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Gulp, ma questa è arte!

Una tavola tratta da «Das Selbstexperiment» del disegnatore zurighese Matthias Gnehm Matthias Gnehm / Fumetto

Decine di esposizioni, un solo obiettivo: mostrare la vitalità della nona arte in Svizzera e all'estero. Il festival Fumetto di Lucerna, giunto alla sua 17esima edizione, esplora i confini tra fumetto e arte.

Lucerna, città turistica, città da cartolina, con il suo lago, con il suo ponte di legno, i suoi negozi di souvenir cioccolato e orologi. Chi se lo immaginerebbe che dietro i balconi fioriti, tra i vicoli lindi e pittoreschi della città vecchia, si nasconda un’anima fumettara?

Eppure anno dopo anno, da diciassette ormai, Lucerna ospita un festival internazionale che pian piano si è ritagliato uno spazio importante nel mondo del fumetto, puntando sulle produzioni lontane dai canali mainstream e forzando dove possibile i limiti tra la nona arte e le altre otto sorelle.

L’arte attorno ai fumetti

«I fumetti rimangono il nucleo centrale del festival», assicura il direttore artistico Lynn Kost. «Ma vogliamo esplorare i confini tra fumetti ed arte, attraverso installazioni, performance, lavori grafici, far vedere l’arte dentro e attorno ai fumetti».

Così, nell’edizione 2008, arrivata a conclusione domenica, il festival ha ospitato le installazioni di Boris Hoppek, noto per i pupazzi utilizzati nella pubblicità di una marca francese d’automobili e presente al festival con un grande animale peloso, del coloratissimo Henning Wagenbreth, ideatore del sistema automatico di illustrazione Tobot, e di un gruppo cosmopolita di autrici riunite dalla rivista ginevrina Drozophile attorno al tema della «Libertà».

Spazio anche ai giovani talenti dell’illustrazione, usciti per la maggior parte dalla Scuola superiore di scienze e arti applicate di Lucerna, nella sezione «Bellevue», prova dell’alta qualità dell’insegnamento di arti grafiche in Svizzera.

L’arte nei fumetti

Nonostante le varie sezioni parallele, la bande dessinée in senso stretto rimane però la vera attrazione del festival. «Vogliamo che il nostro pubblico si renda conto della varietà e della ricchezza che esiste nel mondo del fumetto», afferma Kost.

Prendiamo i nomi più noti presenti al festival: Igort, artista bolognese uscito dalla generazione d’oro del fumetto italiano, quella di Lorenzo Mattotti e Andrea Pazienza, che a Lucerna ha esposto le tavole originali e i materiali preparatori per il suo nuovo e affascinante progetto, Baobab, un racconto che nei suoi primi due episodi si snoda tra Giappone e un immaginario paese sudamericano, Parador.

Oppure il francese Christophe Blain, autore noto per le serie dedicate all’improbabile pirata-disegnatore Isaak, all’altrettanto improbabile cowboy Gus e al «semi-cane» Socrate, compagno di avventure di Eracle, capace di giocare con ironia con i generi e dotato di un tratto rapido – «disegno meglio quando disegno in fretta» – di grande efficacia, soprattutto in bianco e nero.

O ancora lo statunitense Ben Katchor, sottile narratore della New York ebraica, tra quotidianità e piccole deviazioni paradossali dal corso normale degli eventi. O Tom Gauld, artista residente di Fumetto 2008, alloggiato nello Schweizerhof di Lucerna, albergo di lusso e cornice bizzarra per le sue storie minime eppure divertentissime.

Senza dimenticare il giovane italiano Michelangelo Setola, vincitore del concorso Fumetto nel 2006, autore di storie inquietanti ai confini tra umano e animale (il festival ha pubblicato in tedesco il suo primo libro, «Bar Miki») e i francesi Florent Ruppert & Jerôme Mulot.

Fumetto svizzero in ottima salute

Molto interessanti anche le proposte dei disegnatori elvetici, presenti in forze al festival. «Un terzo delle esposizioni è dedicato ad autrici ed autori svizzeri. Il criterio di scelta è sempre qualitativo. Non scegliamo degli svizzeri per la loro nazionalità», precisa Kost. «Il fatto è che i disegnatori svizzeri hanno un livello molto alto».

A Lucerna lo zurighese Matthias Gnehm, già autore di storie ambientate nei palazzi della politica a Berna e dell’economia a Zurigo, ha presentato il suo nuovo lavoro, «Das Selbstexperiment» (l’esperimento su se stessi), una sorta di essai a fumetti sulle ricerche scientifiche nel campo delle emozioni, nato in collaborazione con il Collegium Helveticum, laboratorio interdisciplinare del Politecnico federale.

Il festival ha ospitato anche Atrabile, la più grande rivista indipendente di fumetti della Svizzera romanda, che nel 2008 festeggia i dieci anni di attività. Per l’anniversario, la rivista ha invitato i suoi autori –Tom Tirabosco, Wazem, Frank Peeters, Isabelle Pralong e tanti altri – a raccontare una storia con 100 post-it (10×10).

Tra gli svizzeri da ricordare pure i poetici schizzi di Nadine Spengler, i fumetti per bambini (e adulti) di Nicolas Robel e la biografia a fumetti di Paul Klee disegnata da Christophe Badoux.

Imparare dai fumetti

Il fumetto di Badoux è del resto anche un ottimo esempio della funzione educativa che il fumetto può assumere. «Per noi le offerte didattiche e le visite delle scolaresche sono molto importanti», spiega Lynn Kost. «Attraverso il festival Fumetto, e attraverso album come quello di Badoux, i bambini e il pubblico in generale possono imparare ad apprezzare l’arte».

E non solo. I fumetti possono avere anche una funzione sociale importante, come ha detto nel suo discorso d’apertura di Fumetto il consigliere federale Moritz Leuenberger, grato al festival per aver scelto il «clima», come tema per il concorso. «I fumetti non rendono stupidi, come ai miei tempi affermava qualche insegnante», ha concluso Leuenberger.

swissinfo, Andrea Tognina, Lucerna

Nuovo record di pubblico per Fumetto. 55’000 persone hanno visitato tra le numerose mostre e attività proposte dal festival internazionale del fumetto a Lucerna tra il 10 e il 20 aprile.

Il premio del pubblico è andato al 17enne ginevrino Johan Smith per il suo contributo al concorso dedicato al tema «clima».

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