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Frustrata, Carla Del Ponte lascerà commissione inchiesta ONU

Non essendoci nessuna volontà politica di perseguire i crimini commessi in Siria, in particolare da parte del Consiglio di sicurezza dell’ONU, l’ex procuratrice capo del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia ha annunciato che si dimetterà dalla commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sulla Siria.

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Non ha usato mezze parole domenica Carla Del Ponte per denunciare quanto sta accadendo in Siria, o meglio quanto non sta accadendo: “L’inattività del Consiglio di sicurezza dell’ONU ci impedisce di ottenere giustizia per le vittime”, ha dichiarato.

Carla Del Ponte è stata procuratrice in Ticino dal 1985 al 1993, poi procuratrice della Confederazione dal 1994 al 1998. 

In seguito è stata nominata procuratrice capo del Tribunale penale internazionale (Tpi) dell’Aja per l’ex Jugoslavia (1999-2007) e per quello che si è occupato del genocidio in Ruanda (1999-2003). Dal 2008 al 2011 è stata ambasciatrice della Svizzera in Argentina. 

Intervenuta nel quadro di una tavola rotonda organizzata durante il Festival del film di Locarno, la ticinese ha annunciato che si dimetterà dalla commissione d’inchiesta sulla Siria istituita dall’ONU. “Partecipo ancora alla sessione di settembre del Consiglio dei diritti umani a Ginevra e poi me ne vado, perché non ci sto più a stare in questa commissione che non riesce a ottenere giustizia per le vittime, in questa commissione che non ha nessun futuro perché non c’è volontà politica, perché gli stati non vogliono giustizia per le vittime in Siria”.

La commissione ha dal canto suo indicato in un comunicato di essere stata informata della decisione presa da Carla Del Ponte e ha lodato il suo contributo. Tuttavia ha sottolineato che “è suo dovere continuare a lavorare in nome dei numerosi siriani vittime delle peggiori violazioni dei diritti dell’uomo e dei crimini internazionali conosciuti dall’umanità”.

Del Ponte faceva parte della commissione dal settembre 2012; era stata proposta dalla Svizzera. L’organismo era stato istituito nell’agosto 2011 dal Consiglio delle Nazioni Unite sui diritti umani per far luce sulle violazioni commesse in Siria. Presieduto da Paulo Pinheiro, ha già presentato diversi rapporti ma non è mai stato autorizzato a recarsi in Siria dal governo di Damasco.

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