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Greenpeace contro Monsanto

Per dar peso alla loro richiesta, gli attivisti di di Greenpeace hanno esposto uno striscione sulla facciata dell'UFSP Keystone

Greenpeace di nuovo sulle barricate contro la soia transgenica della Monsanto. L'organizzazione chiede all'Ufficio della sanità pubblica di non rinnovare il permesso d'importazione.

Attivisti di Greenpeace hanno esposto venerdì a Berna uno striscione con tre grandi «scimmiette cinesi» – «non vedo, non sento, non parlo» – sulla facciata della sede dell’ufficio federale, accusato di non aver reagito ai «nuovi allarmanti studi» sulla soia Monsanto.

Sequenza di geni sconosciuta

L’autorizzazione quinquennale dell’UFSP all’importazione della soia transgenica «Roundup-Ready», in vigore dal 1. febbraio 1997, scadeva proprio venerdì, rileva Greenpeace in una nota. Ora l’importazione dovrebbe dunque essere proibita, visto che l’autorizzazione non è stata formalmente prolungata. «L’Ufficio federale non ha tuttavia ritenuto necessario informare i commercianti», denuncia l’organizzazione ecologista.

Greenpeace chiede una nuova valutazione scientifica, rilevando che la soia transgenica del gruppo americano contiene «una sequenza di geni sconosciuta, che finora nessun biologo molecolare è riuscito a descrivere».

Il 31 agosto 2001, Greenpeace aveva presentato un ricorso al Dipartimento federale dell’interno (DFI) chiedendo la revoca dell’autorizzazione per la «misteriosa soia gentech» e un inasprimento della procedura d’autorizzazione. Ma il DFI di Ruth Dreifuss «si nasconde dietro vaghe asserzioni della Monsanto» nonostante le «parecchie nuove considerazioni scientifiche» che gli sono state presentate.

L’UFSP sta studiando il problema

Interpellato dall’ats, il portavoce dell’UFSP Lorenz Hess ha ribattuto che in base all’ordinanza sulla procedura d’autorizzazione, quest’ultima decade automaticamente soltanto se non è presentata una richiesta di prolungamento.

Richiesta invece pervenuta puntualmente, per cui la vecchia autorizzazione rimane in vigore fino a una nuova decisione. L’UFSP sta conducendo analisi e ricerche proprie sulla problematica sequenza di geni di cui parla Greenpeace e dovrebbe rendere pubblica la sua decisione sulla richiesta della Monsanto ancora questo trimestre.

La soia in questione è immune ai diserbanti, e in particolare al potentissimo «Round-Up», prodotto dalla stessa industria chimica USA e comunemente utilizzato per distruggere le piante parassite. Questa varietà di soia può essere utilizzata in Svizzera nell’industria alimentare e nei foraggi per animali.

swissinfo e agenzie

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