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Governo: per un nuovo modello di concordanza

Dopo le dimissioni di Pascal Couchepin, la sala del Consiglio federale ospiterà un nuovo ministro a partire da novembre Ex-press

L'elezione di un nuovo membro del Consiglio federale il 16 settembre non può limitarsi ad un "casting" tra vari candidati. È quanto sostengono, in un libro appena pubblicato, alcuni rappresentanti e osservatori politici, per i quali i partiti devono avere il coraggio di definire una nuova politica di governo.

“Abbiamo l’impressione che l’elezione del nuovo consigliere federale stia scadendo al livello di un ‘casting show’, in cui i candidati cercano di piacere a tutti ed evitano di prendere posizioni profilate sui temi politici per timore di perdere sostegni al momento dell’elezione”, dichiara a swissinfo Andreas Gross.

“La Svizzera sta vivendo tempi difficili”, aggiunge il consigliere nazionale socialista, politologo ed esperto di questioni istituzionali. “I candidati dovrebbero quindi far sapere in che modo intendono affrontare i maggiori problemi ai quali siamo confrontati oggi. E, a loro volta, i partiti dovrebbero aprire un dibattito sulla politica che intendono portare avanti con i loro rappresentanti in governo”.

Per lanciare questo dibattito, a pochi giorni dall’appuntamento del 16 settembre il deputato zurighese ha pubblicato un libro – intitolato “Elezioni in Consiglio federale: non uno show elettorale” – in cui una ventina di rappresentanti e osservatori politici esprimono le loro riflessioni sull’elezione al governo e soprattutto sulla necessità di adeguare il sistema politico svizzero ai cambiamenti intervenuti negli ultimi anni.

La fine del modello di concordanza

“Molte persone sembrano voler ignorare che gli sconvolgimenti elettorali e politici dell’ultimo decennio hanno posto fine al vecchio modello di concordanza, sul quale poggiava il sistema politico svizzero”, sottolinea Andreas Gross. “Non possiamo fingere che non sia cambiato nulla, per evitare questioni di fondo che dovrebbero essere affrontate molto in fretta”.

Il modello di “concordanza” aveva determinato, fino a pochi anni fa, la composizione del governo svizzero. Seguendo questo principio, tutti i maggiori partiti nazionali erano rappresentati in Consiglio federale e si impegnavano a seguire una politica basata sulla ricerca del compromesso.

Le sue origini risalgono agli anni ’30, quando le minacce del fascismo e le tensioni internazionali avevano spinto le componenti democratiche del paese a riunirsi. La democrazia di concordanza aveva poi distinto la Svizzera per quasi mezzo secolo nel Dopoguerra, favorita dall’estremo immobilismo dei rapporti di forze elettorali tra i principali schieramenti politici.

Banalizzazione della politica

La crescita spettacolare di voti registrata nell’ultimo decennio dall’Unione democratica di centro ha però rimescolato fondamentalmente le carte, aprendo una nuova fase di scontro tra i partiti per i seggi in governo. Dopo essere rimasta immutata dal 1959, la ripartizione delle poltrone governative è così cambiata per ben tre volte nel giro degli ultimi 5 anni.

“Dopo la fine dell’era della concordanza, i partiti non hanno nemmeno tentato di definire un programma politico comune, in base al quale verrebbero poi eletti i membri del Consiglio federale. Oggi ogni schieramento cerca invece di dimostrare il suo diritto ad appartenere al governo, basandosi sulla matematica, ossia sul proprio numero di voti o di seggi”, afferma Andres Gross.

“In questo modo si sta banalizzando la politica nazionale e l’elezione al governo. Senza dimenticare che, questa volta, la matematica non aiuta nessuno partito. Dal profilo matematico, a seconda dei calcoli, vi sono almeno 4 formazioni politiche che potrebbero pretendere di occupare il seggio vacante: il Partito liberale radicale, il Partito popolare democratico, l’Unione democratica di centro e i Verdi”.

Un paese senza potere

Secondo il deputato zurighese è quindi giunto quindi il momento di gettare le basi di un nuovo modello di concordanza o di governo, che riunirebbe partiti con una visione politica comune e che non equivarrebbe soltanto ad una suddivisione aritmetica o proporzionale dei seggi del Consiglio federale.

Una visione condivisa da diversi altri autori del libro, tra cui il politologo Florian Schmid: “Concordanza, come lo indica la sua origine latina ‘concordantia’, significa accordo, intesa. Una democrazia basata sulla concordanza deve essere concepita come una forma di governo che mira a stabilire un accordo, un’intesa – ciò che oggi si ritrova molto raramente nella politica svizzera, sia a livello governativo che in molti altri ambiti”.

Un modello di governo basato su un programma comune rischia di estromettere un grande partito o l’altro dal Consiglio federale. Ma nel contempo permetterebbe di rafforzare il peso e l’autorità dello stesso governo, sempre più spesso accusato di essere composto da 7 amministratori che si limitano a gestire il paese.

“La Svizzera deve smetterla di sognare di essere una democrazia esemplare, solo perché nessuno vi detiene il potere”, afferma il deputato popolare democratico Jacques Neirynck. “In realtà è un’acrazia, un paese senza potere e quindi senza vigore e senza forza propositiva. Un’eccellente sistema per gestire la routine, ma una disgrazia per far fronte alla Storia, che non è un lungo fiume tranquillo”.

Armando Mombelli, swissinfo.ch

1959 – 2003
La lunga era della “formula magica”: 2 seggi al Partito socialista (PS), 2 al Partito liberale radicale (PLR), 2 al Partito popolare democratico (PPD) e 1 all’Unione democratica di centro (UDC).

2004 – 2007
L’UDC, con Christoph Blocher, strappa un seggio al PPD: 2 seggi PS, 2 PLR, 2 UDC e 1 PPD.

2008
Eveline Widmer-Schlumpf e Samuel Schimd lasciano l’UDC ed entrano nel nuovo Partito borghese democratico: 2 seggi PS, 2 PLR, 2 PBD e 1 PPD.

2009
L’UDC ritorna in governo con Ueli Maurer che subentra a Samuel Schmid: 2 seggi PS, 2 PLR, 1 PPD, 1 UDC e 1 PBD.

Da novembre 2009?
L’Assemblea federale elegge il 16 settembre un nuovo ministro, dopo le dimissioni del radicale Pascal Couchepin, che lascia l’incarico a fine ottobre.

UDC 65 seggi (28,9% dei voti nel 2007)
PPD 52 seggi (14,5%), inclusi 5 seggi di 2 partiti minori appartenenti al gruppo parlamentare PPD.
PS 51 seggi (19,5%)
PLR 47 seggi (17,7%)
Verdi 24 seggi (9,8%)
PBD 6 seggi

Pubblicato da Andreas Gross e Fredi Krebs in tedesco e in francese, “Elezioni al Consiglio federale: non uno show elettorale” ( Edizioni le Doubs – Service Public), contiene testi e interviste di una ventina di politologi, storici e parlamentari, tra cui Dick Marty (PLR), Jacques Neyrinck (PPD), Andy Tschümperlin (PS) e Luc Recordon (Verdi).

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