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Gottardo: una tragedia programmata

La tragedia del Gottardo è destinata a rilanciare le polemiche sulla sicurezza e la politica dei trasporti nazionale Keystone

Dopo la tragedia del Monte Bianco, numerosi esperti e rappresentanti delle associazioni automobilistiche avevano attirato l'attenzione sui rischi di gravi incidenti nel Gottardo.

“Una tragedia come quella del Monte Bianco è programmata anche per il Gottardo” aveva preannunciato, ancora nel luglio scorso, Markus Gisler, membro del parlamento cantonale urano e direttore della stazione di servizio e di ristoro di Altorf, sull’A2, situata a pochi chilometri dalla galleria.

Gisler si batte da anni per un rafforzamento delle misure di sicurezza e per un raddoppio del tunnel del Gottardo. Per attirare l’attenzione sulla problematica e sui rischi esistenti, il deputato urano ha addirittura aperto un sito Internet che raccoglie numerose informazioni sulla storia, la struttura e il traffico della galleria, nonché una statistica degli incidenti già avvenuti finora.

“Le misure di sicurezza sono molto buone, ma non per il caso peggiore, un incendio” dichiara a swissinfo Markus Gisler. Ecco perché il deputato auspica da qualche anno la costruzione di un secondo tunnel. Su questo punto è probabile che si vada a votare a livello nazionale già l’anno prossimo sulla cosiddetta iniziativa Avanti, ricorda Gisler. “La soluzione ideale è certo separare il traffico pesante dalle automobili: ma la Nuova trasversale ferroroviaria alpina (NEAT), attualmente in costruzione, non sarà un’alternativa prima di almeno 12 anni”.

Anche nel caso in cui fosse vietato il transito agli automezzi pesanti, in caso di incidente la via di fuga è limitata: si deve correre per chilometri senza possibilità di andare a destra o a sinistra, prosegue Gisler. “Ogni 250 metri ci sono rifugi, c’e un tunnel di scampo, ma è solo largo 2 metri, quindi non può essere utilizzato da veicoli di soccorso: un’incendio con temperature fino a mille gradi non permette di utilizzare queste misure di sicurezza”, come è successo proprio durante questa tragedia.

Gisler non è comunque il solo esperto ad aver sollevato a più riprese la questione della sicurezza della galleria del Gottardo. Tra gli altri, anche Alf Arnold, membro direttore dell’Iniziativa delle Alpi si era espresso con toni pessimistici dopo la tragedia del Monte Bianco. A suo giudizio, la sicurezza poteva venir rafforzata riducendo la velocità nel tunnel, imponendo una distanza minima tra gli automezzi pesanti e introducendo misure più restrittive per limitare ulteriormente il trasporto stradale di carichi pericolosi.

L’incidente avvenuto nella galleria del Gottardo sembra in ogni caso destinato ora ad alimentare le polemiche sulla politica nazionale dei trasporti. Da una parte, rafforzerà le convinzioni e le argomentazioni dei fautori di una seconda galleria sotto il massiccio del Gottardo, definito l’unico imbuto autostradale tra il nord e il sud dell’Europa. L’incidente del Gottardo potrebbe in tal senso condizionare notevolmente l’esito della votazione sull’iniziativa Avanti, che chiede un raddoppio del Gottardo e un ampliamento di tre altri importanti tronconi autostradali in Svizzera.

Da parte degli ambientalisti vi sono da attendersi invece nuove pressioni per una maggiore potenziamento del traffico su rotaia e, in particolare, per un più radicale e rapido trasferimento del trasporto di merci dalla strada alla ferrovia. Una politica sostenuta finora anche dal Consiglio federale con la realizzazione della Neat e che sembra ottenere sempre più grandi favori anche a livello europeo.

swissinfo

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