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I contadini chiamano alla resistenza contro l’OMC

Manifestazione dei contadini davanti alla sede del parlamento svizzero, novembre 2005 Keystone

Alla vigilia dell'apertura a Ginevra di una nuova conferenza ministeriale dell'OMC, i contadini svizzeri e di altri paesi chiedono regole commerciali eque.

I loro rappresentanti non hanno nascosto mercoledì i loro timori che l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) faccia ancora delle concessioni ai grandi esportatori agricoli, a scapito delle famiglie contadine.

In vista dell’inizio dell’incontro ministeriale dell’OMC dedicato al round di Doha, previsto per giovedì, organizzazioni contadine di 53 paesi hanno messo in guardia dagli effetti di ulteriori concessioni a favore dei grandi esportatori agricoli.

La proposta del nuovo responsabile del dossier agrario dell’OMC, Crawford Falconer – una proposta che si base sui suggerimenti dei 20 maggiori paesi industrializzati ed emergenti che prevede tra le altre cose una riduzione del 75% dei dazi doganali sui prodotti agricoli – è completamente inaccettabile per l’agricoltura europea. Lo ha affermato Rudolf Schwarzböck, presidente dell’organizzazione contadina europea COPA, durante una conferenza stampa in una fattoria nei pressi di Ginevra.

Necessità di un accordo equilibrato

Le organizzazioni degli agricoltori dei paesi dell’Unione europea (UE), di Svizzera, Norvegia e Islanda (paesi che non fanno parte dell’UE), ma anche di India, Indonesia, Giappone, Corea, di molti stati africani e di alcuni stati latinoamericani, temono che le concessioni metterebbero a rischio l’esistenza di molti contadini.

“Siamo pronti ad aprire maggiormente le nostre frontiere e a concedere ai paesi poveri l’accesso ai nostri mercati”, ha detto il presidente della COPA. Ma sarebbe necessario a suo avviso un accordo equilibrato, che permetta all’agricoltura europea di avere un futuro. Schwarzböck ha chiesto inoltre una maggiore disponibilità al compromesso da parte degli Stati Uniti. L’Unione europea avrebbe già fatto molte concessioni, senza però ottenere dagli USA altrettanta flessibilità.

“L’evoluzione dell’OMC va in una direzione pericolosa. Solo i grandi esportatori agricoli vengono ascoltati”, ha criticato Jacques Bourgeois, direttore dell’Unione svizzera dei contadini (USC).

Diritto alla sovranità alimentare

Anche i contadini vogliono che si giunga ad un accordo nel quadro delle trattative dell’OMC, ha detto il presidente dell’USC Hansjörg Walter. Tuttavia sarebbero necessarie regole commerciali chiare e trasparenti, che non renda impossibile la produzione autoctona di alimenti.

Ogni paese avrebbe il diritto a proteggere la sua sovranità alimentare, si legge in una dichiarazione congiunta delle organizzazioni dei contadini. Secondo Walter sono necessarie delle condizioni quadro che assicurino un reddito sufficiente alle famiglie contadine.

Nella loro dichiarazione, le organizzazioni dei contadini ricordano che solo il 10% della produzione agricola mondiale è scambiata sui mercati globali. Un aumento di questa percentuale andrebbe a vantaggio solo di una piccola minoranza di stati. Nelle trattative dell’OMC la voce della maggior parte dei paesi non sarebbe presa in considerazione.

Secondo l’USC, anche le organizzazioni dei contadini degli Stati Uniti e del Canada avrebbero firmato la dichiarazione, perché sono in disaccordo con la via imboccata dai loro governi.

Giovedì a Ginevra si riuniranno circa 50 ministri dei paesi dell’OMC per dar avvio ad una nuova tornata di negoziati sulla liberalizzazione del commercio mondiale, dopo molti tentativi falliti. Fra i punti di maggior disaccordo vi sono le alte sovvenzioni che Stati Uniti e paesi europei concedono ai loro agricoltori per la produzione e l’esportazione di alimenti. I paesi in via di sviluppo si sentono fortemente discriminati da queste sovvenzioni.

swissinfo e agenzie

Negli ultimi 15 anni, 30’000 aziende agricole hanno cessato la loro attività.
Nei prossimi anni, il 2,5% delle aziende chiuderanno ogni anno.
Oggi, 120’000 persone lavorano nell’agricoltura.
Negli anni ’60 erano 420’000.

I 149 membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) stanno negoziando una maggiore liberalizzazione degli scambi commerciali nel quadro del «round di Doha», lanciato nel 2001.

In questo contesto, la Svizzera assume una posizione difensiva sul dossier agricolo e spinge per una liberalizzazione dei servizi o per una diminuzione dei dazi doganali per i prodotti industriali.

L’OMC vorrebbe che la Svizzera diminuisse il sostegno offerto all’agricoltura e riducesse le barriere doganali all’importazione di prodotti agricoli.

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