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Grande ondata di pensionamenti in arrivo dal 2020

L'economia svizzera sta per vivere la più grande ondata di pensionamenti della storia (foto simbolica d'archivio). KEYSTONE/CHRISTOF SCHUERPF sda-ats

(Keystone-ATS) L’economia svizzera sta per vivere la più grande ondata di pensionamenti della storia.

È quanta afferma il SonntagsBlick, che con un sondaggio svolto presso alcuni dei più grandi datori di lavoro della Confederazione mostra come lo slittamento dell’età media dei lavoratori rispecchia tale situazione.

A partire dal 2020 andrà in pensione la generazione del baby-boom, riferisce oggi il domenicale aggiungendo che l’Ufficio federale di statistica conferma che la quota degli over 65 crescerà notevolmente a partire da quell’anno.

Nel 2013, l’età media dei lavoratori della Posta, che occupa oltre 60’000 persone, si attestava a 44,8 anni. Alla fine dello scorso giugno erano 45,9 anni e nel 2020 il gigante giallo crede che saranno raggiunti i 47,8 anni.

Un quadro simile viene fornito dalle Ferrovie federali svizzere, che dal 2022 si aspetta una grande ondata di pensionamenti. “Fino al 2035, circa la metà dei dipendenti lascerà l’azienda per motivi d’età”, affermano le FFS, citate dal giornale.

Il capoeconomista di UBS Svizzera Daniel Kalt ritiene che la maggior parte delle aziende non sia ancora consapevole dei notevoli cambiamenti in arrivo. Da ora, sempre più lavoratori esperti lasceranno le imprese e tra circa 13 anni vi sarà il culmine dello shock del pensionamento, con una conseguente mancanza di manodopera specializzata.

Gli apprendisti non saranno in grado di compensare tale situazione e vista l’adozione dell’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” nel febbraio 2014 gli stranieri non potranno coprire il fabbisogno di forza lavoro come avveniva in passato.

La digitalizzazione potrebbe essere un rimedio, ma non tutti i lavori sono sostituibili da robot, come ad esempio quelli nella formazione e nelle cure e in posizioni dirigenziali, settori in cui già oggi vi è una carenza di esperti, afferma Kalt, citato dal domenicale. La Previdenza per la vecchiaia 2020, su cui si voterà il 24 settembre, renderebbe flessibile l’età pensionabile, permettendo alle persone di continuare a lavorare anche oltre i 65 anni. Ciò rappresenta un vantaggio ma non basterà, conclude l’esperto.

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