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I forfait fiscali sul banco degli imputati

Gli stranieri facoltosi pagano le imposte in base al valore locativo della loro dimora. André Locher

La recente decisione del popolo zurighese di abolire la tassazione globale per gli stranieri facoltosi potrebbe diffondersi a macchia d'olio in Svizzera. All'indomani del voto, il dibattito sull'argomento è ridecollato in numerosi Cantoni, compreso il Canton Vaud che detiene il primato dei beneficiari.

Che ne sarà di Ingvar Kamprad, rimonterà i suoi mobili altrove? Domiciliato a Epalinges, nel Canton Vaud, il ricchissimo fondatore di Ikea è uno dei circa 4000 stranieri domiciliati in Svizzera che beneficiano di un forfait fiscale.

Con ciò, si intende un’imposta calcolata in base non alla sostanza o al reddito, bensì a un multiplo del valore locativo della dimora e a una stima dell’importo che l’interessato spenderà in Svizzera nel corso di un anno.

Grazie a questo regime, Ingvar Kamprad – la cui fortuna è stimata tra i 15 e i 40 miliardi di franchi – versa all’erario vodese all’incirca 200’000 franchi l’anno.

Ma nella Svizzera tedesca sta ormai spirando un vento nuovo e poiché proviene da Zurigo, il cuore economico del Paese, ha tutte le carte in regola per trasformarsi in un’autentica tempesta.

Domenica 8 febbraio, infatti, il popolo zurighese ha accolto con il 52,9% dei suffragi l’iniziativa dell’estrema sinistra che mirava ad abolire l’imposizione forfettaria per ricchi stranieri.

Offensiva federale

Questo risultato ha prontamente rilanciato il dibattito a livello nazionale su un dossier che rimane pur sempre di competenza dei Cantoni. In Parlamento, la deputata socialista Susanne Leutenegger Oberholzer ha già depositato diversi interventi sull’argomento, ma sinora senza successo.

All’indomani del responso delle urne, è così tornata alla carica sottoponendo alla commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio nazionale una nuova mozione in cui chiede l’abolizione dei forfait fiscali tramite alcune modifiche delle leggi sull’imposta federale diretta e sull’armonizzazione fiscale.

La consigliera nazionale invoca inoltre una maggiore trasparenza riguardo al numero degli stranieri facoltosi interessati e alle differenti prassi cantonali. Queste stesse richieste figurano anche in un’iniziativa che il Canton San Gallo ha depositato in Parlamento nell’aprile del 2008 e che la competente commissione del Nazionale esaminerà prossimamente.

Dal canto suo, la Conferenza dei direttori cantonali delle finanze (CDF) è contraria a qualsiasi intervento del Parlamento sulla questione dei forfait per gli stranieri abbienti, in quanto proprio questa categoria rappresenta un’arma scelta nella battaglia fiscale ingaggiata dai Cantoni per accaparrarsi i contribuenti danarosi.

La CDF si limita quindi a rimandare alle raccomandazioni adottate nel merito a fine settembre 2007. La sera del voto zurighese, il suo presidente Christian Wanner si è rifiutato di azzardare un qualsiasi pronostico sugli effetti che questa decisione potrebbe avere negli altri Cantoni.

Vaud, campione dei forfait

E di effetti, in ogni caso, ce ne saranno, in quanto la sinistra, ostile al principio dell’imposizione forfetaria, ha colto la palla al balzo.

Nel Canton Berna, dove l’arrivo di Johnny Hallyday nel Comune di Gstaad alla fine del 2006 aveva riacceso il dibattito, i Verdi vogliono rimettere l’argomento sul tappeto nell’ambito della revisione della legge sulle imposte prevista nel 2011. A Obwaldo, lo stesso partito ha annunciato di aver depositato un’iniziativa in questo senso.

Ma è in terra vodese che la battaglia si preannuncia particolarmente combattuta. Il Cantone, infatti, detiene la palma svizzera per i forfait fiscali concessi a paperoni stranieri. Con poco meno di 1’200 beneficiari – contro i 73 di Zurigo – lo Stato intasca qualcosa come 160 milioni di franchi.

Lunedì 9 febbraio, il Partito socialista vodese ha adottato una risoluzione in cui chiede l’abolizione di questo sistema che, secondo l’autore del testo Roger Nordmann, risponde a una «logica di rapacità finanziaria». E il consigliere nazionale è fermamente intenzionato ad agire a livello sia cantonale che federale.

«Se è vero che la popolazione non è più disposta a tollerare le derive del sistema finanziario e gli abusi delle banche, altrettanto vero è che non vuole più saperne di una classe di privilegiati che paga imposte non commisurate al suo patrimonio e al suo reddito reale», sottolinea Nordmann. E aggiunge, il voto di Zurigo è un «segnale molto forte in un contesto favorevole.»

Concorrenza europea

Parlando ai microfoni di Radio Suisse Romande, il consigliere nazionale radicale Charles Favre ha dal canto suo denunciato un’operazione che, ne è convinto, comporterà una perdita per le casse pubbliche. Ma Roger Nordmann non ci sta e ha già ribattuto che per compensare i mancati introiti fiscali sarebbe più che sufficiente tassare i ricchi stranieri che rimarranno in Svizzera in base al loro reddito reale.

Un altro timore espresso dalla destra riguarda la fuga dei nababbi stranieri verso altri lidi come la Gran Bretagna, l’Austria, l’Irlanda o il Lussemburgo, tutti Paesi europei che offrono loro regimi fiscali accomodanti.

Alle prime battute di quello che si profila come l’anno della fiscalità per quanto riguarda le relazioni tra Svizzera e Unione europea, il voto zurighese e soprattutto le sue eventuali ripercussioni promettono di accendere i toni tra Berna e Bruxelles.

swissinfo, Carole Wälti
(traduzione e adattamento di Sandra Verzasconi Catalano)

Storicamente, il Canton Vaud è stato il primo a introdurre, nel 1920, misure fiscali distinte per gli stranieri che risiedevano sul suo territorio, ma non vi esercitavano un’attività lucrativa.

Quattordici anni dopo, le autorità federali hanno a loro volta riconosciuto gli stranieri che si stabilivano in Svizzera per ragioni di salute e senza svolgervi un lavoro come una categoria di contribuenti a sé stante.

La tassazione forfettaria (o tassazione globale) sono retti dalla Legge sull’armonizzazione fiscale del 2001, che obbliga i Cantoni a seguire le stesse linee direttrici per la concessione di questo accomodamento.

Per beneficiare dell’imposizione forfettaria, uno straniero deve trascorrere nel Cantone di domicilio almeno sei mesi e un giorno ogni anno, non esercitarvi alcuna attività lucrativa, avere la propria abitazione principale in Svizzera o aver vissuto almeno dieci anni fuori dal proprio Paese.

La progressione. Secondo un sondaggio effettuato presso i Cantoni dalla Conferenza dei direttori cantonali delle finanze, nel 2006 le persone che beneficiavano del forfait fiscale in Svizzera erano 4’146, ossia il 33,5% in più rispetto al 1999.

Gli introiti. In totale, le persone che beneficiano di questo regime fiscale hanno versato all’erario 392 milioni di franchi, ripartiti tra Confederazione (105 milioni), Cantoni (173 milioni) e Comuni (111 milioni). Gli importi individuali variano da 25’000 a 200’000 franchi.

I fanalini di coda. In merito alla nazionalità degli stranieri interessati le autorità non rilasciano alcuna informazione. In quattordici Cantoni (UR, OW, GL, SO, BS, BL, SH, AI, AR, SG, AG, TG, NE, JU) i beneficiari del forfait fiscale sono meno di cinque.

I primi in classifica. Con le sue 1’192 persone tassate secondo il dispendio, il Canton Vaud è saldamente al comando della classifica. Seguono Vallese con 799, Ginevra con 584, Ticino con 481, Grigioni con 191, Berna con 141, Lucerna con 94, Zurigo con 73, Nidwaldo con 70, Zugo con 63 e Friborgo con 54.

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