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I timori per l’evoluzione del clima nelle Alpi

Il ghiacciaio di Trift nel canton Berna si è ritirato di 216 metri tra il 2004 (s.) e il 2005 Keystone

Le regioni alpine in futuro potrebbero essere colpite da caldo torrido e siccità. Lo sostiene il secondo rapporto Onu sui mutamenti climatici: allarme rosso degli ambientalisti.

Anche in Svizzera, ammonisce il WWF, le conseguenze più devastanti del riscaldamento climatico si possono arginare solo con una riduzione drastica dei gas ad effetto serra.

Il secondo rapporto sui mutamenti climatici, redatto dagli esperti del Gruppo intergovernativo sull’evoluzione del clima (Ipcc, in italiano Giec) è stato approvato a Bruxelles.

“Alla fine abbiamo un documento che spero attirerà l’attenzione in tutto il mondo”, ha detto il presidente del Panel Rajendra Pachauri.

L’Ipcc è un network che fa capo alle Nazioni Unite, creato nel 1988, e che ha messo insieme migliaia di esperti per compilare un vasto studio sull’argomento diviso in quattro parti.

Le previsioni fino ad ora emerse sono preoccupanti: a causa dei cambiamenti climatici tra vent’anni milioni di persone rimarranno senz’acqua con devastanti conseguenze sui governi. L’Ipcc ha dunque lanciato un appello chiedendo ai governi di agire subito riducendo l’emissione di gas nocivi.

Non c’è tempo da perdere

Il rapporto mostra che le conseguenze dei mutamenti climatici si manifestano “qui e ora”, e che peggioreranno, se l’uomo non interverrà: “L’ignoranza non è un’opzione”, ha detto Martin Hiller, esperto di clima del WWF a Bruxelles, subito dopo la presentazione del rapporto.

Il riscaldamento del pianeta mette in pericolo la vita di cento milioni di persone che vivono sulle coste e potrebbe causare la fame in Cina e in India, a causa della perdita dei raccolti.

I paesi più poveri, che sono i meno responsabili della situazione, dovranno soffrire le conseguenze peggiori, ha chiarito il direttore del programma climatico del WWF, Hans Verolme.

Non fare nulla avrebbe conseguenze disastrose: i paesi industrializzati devono assumersi le proprie responsabilità e cominciare a trovare soluzioni al problema.

Preoccupazione in Svizzera

Per le Alpi, che potrebbero diventare tra le regioni più colpite dalla siccità, il rapporto prevede entro il 2050 altri 50 giorni senza nevicate, l’ulteriore scioglimento dei ghiacciai (dal 30% fino al 70%) con maggiori rischi di frane e inondazioni, la proliferazione delle piante sempreverdi a discapito della flora indigena e mutamenti della fauna ittica nei fiumi.

Interpellato da swissinfo, Andreas Fischlin, uno dei principali autori del rapporto, sottolinea che i politici dovrebbero prestarvi maggior attenzione. “Mette in evidenza le conseguenze dei cambiamenti climatici sulle persone, le comunità, l’industria, l’agricoltura, le foreste e gli ecosistemi, come i ghiacciai”.

Il primo rapporto, pubblicato in febbraio, aveva già risvegliato la preoccupazione dei politici svizzeri per lo scenario drammatico che disegnava. Il ministro dell’ambiente, Moritz Leuenberger, lo aveva definito “allarmante”.

A marzo la Gran Bretagna aveva annunciato l’intenzione di introdurre l’argomento clima nelle discussioni al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. I mutamenti climatici possono provocare nuove guerre, colpire gli approvvigionamenti energetici, spostare i confini e causare migrazioni di massa.

Gli unici a storcere il naso erano stati Cina e Russia (tra i cinque membri permanenti con diritto di veto). Ma la linea britannica ha avuto la meglio e sembra aver convinto anche gli americani tradizionalmente più ostili ai ‘dibattiti verdi’.

swissinfo e agenzie

L’organo consultivo sui cambiamenti climatici (OcCC) è stato creato nel 1996 dal governo svizzero per formulare consigli sulla questione.

Secondo questo organo, la Svizzera sarà pesantemente colpita dal riscaldamento del pianeta.

La nazione alpina potrebbe conoscere importanti problemi nella produzione di energia idroelettrica e nel settore turistico.

Le stazioni sciistiche a bassa quota scomparirebbero, e le ondate di caldo diventerebbero più comuni, dato che le precipitazioni aumenterebbero del 10% in inverno e diminuirebbero del 20% nelle altre stagioni.

“Impatto, adattamento e vulnerabilità” è il secondo di tre rapporti sui cambiamenti climatici dell’Onu pubblicato quest’anno.

Vi hanno contribuito più di 3000 esperti scientifici e relatori in 130 paesi.

Il terzo rapporto,”Mitigare i cambiamenti climatici”, è atteso in maggio.

Il primo rapporto, pubblicato in febbraio, dava all’uomo la colpa del riscaldamento climatico.

Prevede per il XXI secolo un innalzamento della temperatura tra 1,8 e 4 gradi.

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