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I movimenti antiabortisti guadagnano terreno, in Svizzera come altrove

gente che tiene in mano grandi crocifissi
I movimenti antiabortisti condividono una visione ultraconservatrice della società e sono spesso legate a istituzioni religiose. © Keystone / Peter Klaunzer

La Svizzera non sfugge alla crescente diffusione dei movimenti antiabortisti. Tra lobbying, centri di aiuto per le donne incinte, installazione di "baby-finestre" e sconti sui premi assicurativi, i pro-life in Svizzera fanno di tutto per limitare il diritto all'aborto.

“I movimenti antiabortisti sono diventati più moderni, professionali e politicizzati”, afferma Neil Datta, segretario generale del Forum parlamentare europeo sulla popolazione e lo sviluppoCollegamento esterno, una rete indipendente di gruppi parlamentari europei che agisce per migliorare la salute e i diritti sessuali e riproduttivi.

Dopo la revoca del diritto federale all’aborto da parte della Corte suprema degli Stati Uniti, lo scorso 24 giugno, Neil Datta osserva con preoccupazione l’ascesa dei movimenti pro-life (per la vita) nel continente europeo. “Da un decennio, i tentativi di limitare il diritto all’aborto si moltiplicano in Portogallo, Spagna, Lituania, Slovacchia, Polonia, Austria, Finlandia e persino in Svezia”, afferma.

Il fenomeno concerne anche la Svizzera. Sebbene poche persone nella Confederazione si oppongano apertamente all’aborto, le organizzazioni contrarie all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) diffondono le loro idee in modo molto creativo.

>> Leggi il nostro articolo sull’aborto in Svizzera:

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Lobby in Parlamento

In ambito politico, le loro richieste sono sostenute da una parte dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice). I deputati e le deputate del principale partito del Paese presentano regolarmente interventi parlamentari o lanciano iniziative popolari volte a limitare il ricorso all’IVG.

Queste proposte sono sempre state respinte, ma lo scorso dicembre due rappresentanti dell’UDC sono tornate alla carica lanciando due iniziative popolari per limitare l’accesso all’aborto. La scadenza per la raccolta delle 100’000 firme necessarie per sottoporre le iniziative a votazione popolare è il 21 giugno 2023.

Il primo testoCollegamento esterno, intitolato “La notte porta consiglio”, è stato lanciato dalla deputata bernese Andrea Geissbühler. L’obiettivo è di introdurre un periodo di riflessione di un giorno prima di un’interruzione di gravidanza, allo scopo di “aiutare le donne incinte a non prendere decisioni sotto pressione o stress, di cui potrebbero più tardi pentirsi amaramente”.

Il secondoCollegamento esterno, lanciato dalla deputata lucernese Yvette Estermann, si oppone agli “aborti tardivi”. Chiede che non sia più possibile abortire non appena “il bambino può respirare fuori dall’utero materno”, eventualmente mediante provvedimenti di terapia intensiva.

Andrea Geissbühler
La deputata dell’UDC Andrea Geissbühler nel 2011, durante la consegna delle firme per un’iniziativa popolare che chiedeva di abolire il rimborso dei costi delle interruzioni volontarie di gravidanza da parte degli assicuratori sanitari, poi respinta da quasi il 70% dell’elettorato. Keystone / Samuel Truempy

Entrambe le donne insistono sul fatto che le loro iniziative non mirano a vietare l’aborto. Sono però vicine ai movimenti pro-life, di cui fanno propri gli argomenti. Andrea Geissbühler è membro del comitato direttivo dell’associazione svizzera Pro LifeCollegamento esterno, apertamente contraria all’IVG. Quest’ultima non esita d’altronde a paragonare l’aborto all’omicidio. “Se queste iniziative possono salvare qualche vita, ne vale la pena”, afferma a swissinfo.ch.

Le due esponenti della destra conservatrice si fanno portavoci delle iniziative, ma non le hanno elaborate loro stesse. Dietro di loro ci sono gruppi antiabortisti radicali. “Le iniziative sono state ideate da diverse organizzazioni. In seguito, ci hanno contattato e ci hanno chiesto di presiedere il comitato d’iniziativa”, spiega Geissbühler.

Attivisti connessi a livello internazionale

Yvette Estermann e Andrea Geissbühler non rivelano i nomi di queste organizzazioni. Le firme raccolte a sostegno delle iniziative devono però essere inviate direttamente a una di esse, l’associazione MammaCollegamento esterno. Il suo presidente, Dominik Müggler, è un convinto oppositore dell’aborto e aveva già combattuto senza successo contro la depenalizzazione dell’aborto in Svizzera nel 2002. Il basilese siede ora in entrambi i comitati d’iniziativa.

L’obiettivo di Müggler va oltre le restrizioni chieste dalle iniziative. “Il futuro prima o poi farà a meno dell’aborto, non perché sarà vietato, ma perché l’umanità si convincerà che l’aborto è diametralmente opposto alla dignità umana”, indica in una risposta scritta a swissinfo.ch. “L’aborto non è un’interruzione di gravidanza, ma l’omicidio del proprio figlio”, si legge sul sito della sua associazione.

Müggler è molto attivo e ha numerosi contatti. Partecipa e prende ispirazione dalle conferenze e dalle manifestazioni antiabortiste all’estero. Su una fotoCollegamento esterno lo si vede, ad esempio, a una “marcia per la vita” (una manifestazione antiabortista che esiste in molti Paesi) organizzata a Washington nel 2019. Ispirato da un’organizzazione americana, nel 2020 ha partecipato alla creazione dell’associazione hope21Collegamento esterno, che si batte contro gli aborti di feti affetti da sindrome di Down.

gente che manifesta con cartelli su cui figurano dei neonati
Nel 2021, a Oerlikon-Zurigo si è svolta l’undicesima edizione della “marcia per la vita”. Keystone / Ennio Leanza

“Finestre” per bebè controverse

Lo stesso Müggler è all’origine delle cosiddette “baby-finestre” attraverso la sua fondazione Aiuto svizzero per madre e bambino (ASMB)Collegamento esterno. Nel 2001 a Einsiedeln, nel Canton Svitto, ha installato il primo di questi dispositivi che consentono a una donna di abbandonare il proprio neonato in un vano accessibile dall’esterno di un edificio ospedaliero. Oggi la fondazione gestisce sette delle otto “finestre” del Paese e si assume i costi dell’installazione e di cura del bambino.

Sebbene il concetto sia attraente a prima vista, le baby-finestre sono controverse. Nel 2015, il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti dell’infanzia ha raccomandatoCollegamento esterno alla Svizzera di vietarli perché violerebbero il diritto del bambino di conoscere le proprie origini.

>> Il nostro articolo esplicativo sulle baby-finestre in Svizzera:

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Une boîte à bébés

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Il dispositivo è stato criticato anche da Salute sessuale Svizzera, l’organizzazione ombrello dei centri di salute sessuale, non solo perché è gestito da persone che si oppongono all’aborto, ma anche perché rappresenterebbe un rischio per donne e bambini. “L’ideologia è puramente pro-life: l’importante è che i bambini nascano. La donna non è importante”, afferma la direttrice Barbara Berger.

In alternativa, Salute sessuale Svizzera raccomanda il parto confidenziale, già possibile in 18 Cantoni. Permette a una donna di partorire con uno pseudonimo in ospedale, invece di farlo da sola, in segreto. In questo modo si mantiene la riservatezza e si garantisce un’assistenza medica adeguata alla donna e al bambino, oltre a preservarne i diritti.

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Centri di assistenza e consulenza

L’ASMB si presenta anche come un “centro di aiuto e consulenza per le donne che si trovano in difficoltà dopo una gravidanza o un parto”. Sul suo sitoCollegamento esterno, la fondazione riporta argomenti antiabortisti, ma fornisce anche molte informazioni sui presunti pericoli fisici e psicologici dell’IVG.

Nei fatti, l’IVG è una delle procedure chirurgiche più comuni. Nei Paesi in cui è legale, l’aborto è generalmente sicuro e le complicazioni sono rare, secondo il manuale MSDCollegamento esterno. Inoltre, molti studi scientifici giungono alla conclusione che l’aborto non causa danni psicologici. La sua stigmatizzazione e il tabù che lo circonda possono causare più sofferenza dell’IVG stessa, sottolineaCollegamento esterno Salute sessuale Svizzera.

“Queste organizzazioni diffondono false informazioni per dissuadere le donne dall’abortire. Cercano di approfittare di una situazione di difficoltà, il che è scioccante”, dice Barbara Berger.

Sconti sull’assicurazione sanitaria

L’ASMB non è di certo l’unica organizzazione contro l’aborto che utilizza metodi controversi in Svizzera. Altri si spingono fino a offrire benefici alle donne che non abortiscono. È il caso di Pro Life, associazione fondata nel 1989 che conta circa 70’000 membri in Svizzera.

Pro Life negozia dei contratti con l’assicuratore malattie Helsana. Concede sconti sui premi delle assicurazioni complementari ai suoi membri che firmano una carta di rinuncia dell’aborto. Tuttavia, il documento non ha valore giuridico, poiché l’IVG deve essere rimborsata per legge dall’assicurazione sanitaria di base obbligatoria. Helsana, in un articolo del quotidiano ArcInfoCollegamento esterno, afferma di non avere “alcun rapporto particolare” con Pro Life e di aver stipulato un “contratto collettivo con l’associazione conformemente alla prassi del settore”.

La pratica è stata segnalata in diverse occasioni, in particolare dalla deputata ecologista Lisa Mazzone, autrice di un’interpellanzaCollegamento esterno in materia. Nella sua risposta, il Governo svizzero, pur riconoscendo che la pratica “può essere ritenuta problematica”, ritiene che il diritto delle persone assicurate di ricevere le prestazioni previste dalla legge federale sull’assicurazione malattieCollegamento esterno “non è limitato”.

Una rete internazionale

Gli antiabortisti in Svizzera non agiscono in modo isolato. “Fanno parte di una rete internazionale ben connessa che è contro l’IVG, contro i diritti LGBT (lesbiche, gay, bi e trans) e contro l’educazione sessuale”, dice Barbara Berger. Lo vede, ad esempio, quando vengono presentati degli interventi parlamentari sull’argomento, che utilizzano le stesse frasi contenute nelle argomentazioni delle associazioni pro-life all’estero.

Anche Neil Datta lo ha notato. Ritiene che, in Europa, questi movimenti che condividono una visione ultraconservatrice della società siano cresciuti e abbiano iniziato a organizzarsi nel 2013, in reazione all’introduzione del matrimonio per tutti e tutte in Francia e nel Regno Unito. “Hanno iniziato a incontrarsi e a scambiarsi idee, in particolare attraverso una rete chiamata Agenda Europa o il Congresso mondiale delle famiglie”, dice.

gente in strada
Le persone contrarie all’interruzione volontaria di gravidanza si oppongono anche ai diritti della comunità LGBT, all’immagine di questa donna che indossa un cartello contro il matrimonio per tutti e tutte durante una “marcia per la vita”. Keystone / Ennio Leanza

Queste organizzazioni si sono modernizzate e ciò potrebbe essere la chiave del loro successo, in quanto hanno attirato un maggiore sostegno finanziario, come ha dimostrato uno studioCollegamento esterno del Forum parlamentare europeo per i diritti riproduttivi. “La somma di denaro investita in questi movimenti in Europa è quadruplicata tra il 2009 e il 2018, raggiungendo i 700 milioni di dollari”, afferma Neil Datta, autore del rapporto.

Questo denaro proviene da 54 organizzazioni (ONG, fondazioni, organizzazioni religiose e partiti politici). “Ci sono tre fonti geografiche principali: gli Stati Uniti, la Federazione Russa e, soprattutto, l’Europa stessa”, afferma Neil Datta.

In Svizzera, come nella maggior parte dei Paesi europei, questi movimenti rimangono minoritari, nonostante il loro attivismo. “Sono tuttavia presenti e aspettano solo l’occasione buona, il giusto clima politico, per portare avanti le loro idee. Inoltre, abbiamo notato che molti Paesi prevedono una scarsa protezione giuridica dell’aborto”, avverte Neil Datta. È in questo contesto che nel 2021 il Governo polacco conservatore è riuscito a ottenere un divieto quasi totale dell’IVG, che ora è consentita solo in caso di stupro o di pericolo per la vita della donna.

“In Europa, il movimento pro-life è in ritardo di quindici anni rispetto agli Stati Uniti, ma un processo simile è già in corso”, afferma Datta.

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Dibattito
Moderato da: Emilie Ridard

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Traduzione dal francese di Luigi Jorio

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