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Elezioni in Francia: due visioni opposte del mondo

Emmanuel Macron, leader del movimento En Marche, esce dallo scrutinio di questa domenica come favorito per il secondo turno delle presidenziali francesi. Keystone

Nel duello finale per le elezioni presidenziali in Francia si affronteranno due candidati, Emmanuel Macron e Marine Le Pen, che hanno una sola cosa in comune: non appartengono ai partiti che hanno governato finora il paese. Per la stampa svizzera si tratta di un “mezzo terremoto”.   

La Francia ha votato per un “cambiamento in profondità”, osserva Le Temps, per il quale questa elezione “trasformerà in modo durevole i lineamenti del paese”. “Non è evidentemente il grande giorno della rivoluzione, che avrebbe voluto l’estrema sinistra, e neppure il Frexit, auspicato da un microcandidato di destra. Ma la tensione suscitata dalla scelta di questi due candidati per il secondo turno dimostra che il ‘software’ politico della Quinta Repubblica si è rotto”. 

Risultati del primo turno

Per la prima volta nella storia della Quinta Repubblica, né i conservatori repubblicani di destra né il Partito socialista saranno rappresentati al secondo turno delle elezioni presidenziali in Francia. 

Al ballottaggio si affronteranno il leader del movimento En Marche, Emmanuel Macron, che ha raccolto questa domenica il 23,9% dei voti, e la presidente del Front National, Marine Le Pen, che si è piazzata al secondo rango con il 21,4% dei suffragi. 

Vengono invece esclusi il candidato dei Repubblicani, François Fillon, che ha dovuto accontentarsi di un 19,9% delle preferenze, il rappresentante del movimento La France insoumise, Jean-Luc Mélenchon, che ha raccolto il 19,6% dei voti, e il candidato del Partito socialista, Benoît Hamon, che non è andato oltre il 6,3%.

“La rabbia contro i partiti tradizionali, la disillusione di fronte a candidati corrotti e la volontà di tentare qualcosa d’altro hanno condotto alla designazione di due personalità al di fuori della norma per il ballottaggio”, prosegue il giornale romando, rilevando che entrambi i vincitori del primo turno hanno la particolarità di appartenere a movimenti politici che non hanno mai governato sinora”. 

Al secondo turno “si affronteranno due visioni della Francia: una inclusiva e aperta al mondo e l’altra barricata dietro alle frontiere nazionali e ai suoi vecchi miti”, conclude Le Temps, secondo il quale, “la scelta finale dei francesi cambierà il loro paese, ma anche la faccia del mondo”. 

Mondializzazione felice o infelice 

Il contrasto tra le visioni dei due candidati viene sottolineato anche da 24 heures et la La Tribune de Genève, per i quali “sarà il duello tra una mondializzazione felice e una mondializzazione infelice”. Mentre Emmanuel Macron guida un movimento che “pone al suo centro la liberalizzazione dell’economia e la rifondazione del progetto europeo”, Marine Le Pen dirige un partito che “propone alla Francia la fine dell’euro e dell’UE e il protezionismo economico”. 

“Coloro che hanno sostenuto la presidente del Front National sono in maggioranza dei ‘piccoli’, che da anni non vedono nessun segno di miglioramento nella loro vita quotidiana e che sono in collera. Spesso, a giusta ragione. La Francia che vince, che crede nelle sue chance e vuole proiettarsi nel mondo con ottimismo, ha invece plebiscitato Emmanuel Macron”, rilevano i due giornali, convinti che sarà quest’ultima a vincere al secondo turno. Ma questa Francia “dovrà riuscire a realizzare un progetto per tutti. Altrimenti il Front National arriverà al potere, approfittando dell’insuccesso di tutti gli altri”. 

Il commento della corrispondente della RSI da Parigi

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Triste spettacolo 

Per Le Matin, “stanchi del triste spettacolo offerto dalle élite abituali e della loro incapacità a riformare il paese”, molti elettori hanno preferito Emmanuel Macron perché “vogliono credere a un vento nuovo, destinato a rovesciare le vecchie divisioni paralizzanti”. 

Agli occhi del quotidiano romando, una parte dell’elettorato ha scelto però il leader del movimento En Marche “per difetto o pragmatismo”, solo per il fatto che “non si riconosce più né negli estremi (che si avvicinano per diversi aspetti), né nella destra tradizionalista e affarista e, ancora meno, in una sinistra agonizzante”. 

Mezza rivolta 

Macron primo nella Svizzera francese

I francesi che risiedono nei cantoni di lingua francese hanno votato in massa per Emmanuel Macron e François Fillon al primo turno delle elezioni presidenziali. 

Delle 112’498 persone registrate presso il consolato francese a Ginevra, che raggruppa i cittadini francesi residenti nei sei cantoni romandi, il 52,6% ha partecipato alle elezioni. 

In totale, quasi il 33% di loro ha optato per Macron, mentre Fillon ha ottenuto il 31,5% dei voti. Lontano dal duo di testa, Jean-Luc Mélenchon ha raccolto il 16% dei voti, Marine Le Pen l’8,5% e Benoît Hamon il 6%.

“L’atteso terremoto politico si è verificato”, notano il Tages-Anzeiger e il Bund, rilevando come, “per la prima volta dall’inizio della Quinta Repubblica in Francia, i partiti che hanno governato finora il paese, ossia i socialisti e i repubblicani conservatori, non saranno rappresentati al secondo turno delle elezioni presidenziali”. 

Il risultato del primo turno mostra “l’insofferenza dell’elettorato francese contro la politica dominante, il malcontento nei confronti della situazione economica e sociale, e la rabbia contro le avversità, che vengono descritti come il malessere francese”, aggiungono i due giornali, per i quali si tratta però soltanto di una mezza rivolta contro le élite.

Difatti, ponendo Macron nel ruolo di favorito per il ballottaggio, gli elettori hanno scelto “un candidato che rappresenta, per la sua origine e la sua biografia, un tipico esponente dell’establishment e che propone un programma politico, basato su riforme liberali e sociali, tutt’altro che rivoluzionario”. 

Duello degli opposti 

Nella campagna elettorale delle prossime due settimane per il turno di ballottaggio, “si scontreranno due programmi che non potrebbero essere di più all’opposto”, osservano anche la Luzerner Zeitung e l’Aargauer Zeitung. “Da un lato un pro europeo dell’élite parigina con un programma un po’ vago e un approccio di apertura al mondo, dall’altro una nemica dell’UE, che afferma di essere al di fuori del sistema e che vuole chiudere le frontiere ai migranti e disdire accordi di libero scambio”. 

Macron si trova in vantaggio, ritengono i due quotidiani, “ma gli elettori francesi sono troppo volatili, insicuri e arrabbiati e l’esito del ballottaggio è quindi tutt’altro che certo”. Oggi, di certo vi è solo “che la Quinta Repubblica fondata nel 1958 da Charles de Gaulle è scossa fino nelle sue fondamenta. Macron e Le Pen hanno infatti almeno una cosa in comune: si trovano al di fuori dei partiti politici che si sono divisi il potere da 60 anni in Francia. I conservatori e i socialisti sono crollati a terra”. 

Campanello di allarme 

Per La Regione, “l’Europa esce certamente rafforzata dalla vittoria di Macron, ma gli europeisti non possono sicuramente pasteggiare a champagne. Gli elettori della seconda potenza continentale hanno manifestato, con un voto estremamente frammentato (quattro candidati che hanno ottenuto ognuno percentuali attorno al 20%) una forte inquietudine sul futuro del Paese e dell’Ue: antieuropeisti (Le Pen e Mélenchon) e proeuropeisti (Macron e Fillon) si sono divisi in parti quasi eguali i consensi dell’elettorato”. 

“A Bruxelles e Berlino”, prosegue il foglio ticinese, “si può certamente tirare un sospiro di sollievo, ma sarebbe irresponsabile non sentire il campanello d’allarme suonato da una Francia inquieta e disorientata che in giugno sarà impegnata, con le legislative, nel proibitivo compito di fornire una maggioranza politica al nuovo inquilino dell’Eliseo”.

La rassegna della stampa francese

Contenuto esterno

Le Pen vince nei dipartimenti frontalieri 

La candidata dell’estrema destra Marine Le Pen si è piazzata al primo rango in cinque dei sei dipartimenti confinanti con la Svizzera. 

Secondo i dati diffusi dal ministero degli interni francese, la presidente del Fronte Nazionale (FN) si è imposta nel Giura, Doubs, Belfort, Ain e Haut-Rhin, ottenendo tra il 23,45% e il 26,89% dei voti. 

Marine Le Pen è invece arrivata terza nella Haute-Savoie, un dipartimento in cui è uscito vincente il candidato dei Repubblicani François Fillon. 

Da parte sua, Emmanuel Macron è giunto secondo nei dipartimenti di Belfort, Doubs, Jura, Ain e Haute Savoie. Il candidato del movimento En Marche ha raccolto tra il 20,64% e il 24,23% dei suffragi.

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