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“Tutti gli svizzeri in Israele dovrebbero registrarsi presso l’ambasciata”

soldati su un carro armato
Militari israeliani sulle alture del Golan, nei pressi della frontiera tra Israele e Siria. Keystone

L'escalation della crisi siriana tocca anche Israele, dove vivono circa 18'000 svizzeri. Erich Bloch, rappresentante sul posto dell'Organizzazione degli svizzeri all'estero, teme un peggioramento della situazione ed esorta i suoi concittadini a prepararsi.

Spirano venti di guerra nella crisi siriana. Dopo le minacce, Stati Uniti e Russia, stanno tentando di evitare un conflitto armato. La possibilità di un lancio di missili americani sulla Siria, come annunciato da Donald Trump, rimane tuttavia di attualità. La portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, ha sottolineato che Washington sta conducendo colloqui con Israele, Arabia saudita, Francia e Gran Bretagna.

Inoltre, dopo la conquista dell’ultimo bastione ribelle nella Ghouta orientale da parte dell’esercito siriano, gli osservatori ritengono che il presidente Baschar al-Assad prenderà di mira altre regioni, in particolare quella di Daraa, nelle immediate vicinanze di Israele. “La liberazione della Ghouta orientale significa la fine della minaccia per Damasco. Ora, per il governo siriano sarebbe logico spostare le sue forze verso sud”, afferma Bassam Abu Abdallah, direttore del Centro di studi strategici di Damasco.

Un’offensiva in prossimità della frontiera giordana e della zona demilitarizzata lungo le alture del Golan, occupate da Israele, rischia però di accelerare l’escalation. Il confine israeliano è infatti a poca distanza. Lo Stato ebraico ha già annunciato che non tollererà la presenza di forze pro-iraniane nei pressi della frontiera. Un’offensiva siriana nella regione di Daraa potrebbe così indurre Israele a intervenire nella guerra in modo ancor più risoluto.

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swissinfo.ch: Come è la situazione attuale in Israele?

Erich Bloch: Poco chiara. Ci sono intensi movimenti aerei, ma non sappiamo se si tratta di velivoli israeliani o statunitensi. Abito a Netanya, a circa 30 chilometri da Tel Aviv. Elicotteri, aerei da combattimento e droni stanno accerchiando il Paese. Al nord, l’esercito è in stato di allarme. Si notano movimenti di truppe.

“La forte presenza di polizia ed esercito contribuisce da un lato alla sicurezza, dall’altro è però sinonimo del pericolo all’interno del Paese”

swissinfo.ch: Come sta reagendo la popolazione?

E. B.: Malgrado la forza militare dell’esercito israeliano c’è un sentimento di inquietudine, che si riflette anche nello stato d’animo delle persone. La forte presenza di polizia ed esercito contribuisce da un lato alla sicurezza, dall’altro è però sinonimo del pericolo all’interno del Paese, e con questo intendo la Striscia di Gaza e la Cisgiordania. Prossimamente, Israele celebrerà i 70 anni della sua creazione, ciò che la popolazione araba continua a descrivere come una “catastrofe”.

swissinfo.ch: Come valuta gli attuali sviluppi?

E. B.: Tutti i protagonisti di questa crisi sono sotto pressione. Il primo ministro israeliano Netanyahu deve far fronte ad accuse di corruzione, che un giorno o l’altro gli creeranno dei problemi. Anche il presidente americano Trump è sotto pressione a causa delle sue vicende e il presidente siriano al-Assad è dipendente dalla Russia. Il presidente russo Putin, appena rieletto, deve urgentemente migliorare la sua immagine un po’ offuscata. Difficile dire quali saranno le ripercussioni su Israele in caso di un attacco militare dell’Occidente in Siria. Al momento non siamo in grado di valutare come sarà il Medio Oriente.

swissinfo.ch: In Israele vivono 18’000 svizzeri. Come sono organizzati e come si stanno preparando?

E. B.: Gli svizzeri vivono principalmente nelle grandi città e in alcuni kibbutz al nord. Per loro è sicuramente sensato registrarsi presso l’ambasciata elvetica a Tel Aviv. Ciò vale soprattutto per gli svizzeri nei kibbutz di Chanita e di Baram. Per quanto concerne le regioni nei pressi della Striscia di Gaza, penso in particolare al kibbutz di Magen e agli abitanti di Sderot e Ashkelon. In generale, tutti gli svizzeri in Israele dovrebbero registrarsi presso l’ambasciata.

Secondo Erich Bloc, l’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSECollegamento esterno) in Israele è bene informata e ha allestito un dispositivo di emergenza. La persona di contatto è Erich Bloch: eblochisr@yahoo.de

Traduzione dal tedesco di Luigi Jorio

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