regioni delle Alpi (Alta Savoia, Vallese, Valle d’Aosta, Piemonte, Oberland Bernese, Ticino, Grigioni, Liechtenstein, Vorarlberg e Tirolo).

Il progetto terminerà con una Conferenza del futuro, in programma per l’estate del 2007 nella Valle del Lys, alla quale parteciperanno delegazioni di tutte le popolazioni Walser. Per Alpi Walser sono stati stanziati complessivamente 1.161.973 €.

Nell’ambito del progetto Alpi Walser, l’Associazione Cantastorie di Domodossola, attraverso una ricerca ad ampio raggio, ha raccolto e comparato il patrimonio musicale orale in lingua Walser proveniente dalle colonie Italiane.

– Le popolazioni Walser, riunite in un’Associazione Internazionale con sede a Briga, si ritrovano ogni 3 anni, per il tradizionale “incontro dei Walser” con sfilata nei caratteristici e variopinti costumi femminili, tra i più belli dell’arco alpino.

Oltre alle numerose “feste del pane” e alle “giornate del folklore Walser” che si tengono in varie località, vanno ricordate:
– 1° fine-settimana di luglio a Macugnaga, Fiera di San Bernardo (artigianato Walser).
– prima domenica di agosto al Passo del Gries in Val Formazza, incontro delle genti Walser.
– prima domenica di ottobre processione al ghiacciaio del Rosa, al rosario fiorito di Alagna.

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