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I Gotthard all’assalto dell’Europa

SP

I Gotthard presenteranno a giorni un nuovo album 'Need To Believe', poi in autunno inizieranno una tournée europea. Freddy Scherer, chitarrista del complesso, ci parla di questa nuova avventura musicale del gruppo.

Gotthard, come il massiccio che separa e unisce il nord e il sud della Svizzera. Gotthard, come la band che da quasi vent’anni spopola in patria e all’estero. Il 4 settembre il gruppo presenterà a Lugano la nona raccolta “Need To Believe”, e poi partirà alla volta di un tour in Italia, Spagna, Inghilterra, Germania e Francia.

Freddy Scherer è nato nel 1966 a Nyon, poi, ancora bambino, si è trasferito a Winterthur. Dopo aver acquistato notorietà come chitarrista nel gruppo ‘China’, si è unito ai Gotthard, la band hard rock elvetica di maggior successo.

swissinfo.ch: Che cosa rappresenta per lei l’uscita di un nuovo album? Ci si abitua?

F.S.: No. È sempre una sfida: bisogna dimostrare ogni volta che si è capaci di scrivere delle belle canzoni. Progrediamo, segniamo il passo oppure peggioriamo? Non si sa mai esattamente da dove arriva la canzone. All’improvviso è lì. È importante non lasciarsi prendere dall’impazienza, non entrare in un vicolo cieco dal quale è impossibile uscire.

I primi due o tre album vengono realizzati con una certa facilità da tutti i complessi musicali. È in seguito che possono iniziare le difficoltà: come produrre qualcosa di nuovo senza ricalcare brani già scritti? Leo e Steve hanno scritto assieme più di 140 canzoni. Il rischio è, anche senza volerlo, di scopiazzare da se stessi.

swissinfo.ch: Come evitate di ripetervi?

F.S.: Abbiamo deciso di collaborare con un altro produttore, il canadese Rich Chycki, per dare un’impronta un po’ diversa alla nostra musica, anche se sono piccoli dettagli a cambiare. Il pubblico richiede delle novità, delle sorprese. I Gotthard esistono da quasi vent’anni e un occhio critico dall’esterno sul gruppo è fondamentale.

swissinfo.ch: Lei è l’ultimo arrivato nel gruppo. Crede di avere una sensibilità diversa, rispetto agli altri componenti del gruppo, per la musicalità e il ritmo?

F.S.: Sì, visto che oltre ad aver suonato prima con i China e ora con i Gotthard, ho partecipato a numerosi progetti. Dal 1991 i Gotthard sono sempre rimasti i Gotthard: hanno continuato a suonare in concerti, prodotto dischi…

swissinfo.ch: I Gotthard suonano dell’hard rock classico. Questo genere di musica si muove su schemi e regole ricorrenti. Come riuscire ad evolvere al suo interno?

F.S.: Negli ultimi anni il rock è rinato. Complessi americani e inglesi nuovi, che hanno riscosso grande successo di pubblico, sono andati a pescare nell’hard rock tradizionale, tipico degli anni ’70.

Abbiamo notato, seguendo la scena dei festival per esempio, che noi eravamo quasi gli unici a livello europeo ad apportare delle innovazioni nelle nostre canzoni. Gli altri, i Whitesnake, i Def Leppard, i Kiss, pescavano dal repertorio degli anni ’90: non suonavano quindi i brani recenti. Per noi invece sono le ultime canzoni a entusiasmare i nostri ‘aficionados’. Il brano “Lift U Up” è stato un tormentone e non ha più di quattro anni.

Credo che noi rimaniamo sulla breccia dell’onda grazie alla nostra musica in continua evoluzione. Gli spettatori non assistono ai nostri concerti per poi affermare che ricordiamo loro i primi amori adolescenziali.

swissinfo.ch: Quali chitarristi l’hanno fatta sognare a 14 anni?

F.S.: Ho avuto due fasi. Il primo 45 giri che ho ricevuto era “Action” degli Sweet. Mi ha talmente entusiasmato che ho voluto suonare subito la chitarra. I miei genitori mi hanno quindi obbligato a seguire dei corsi in una scuola di musica. Ero obbligato a suonare dei pezzi della tradizione folcloristica. Io non capivo come mai i suoni della mia chitarra non assomigliassero a quelli degli Sweet. Beh, ho smesso e i miei genitori hanno creduto che il mio fosse solo un capriccio.

swissinfo.ch: Quando è rinato l’amore per la chitarra?

F.S.: È riemerso qualche anno dopo a scuola. Eravamo in quattro o cinque amici. Avevamo fondato un complesso prima ancora di essere in grado di suonare. Entravamo nei negozi di musica a provare tutti gli strumenti musicali senza esserne capaci. Così facendo, i venditori si arrabbiavano terribilmente. In quel periodo non ci siamo fatti di sicuro degli amici. In compenso abbiamo allenato l’udito.

Ritorniamo però alla domanda; a segnarmi non sono stati tanto i singoli chitarristi quanto dei complessi musicali, quali gli AC/DC. Soltanto in seguito ho compreso il genio di uno come Jimmy Page, prima di tutto come chitarrista, ma altresì come compositore, produttore, precursore. Oggi m’impressionano i Foo Fighters e i Dave Grohl.

swissinfo.ch: Vi aspetta una tournée internazionale: l’Italia, la Spagna, l’Inghilterra, la Germania con gli ‘Europe’, la Francia con i ‘Deep Purple’… Due gruppi con un’immagine assi diversa.

F.S.:L’inno hard rock degli anni ’70 è ‘Smoke on the Water’, quello degli anni ’80 è ‘The Final Countdown’! È stato il nostro rappresentante in Germania a proporci gli Europe quali ‘special guest’. Ciò ci permetterà di riempire le sale e di far confluire ai nostri spettacoli ancora più pubblico.

In Francia saremo gruppo spalla dei Deep Purple e ciò ci dà la possibilità di suonare ogni sera davanti a 10 o 12mila persone.

swissinfo.ch: Una parola per riassumere la vita “on the road”.

F.S.: Una parola? Aspetta. Aspetti 22 ore per suonare due ore. Per fortuna ci sono le due ore a ripagarti dell’attesa.

Bernard Léchot, Lausanne, swissinfo.ch
(Traduzione dal francese di Luca Beti)

Steve Lee: cantante
Leo Leoni: chitarra
Freddy Scherer: chitarra
Marc Lynn: basso
Hena Habegger: batteria

Il nuovo singolo ‘Need To Believe’ può essere scaricato dal 14 agosto.

Il nuovo album, con il titolo omonimo, uscirà il 4 settembre presso l’editore ‘Musikvertrieb’.

I Gotthard saranno in tournée in Italia (23-25 ottobre), in Spagna (28-30 ottobre), in Inghilterra (2-4 novembre). Proseguiranno con gli ‘Europe’ in Germania (dal 7 al 27 novembre) e affiancando i ‘Deep Purple’ in Francia (dal 29 novembre all’8 dicembre).

Dal 10 dicembre saranno di nuovo in Svizzera e si esibiranno il 12 dicembre presso la ‘Festhalle’ di Berna.

I Gotthard, gruppo fondato nel 1991, si è ispirato per il nome al famoso massiccio montuoso, spartiacque svizzero. Si è affermato sulla scena musicale della Svizzera tedesca, come pure in molti paesi europei.

La storia dei Gotthard è contraddistinta da tre fasi:

-dal 1992 suonano musica hard rock dal carattere rude ma pure melodioso
-dal 1999, con la presenza del chitarrista Mandy Meyer (ex-Asia), scivolano in un rock ‘hard FM’, il quale fa urlare al tradimento i loro ammiratori
-dal 2005, con l’album “Lipservice” e la sostituzione di Mandy Meyer con Freddy Scherer, il complesso ritorna alle proprie radici musicali grazie alle quali ha raggiunto la notorietà

I Gotthard hanno nove album al loro attivo (senza contare le raccolte e le registrazioni dal vivo) e hanno venduto oltre due milioni di dischi.

I Gotthard si distinguono per la voce caratteristica del cantante Steve Lee. Egli ha pure collaborato a un progetto d’orchestra diretto da Jon Lord (ex Deep Purble) e ha persino cantato in duetto con il celebre soprano spagnolo Montserrat Caballé (“On Life, One Soul”).

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