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È accordo di pace tra USA e talebani

Uomo in abiti occidentali e altro in abiti mediorientali si apprestano a firmare un documento; scritte in arabo sul fondo
Doha, 29 febbraio 2020. Keystone / Stringer

Stati Uniti e talebani hanno firmato sabato a Doha, in Qatar, un accordo per la pace che mette fine a 19 anni di guerra in Afghanistan. Gli americani si impegnano a ritirare le proprie truppe dal Paese entro 14 mesi, fatto salvo un contingente per combattere i gruppi terroristici. I negoziati interni tra il governo di Kabul e i talebani, il cui obiettivo è arrivare a una tregua durevole e un'intesa per la condivisione del potere, inizieranno il prossimo 10 marzo.

L’accordo -che non è un trattato definitivo ma piuttosto un piano da realizzarsi a tappe, soggette a verifica- è stato siglato in un hotel della capitale qatariota, sede nei negoziati da oltre un anno, dopo una settimana di “riduzione della violenza” concordata con Washington.

Ad apporre la firma sono stati l’inviato statunitense per l’Afghanistan, Zalmay Khalilzad, e il mullah Abdul Ghani Baradar, vicecapo dei talebani ed esponente dell’originario governo degli insorti. I due si sono stretti la mano tra le esultanze dei presenti. Tra di essi, anche il segretario di Stato americano Mike Pompeo.

La guerra in Afghanistan è costata centinaia di miliardi di dollari, la vita di oltre 3500 soldati della coalizione (2400 americani) e decine di migliaia di morti tra combattenti e civili afghani.

Mentre si svolgeva la cerimonia a Doha, il segretario alla difesa Mark Esper era a Kabul per una dichiarazione comune col governo afghano, in cui gli USA ribadiscono il loro impegno a continuare a finanziare e sostenere l’esercito dell’Afghanistan.


Plauso da Onu e UE

Un “importante primo passo avanti nel processo di pace, un’occasione da non perdere”. Così è stata accolta l’intesa dall’Alto rappresentante UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, a nome dell’Unione Europea.

Borrell ha sottolineato che il processo di pace dovrà avere al centro l’avvio “al più presto possibile” di negoziati interni tra afghani che siano “inclusivi” e coinvolgano tutte le parti in causa. La proclamazione di un cessate-il-fuoco e una continua riduzione delle violenze costituiscono “una condizione essenziale per ricostruire la fiducia tra le parti”, ha rilevato.

Occhio ai diritti civili

Un processo di pace che l’UE è “pronta a facilitare e sostenere”, perché si ponga fine al conflitto con “una soluzione politica che comprenda il rispetto dei diritti umani e dei diritti delle donne”. Nella road map manca in effetti un fermo impegno dei talebani a difendere tali diritti, brutalmente repressi quando erano al potere e imponevano la sharia.

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Il presidente statunitense Donald Trump, che intanto ha annunciato che incontrerà in un futuro non lontano i leader dei talebani, incassa un successo di politica estera provvisorio ma prezioso per la sua rielezione. L’accordo getta le basi per riportare a casa le truppe USA dalla più lunga guerra della storia americana.

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