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Guerra e popolazione civile

Distribuzione di acqua alla popolazione di Umm Qsar Keystone

La Svizzera invita le Nazioni Unite a riprendere l'iniziativa per risolvere il conflitto in Iraq.

Dalla tribuna di New York l’ambasciatore svizzero esorta gli stati a superare le divisioni e a dedicarsi insieme ai compiti essenziali dell’ONU.

La presa di posizione svizzera riflette l’opinione di una grande maggioranza degli stati non rappresentati in seno al Consiglio di sicurezza. La Svizzera – ha detto l’ambasciatore Jenö Staehelin – ha preso atto con grande delusione che l’intervento militare in Iraq è stato deciso fuori del Consiglio di sicurezza.

Richiesta di un’azione comune

Ora, secondo l’ambasciatore svizzero, bisogna però agire in comune per ristabilire la pace e per adottare misure umanitarie, lasciando in disparte le diatribe sul modo di procedere della “coalizione” nell’avvio dell’intervento militare.

«Le Nazioni Unite hanno la responsabilità di ristabilire al più presto la sovranità dell’Iraq», afferma Staehelin.

Prima dello scoppio della guerra, in un convegno tenutosi in febbraio, la Svizzera aveva già avvertito sulle conseguenze umanitarie di una guerra. La Svizzera invita ora a partecipare all’incontro del gruppo “Problemi umanitari Iraq” che si terrà il 2 aprile a Ginevra.

Jenö Staehelin ha sottolineato che le regole delle Convenzioni di Ginevra vanno osservate in qualsiasi caso rigorosamente, malgrado gli Stati Uniti e l’Iraq non abbiano sottoscritto i relativi protocolli aggiuntivi.

Diritto internazionale pubblico

Il diritto internazionale pubblico è ormai diventato il diritto che fa stato ed è quindi vincolante per le parti in conflitto.

La partenza degli ispettori dell’ONU e dei collaboratori del programma “Oil for Food” (=petrolio in cambio di cibo) ha lasciato nel paese un «vuoto profondo», ha detto Staehelin, lanciando un appello alle parti in conflitto affinché permettano al personale delle Nazioni Unite di tornare nelle zone colpite. Il programma “Oil for Food”, ha detto l’ambasciatore elvetico all’ONU, deve essere ripristinato.

Oltre alle organizzazioni dell’ONU e al Comitato Internazionale della Croce Rossa, anche le parti in conflitto sono tenute a prendersi cura della popolazione civile.

Tra soldati e civili bisogna fare una netta distinzione, avverte Staehelin, invitando i membri del Consiglio di sicurezza a porre fine alle divergenze per dedicarsi «al principale compito comune, la tutela della pace internazionale e della sicurezza».

swissinfo e agenzie

L’ambasciatore svizzero presso le Nazioni Unite ha esortato gli stati a rimprendere uniti gli sforzi necessari per porre fine alla guerra e alla sofferenza in Iraq.

Superare le divisioni, promuovere la pace e riprestinare i programmi di aiuti alla popolazione civile: queste le richieste principali della Svizzera.

Alle parti in conflitto un appello affinché rispettino le convenzioni del diritto umanitario.

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