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Governo: stabilità fino alle elezioni legislative 2011

Le donne, per la prima volta, in maggioranza nel governo svizzero Keystone

Con la scelta della socialista Simonetta Sommaruga e del liberale radicale Johann Schneider-Ammann, il parlamento ha privilegiato l'attuale ripartizione dei seggi in governo. L'Unione democratica di centro dovrà aspettare le elezioni federali del 2011 per tentare di riconquistare un secondo mandato.

Il risultato rispetta le previsioni e rispecchia una chiara volontà di stabilità da parte della maggioranza del parlamento. Almeno fino alle elezioni legislative dell’ottobre 2011, che potrebbero modificare nuovamente gli equilibri tra i maggiori partiti svizzeri e la suddivisione delle poltrone governative.

L’andamento dell’elezione dei successori di Moritz Leuenberger e Hans-Rufolf Merz riflette però ancora una volta il clima di confronto, che caratterizza da oltre un decennio la scena politica svizzera. Ossia da quando le forze storiche del centro si sono indebolite e si è assistito ad una crescente polarizzazione, con il rafforzamento a destra dell’Unione democratica di centro (UDC) e con l’emergere a sinistra dei Verdi, a fianco del Partito socialista (PS).

Così, mercoledì, il seggio lasciato vacante dal socialista Leuenberger era conteso dall’UDC, mentre per la poltrona liberata dal ministro del Partito liberale radicale (PLR) Merz, erano scesi in campo sia l’UDC che i Verdi. E la battaglia è stata più dura del previsto: il candidato dell’UDC Jean-François Rime è riuscito ad accedere in ambo le elezioni al ballottaggio finale.

Maggioranza femminile

Per finire, sia il PS che il PLR hanno raggiunto il loro obbiettivo: sostituire il loro ministro prima degli eventuali sconvolgimenti del 2011. Con la scelta da parte dell’Assemblea federale di Simonetta Sommaruga e di Johann Schneider-Ammann, la Svizzera si ritrova così, per la prima volta, con una maggioranza femminile in governo e con due rappresentanti del canton Berna.

Rispetto al passato, questa volta né la questione femminile, né le riserve contro la doppia rappresentanza di un cantone nel collegio governativo sono state in primo piano. Il parlamento sembra aver fatto la sua scelta senza lasciarsi condizionare da questi fattori, che avevano spesso determinato negli ultimi decenni la selezione dei membri del Consiglio federale. Con risultati spesso discutibili.

“Credo che, con questa elezione, la clausola cantonale sia stata abolita non solo sulla carta, ma anche nella testa dei parlamentari. E anche la questione della maggioranza femminile è stata abbordata senza inibizioni. Possiamo quindi parlare in tal senso di una vera e propria svolta”, ritiene Daniel Kübler, docente di scienze politiche all’Università di Zurigo.

Compromesso elvetico

A dettare la scelta dell’Assemblea federale sono state soprattutto le qualità attribuite ai due nuovi eletti. Simonetta Sommaruga, che figura regolarmente in testa ai sondaggi di popolarità dei politici svizzeri, è considerata una parlamentare sperimentata e estremamente competente, rispettata anche dai suoi avversari.

Lo stesso vale per Johann Schneider-Ammann, riconosciuto soprattutto per le sue capacità imprenditoriali e quale difensore in parlamento della piazza industriale svizzera. Il nuovo ministro liberale radicale si è fatto apprezzare in alcune occasioni anche dalla sinistra, ad esempio per le sue critiche contro gli eccessi speculativi del settore finanziario che hanno portato alla recente crisi economica.

La scelta contemporanea dei due bernesi da parte del parlamento appare come una sorta di tipico compromesso elvetico. Mentre Amman è un classico rappresentante degli interessi dell’economia e delle aziende, Simonetta Sommaruga ha acquisito grande popolarità quale presidente della Fondazione per la protezione dei consumatori. Spesso lottando contro i cartelli e le lobby industriali.

Potenziale di coesione

Due personalità quindi che incarnano posizioni politiche spesso contrapposte, ma a cui vengono attribuite varie qualità comuni: una visione indipendente, uno spirito di apertura, capace di superare le barriere partitiche, e la volontà di ascoltare le argomentazioni degli avversari. Qualità che potrebbero solo giovare al governo svizzero, aspramente criticato negli ultimi anni per la sua mancanza di comunicazione e di coesione.

“Sono due personalità che offrono un vero potenziale per rafforzare l’esecutivo. Sia Simonetta Sommaruga che Johann Schneider-Ammann sono figure integrative, che non pongono in primo piano la loro persona, ma le questioni essenziali. Sono quindi molto ottimista per quanto riguarda la coesione del governo”, afferma il politologo Mark Balsiger, esperto di comunicazione politica.

Una visione condivisa da Daniel Kübler: “È ancora troppo presto per dire come collaboreranno con gli altri membri del governo. Ma credo che i due neoeletti abbiano i requisiti giusti per cercare dei compromessi e delle maggioranze con i rappresentanti di opinioni diverse dalle loro”.

Seggio vacillante

Uscita sconfitta da queste elezioni suppletive al governo, l’Unione democratica di centro ha manovrato abilmente la candidatura di Rime per ribadire le sue pretese, quale maggiore partito nazionale, di riconquistare un secondo seggio in governo. Una manovra che potrebbe rivelarsi pagante in vista delle elezioni federali del 2011.

“L’UDC dispone ora sicuramente di un buon argomento, che potrà far valere durante la campagna elettorale per raccogliere maggiori consensi, ossia di non essere sufficientemente rappresentata in governo, per colpa degli altri partiti. E credo che Eveline Widmer-Schlumpf, in mancanza di una forte base elettorale, incontrerà grandi difficoltà a difendere il suo seggio”, prevede Mark Balsiger.

Anche per Daniel Kübler vi sono da attendersi nuovi cambiamenti nella ripartizione delle poltrone governative dopo le elezioni legislative del 2011. “Mi sembra una cosa molto probabile. Il seggio di Eveline Widmer-Schlumpf è alquanto vacillante e, a seconda dell’esito dello scrutinio, non sarà conteso solo dall’UDC, ma prevedibilmente anche dai Verdi”.

L’esecutivo elvetico dal 1848 è denominato Consiglio federale.

Composto di sette membri, è eletto ogni quattro anni dalle Camere del parlamento riunite in Assemblea federale.

I sette membri del governo prendono le decisioni in modo collegiale.

In Svizzera non c’è un capo di governo o di Stato. La carica di presidente della Confederazione è ricoperta a turno dai membri del governo. Il mandato presidenziale dura un anno. Non comporta competenze e poteri particolari.

1959 – 2003
La lunga era della “formula magica”: 2 seggi al Partito socialista (PS), 2 al Partito liberale radicale (PLR), 2 al Partito popolare democratico (PPD) e 1 all’Unione democratica di centro (UDC).

2004 – 2007
L’UDC, con Christoph Blocher, strappa un seggio al PPD: 2 seggi PS, 2 PLR, 2 UDC e 1 PPD.

2008
Eveline Widmer-Schlumpf e Samuel Schimd lasciano l’UDC ed entrano nel nuovo Partito borghese democratico (PBD): 2 seggi PS, 2 PLR, 2 PBD e 1 PPD.

2009
In gennaio l’UDC ritorna in governo con Ueli Maurer che subentra a Samuel Schmid: 2 seggi PS, 2 PLR, 1 PPD, 1 UDC e 1 PBD. In settembre, il radicale Didier Burkhalter subentra in governo al collega dimissionario Pascal Couchepin.

2010
Il 22 settembre l’Assemblea federale elegge Simonetta Sommaruga (PS) e Johann Schneider-Ammann (PLR), quali successori dei ministri dimissionari Moritz Leuenberger (PS) e Hans-Rudolf Merz (PLR).

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