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I ghiacciai svizzeri sempre più piccoli

La lenta agonia dei ghiacciai svizzeri continua. Keystone

Uno studio dell'Accademia svizzera di scienze naturali rivela che tutti i ghiacciai svizzeri si sono ridotti, sia in lunghezza che in volume.

Lo scioglimento dei ghiacciai ha però risparmiato l’arco alpino dalla siccità, dopo l’estate record dell’anno scorso.

I ghiacciai svizzeri, senza nessuna eccezione, si stanno sciogliendo come mai è successo dall’inizio delle misurazioni nel 1889. Durante le ultime indagini del 2002/2003, si sono osservate diminuzioni sia della lunghezza che della massa totale dei ghiacciai. Non si è registrato nessun ghiacciaio in espansione o stazionario.

Queste constatazioni scaturiscono da una prima analisi dei dati raccolti l’autunno scorso dai ricercatori dell’Accademia svizzera di scienze naturali (ASSN).

Tutti i ghiacciai si ritirano

L’analisi dei dati riguardanti i primi 96 dei 110 ghiacciai controllati, mostra che tutti si sono inesorabilmente ritirati. Le diminuzioni registrate variano da un metro allo Schwarz, nel canton Berna, fino al valore considerevole di 152 metri al ghiacciaio del Trift, pure nel canton Berna.

“Queste diminuzioni non sono da mettere direttamente in relazione con la calura dell’estate appena trascorsa. La lunghezza dei ghiacciai reagisce infatti solo con un certo ritardo ai cambiamenti climatici. Più un ghiacciaio è grande, più tempo impiega la sua lingua a reagire. Per quello dell’Aletsch, ad esempio, ci vogliono circa dieci anni”, sottolinea Andreas Bauder, il responsabile delle misurazioni.

Il ritiro dei ghiacciai si iscrive comunque nella tendenza generale osservata negli ultimi anni. “Si tratta di un ritiro che si svolge sul lungo periodo, iniziato alla fine dell’ultimo periodo glaciale, 150 anni fa.” Bauder sottolinea che il rapporto non indica le cause, ma constata semplicemente il ritiro avvenuto.

I piccoli aumenti isolati misurati recentemente non sono da prendere in considerazione. Si tratta infatti di vecchi residui di neve che si sono trasformati in nevai. Non si può quindi parlare di vere e proprie progressioni, conseguenti a precipitazioni abbondanti durante periodi prolungati di freddo.

Bilancio di massa e condizioni climatiche



Oltre alle misurazioni della variazione della lunghezza dei ghiacciai, il bilancio della massa – la differenza tra l’apporto di neve e la perdita di ghiaccio – è stato determinato per tre ghiacciai: il Basodino nel canton Ticino, il Gries in Vallese ed il Silvretta nei Grigioni.

Malgrado questo tipo di misurazione sia molto più laboriosa, le variazioni della massa di ghiaccio riflettono direttamente le condizioni climatiche dell’anno precedente, contrariamente alle variazioni della lunghezza.
Tutti e tre i ghiacciai hanno subito una diminuzione importante del loro volume. Le perdite massime osservate negli anni 90 sono state ampliamente superate.

E’ il ghiacciaio del Gries, nella regione della Novena, che presenta il bilancio più negativo. Il suo spessore è diminuito di ben 4 metri, ciò che corrisponde ad una perdita del 5% del suo volume.
Il ghiacciaio di Silvretta della Prettigoria, nella parte orientale del versante nord delle Alpi, ha subito la diminuzione minore, 2 metri circa.

Lo scioglimento scongiura la siccità



Le conseguenze di estati moderate e con abbondanti precipitazioni, si manifestano con un bilancio delle masse positivo. Al contrario, questo bilancio è negativo in seguito ad inverni senza neve e ad estati con un forte irraggiamento solare.

L’aspetto positivo dell’ attuale scioglimento dei ghiacciai è che durante l’estate record dell’anno scorso, sull’arco alpino non si è avuto alcun problema di siccità.

Secondo gli esperti, la morfologia delle regioni lasciate scoperte dopo il ritiro dei ghiacciai si modificherà.
Il canton Vallese sta già valutando le misure da intraprendere per proteggersi dal potenziale pericolo che possono rappresentare i 680 ghiacciai sul suo territorio. Una lista dei ghiacciai più pericolosi è stata stabilita nel novembre del 2003.

Per quel che concerne gli alpinisti, la sicurezza dovrebbe essere maggiore a partire dalla prossima primavera, quando i molti crepacci, che prima erano pericolosamente nascosti dal manto nevoso, saranno visibili.

swissinfo e agenzie

Misurati 96 dei 110 siti alpini tenuti attualmente sotto controllo.
La diminuzione maggiore è stata osservata per il ghiacciaio del Brunegg in Vallese.
Lo spessore del ghiacciaio del Trift è diminuito di 152 metri.
Il caldo dell’estate scorsa ha provocato lo scioglimento dei ghiacci fino ad un’altitudine di 4’000 metri.

L’Associazione svizzera di scienze naturali ha condotto delle misurazioni sui siti alpini durante il 2002/2003.
Tutti i ghiacciai osservati presentano una diminuzione della lunghezza e del volume.

Le variazioni misurate non dipendono direttamente dall’estate record dell’anno scorso.

La nozione di bilancio di massa, la differenza tra l’innevamento e lo scioglimento del ghiaccio, riflette le condizioni climatiche passate.

Lo scioglimento dei ghiacci ha evitato una situazione di siccità sull’arco alpino.

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