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Gli svizzeri potranno farsi curare all’estero

La possibilità di curarsi all'estero lascerà vuoti i letti d'ospedali svizzeri? Keystone/Hochbaudepartment ZH

Ricevere cure in Italia, Francia o Germania a spese dell'assicurazione malattia di base è ora possibile nel quadro di progetti pilota limitati a fine 2009.

Il governo svizzero ha accettato mercoledì di testare questa possibilità nei paesi confinanti per determinare se la cooperazione transfrontaliera ha un effetto positivo sui costi delle salute.

Nell’ambito di progetti pilota limitati alla fine del 2009, cure prestate all’estero potranno essere rimborsate dall’assicurazione malattia di base.

Il Consiglio federale ha accettato mercoledì di sperimentare questa possibilità nelle regioni di confine.

I progetti pilota, che rientrano nelle modifiche dell’ordinanza dell’assicurazione malattia, verranno introdotti dall’inizio di maggio.

Nonostante le riserve espresse in procedura di consultazione, in particolare da cantoni, ospedali e medici, il governo è deciso a percorrere questa via.

L’obiettivo di queste prove, la cui efficacia sarà seguita e valutata scientificamente, è stabilire se una collaborazione di frontiera possa avere effetti positivi sui costi dell’assicurazione malattia, ha spiegato il consigliere federale Pascal Couchepin.

Finora, l’assicurazione di base copriva soltanto le prestazioni di fornitori omologati in Svizzera. Con questa strategia il Consiglio federale spera di rafforzare la concorrenza e, di riflesso, ridurre i prezzi.

Autorizzazione necessaria

Gli assicuratori e i cantoni che intendono varare progetti pilota del genere dovranno ottenere l’autorizzazione dai servizi del ministero della salute di Pascal Couchepin.

La durata di validità dell’esperimento si estenderà fino al 31 dicembre 2009. Il progetto più importante riguarda la circoscrizione tedesca di Lörrach e i semicantoni di Basilea Città e Campagna.

Il progetto pilota dovrà definire le prestazioni e i fornitori di cure. In entrambi i casi si dovranno rispettare le condizioni della legge svizzera.

I prezzi saranno convenuti tra assicuratori e fornitori di cure. Non equivarranno necessariamente a quelli praticati all’estero, dato che dovranno situarsi “tra le tariffe normalmente applicabili per l’assicurazione malattia sociale all’estero e quelli applicabili in Svizzera”.

Incitamenti

Per incitare gli assicurati ad accettare un soggiorno terapeutico oltre frontiera, gli assicuratori potranno rinunciare interamente o in parte al prelievo della franchigia, che varia tra 300 e 2500 franchi.

Lo stesso dicasi per il contributo alle spese dei medicinali (10% per quelli generici e 20% per gli altri) o l’ospedalizzazione.

Varie casse malattia hanno già manifestato interesse per il “turismo delle cure”. Per il momento, quest’ultimo è tuttavia ammesso soltanto nell’ambito dell’assicurazione malattia complementare facoltativa.

swissinfo e agenzie

Dall’entrata in vigore nel 1996 della Legge sull’assicurazione malattia (LAMal), ogni persona residente in Svizzera deve stipulare un’assicurazione malattia obbligatoria di base, che copre un certo numero di prestazioni sanitarie, a patto che siano fornite nel paese.

È possibile stipulare altre polizze facoltative, che danno diritto a una gamma più ampia di cure mediche, in particolare la possibilità di essere ricoverati in una camera singola e in alcuni casi di effettuare terapie all’estero.

Per cercare di contenere l’aumento dei costi della salute, le autorità federali vogliono aprire parzialmente il settore alla concorrenza estera. Una modifica legislativa prevede che nell’ambito di alcuni progetti pilota un paziente svizzero che dispone unicamente dell’assicurazione di base possa farsi curare anche all’estero.

In Svizzera il settore sanitario rappresenta un fatturato annuo di circa 50 miliardi di franchi.
Questa cifra corrisponde a circa il 13% del prodotto interno lordo.
Circa 1/3 di questa somma, ossia 18 miliardi, è coperta dall’assicurazione obbligatoria di base.
L’11% della popolazione attiva lavora nel settore della sanità.
Il 6% negli ospedali.

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