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I falchi dell’Est chiamano l’Austria, Merkel contro Kurz

Sebastian Kurz KEYSTONE/EPA/FLORIAN WIESER sda-ats

(Keystone-ATS) “Sono certo che vedremo più cooperazione dei quattro Paesi Visegrad con l’Austria in futuro”.

È tutta in questa frase del ministro degli Esteri ungherese Peter Szijarto l’essenza delle aspettative dei ‘falchi’ dei governi di Budapest, Varsavia, Praga e Bratislava dopo il successo elettorale di Sebastian Kurz (Övp).

E mentre dall’Europa si levano preoccupati richiami verso Vienna ad andare avanti col progetto europeo, la cancelliera tedesca Angela Merkel traccia un solco davanti al ‘Wunderkind’ (bimbo prodigio) austriaco, membro della stessa grande famiglia del Partito popolare europeo, uscito dalle urne col 31,4% cavalcando la paura per i migranti e strizzando l’occhio all’estrema destra del Fpö di Christian Strache, con cui adesso potrebbe fare il governo. La vittoria di Kurz non è da imitare, avverte Berlino. Non è così che si risolvono i problemi.

La cancelliera tedesca, alle prese col nodo della coalizione di maggioranza, invia così un doppio messaggio: interno, agli alleati bavaresi della Csu, da sempre più proiettati verso destra, e all’esterno: se l’Europa prende questa piega, non va da nessuna parte.

I V4, ‘cuore nero’ dell’Unione, in rotta di collisione con Bruxelles su stato di diritto e politica migratoria, tirano per la giacchetta Kurz, in cui ora riconoscono un alleato naturale, chiamandolo ad entrare nel club dei ‘duri’. Il progetto è un “V4plusAustria”, una sorta di riedizione 2.0 della potenza austro-ungarica. A spingere in quella direzione è la Fpö. “Ciò di cui abbiamo veramente bisogno è il ritorno di un grande e forte centroeuropa, dobbiamo guardare anche ad Est”, indica Norbert Hofer, uno dei leader della formazione di estrema destra che potrebbe diventare il prossimo presidente del Parlamento di Vienna.

Ma la sollecitazione che arriva dai massimi esponenti delle istituzioni europee, il presidente del Parlamento e della Commissione Ue, Antonio Tajani e Jean Claude Juncker, anch’essi della famiglia del Ppe, è di segno opposto. Alle congratulazioni espresse già domenica sera via Twitter, Tajani affianca: “Ora un governo che rafforzi la collaborazione in Ue”. E anche nella sua lettera di felicitazioni Juncker augura “successo per la formazione di un governo pro-europeo”.

“Il nuovo cancelliere ricordi i grandi austriaci europeisti come Bruno Kreisky, Heinz Fischer, ma anche il membro del suo partito Alois Mock”, raccomanda il capo della diplomazia lussemburghese Jens Asselborn. “Sono convinto che il modello australiano di immigrazione e la politica ungherese non siano il riferimento per il nuovo governo in Austria”, afferma.

“Ora dobbiamo vedere come saranno i colloqui per la coalizione. I risultati delle elezioni rendono possibili molte opzioni, ma mi piacerebbe che queste elezioni non significassero che Vienna sta andando verso l’estrema destra”, auspica il Commissario Ue al Vicinato, l’austriaco Johannes Hahn.

“Sebastian Kurz è un amico dell’Italia”, minimizza il sottosegretario agli Affari Esteri Vincenzo Amendola di fronte alla preoccupazione di nuovi irrigidimenti al valico del Brennero. “Personalmente mi preoccupano più le posizioni della Fpö, non solo rispetto ai migranti ma anche rispetto al futuro dell’Europa. Vedremo con la formazione del governo”.

Intanto mercoledì, alla vigilia del vertice europeo, Juncker ospiterà nella sede della Commissione europea una cena informale con i quattro premier Visegrad. Il “menù politico” della riunione, è quello di “discutere le questioni sollevate nel Discorso sullo stato dell’Unione” dello stesso Juncker sui rapporti con i paesi dell’Est e dell’Ovest d’Europa “per evitare fratture 13-14 anni dopo il loro ingresso” nell’Ue.

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