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Guardia svizzera: cade il tabu delle donne?

Spira aria di cambiamento tra le guardie svizzere pontificie: in occasione del giuramento dei 32 nuovi militi, il comandante Daniel Anrig non ha escluso una futura presenza femminile nel corpo.

Fondata il 22 gennaio del 1506 da papa Giulio II della Rovere, la Guardia svizzera pontificia si occupa da secoli della difesa del pontefice. Finora erano ammessi al corpo soltanto i candidati svizzeri, di sesso maschile, fede cattolico-romana e che hanno seguito il servizio militare in patria. Criteri molto rigidi che, di fatto, escludevano a priori le donne.

Una tradizione che il nuovo comandante delle guardie Daniel Anrig potrebbe anche rivedere in un futuro non troppo lontano. Si tratta di un cambiamento di rotta radicale rispetto al suo predecessore Elmar Maeder che a più riprese aveva ribadito che mai una donna avrebbe potuto vestire i panni di protettrice del papa, almeno non sotto il suo comando.

Il reclutamento di donne è «possibile», ha invece dichiarato a sorpresa Daniel Anrig, facendo così cadere un vero e proprio tabù a Città del Vaticano. Interrogato dall’agenzia italiana ANSA, un portavoce del più piccolo esercito al mondo ha tuttavia sottolineato che l’entrata delle donne porrebbe dei problemi logistici non indifferenti dato che gli spazi a disposizione bastano appena ad accogliere i 110 uomini del contingente.

Per il momento, comunque, le guardie svizzere continueranno a contare soltanto sulla forza maschile. Mercoledì, 32 giovani tra i 19 e i 30 anni hanno prestato giuramento nel cortile di San Damaso a Città del Vaticano. Una cerimonia che ha luogo ogni anno il 6 maggio, in ricordo del Sacco di Roma del 1527 da parte die Lanzichenecchi e dell’eroico sacrificio di 147 soldati in difesa del papa.

swissinfo.ch e agenzie

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