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Gli svizzeri in Italia alla ricerca di nuovi volti

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Più giovani nei circoli e nei comitati: gli svizzeri d'Italia lanciano un appello per coinvolgere di più le nuove generazioni. L'obiettivo è stato ribadito sabato a Senigallia dove il Collegamento svizzero in Italia ha nominato per la prima volta una donna alla presidenza.

Nonostante le delusioni incassate negli ultimi mesi, non da ultimo i tagli decisi dal Parlamento federale alla Gazzetta svizzera, il bilancio tracciato dal presidente uscente Robert Engeler è più che mai positivo.

“Il collegamento degli svizzeri in Italia non è soltanto il più numeroso, ma anche il più attivo” ha ricordato con fierezza Engeler. “È questo il successo più grande ottenuto in questi vent’anni di presidenza: mantenere intatto lo splendore e la forza della colonia italiana, malgrado l’evidente carenza di giovani leve”.

Salutato da un lungo e caloroso applauso, Engeler si è congedato dal comitato con la certezza che la sua sostituta disponga delle competenze e dell’energia necessarie per dirigere al meglio questa comunità.

“Bisogna saper cedere il timone al momento giusto e permettere a chi ne prende la guida di scegliere in modo autonomo la direzione da prendere. Irene Beutler-Fauguel non ha certamente bisogno di consigli. Mi limito dunque ad augurarle buon lavoro”, ha spiegato Engeler a swissinfo.

L’importanza dell’informazione

Engeler manterrà comunque l’incarico di presidente del comitato della Gazzetta svizzera, la rivista per i connazionali residenti in Italia. Un compito che si presenta sempre più difficile, dopo la decisione del Parlamento federale di ridurre di 500’000 franchi (su un totale di 1,83 milioni) il budget della Schweizer Revue e di conseguenza anche quello della Gazzetta svizzera.

Una battaglia persa che brucia ancora al presidente dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) Jacques-Simon Eggly: “La Confederazione ha un dovere d’informazione verso gli svizzeri dell’estero. Un dovere a cui – in seguito a queste decisioni – non adempie più in modo soddisfacente”.

L’ex consigliere nazionale non risparmia qualche frecciatina all’indirizzo del Governo federale, reo di non ascoltare a sufficienza la voce della Quinta svizzera. “Sarebbe auspicabile se, di fronte ai problemi che toccano direttamente gli svizzeri dell’estero, il Consiglio federale consultasse sistematicamente l’OSE”. Il ruolo di questa istituzione sarebbe così maggiormente riconosciuto e ufficializzato.

Una presidente sale e pepe

Quella di sabato è stata anche la giornata di Irène Beutler-Fauguel, una donna molto vivace e dinamica pronta ad assumere la presidenza con grande motivazione e convinzione. Ed è una prima, perché in precedenza si sono avvicendati a questa carica soltanto figure maschili. Membro per tanti anni del comitato del collegamento, sa perfettamente come muoversi. Irène Beutler-Fauguel ha infatti le idee molto chiare, ma misura con grande eleganza le sue parole. “Lasciatemi lavorare un anno da presidente – dice a swissinfo fresca di nomina – e poi vi potrò dire con più precisione quali saranno le nostre priorità e rivendicazioni”.

Capelli corti, sale e pepe, occhioni celesti: avvolta nella sua giacca rossa la nuova presidente stringe mani e regala sorrisi. Lucernese di origine, si esprime con un gradevolissimo accento toscano; vive infatti ormai da una vita nella provincia di Siena. La nuova presidente sa di essere ora alla guida di un gruppo che conta. “Nel Consiglio degli svizzeri all’estero, che ci rappresenta nei rapporti con la Confederazione, la nostra voce si fa sicuramente sentire – conferma Irène Beutler-Fauguel – ma non sempre Berna vi presta un ascolto adeguato. A volte, lo dico in tutta sincerità, ci sentiamo un po’ abbandonati”.

Secondo la nuova presidente i problemi principali degli svizzeri che vivono in Italia non sono molto diversi da quelli dei compatrioti che vivono in altre parti del mondo. “In un momento di crisi, tuttavia, certi problemi si acuiscono. E’ in momenti come questi – osserva la presidente – che molte persone si ricordano di essere svizzere e dell’esistenza dei circoli. C’è anche chi si chiede se non sia meglio tornare in Svizzera, c’è chi cerca agganci o chi ci interpella per sapere se siamo a conoscenza di qualche opportunità di lavoro”. Insomma la crisi c’è e si avverte.

Come si avverte, in Italia, un certo danno di immagine della Svizzera, dopo la bufera che si è abbattuta sul segreto bancario. “In Italia si continua a credere che gli svizzeri siano solo un popolo di ricconi. Gli italiani non si vogliono rendere conto che la maggioranza degli svizzeri lavora sodo, esattamente come tutti, e deve lottare per conservare il proprio lavoro”.

Il sogno della nuova presidente, giunta in Italia 45 anni fa, è quello di “creare un paese dove ci siano le cose belle e positive della Svizzera e dell’Italia. Sarebbe una specie di paradiso. Ma forse correrei il rischio di annoiarmi”.

Françoise Gehring e Stefania Summermatter, Senigallia

Ancora oggi, la colonia italiana è la comunità straniera più numerosa in Svizzera: oltre mezzo milione di persone possiedono la cittadinanza italiana o la doppia cittadinanza.

Anche la colonia svizzera in Italia è cresciuta dopo la fine della seconda guerra mondiale e oggi conta circa 50 000 persone. In Italia risiede la quarta comunità di svizzeri all’estero in ordine di grandezza, dopo quelle di Francia, Germania e Stati Uniti.

Alla fine del 2008 erano registrati 48’147cittadini elvetici nei tre consolati svizzeri in Italia. I due terzi vivono nel nord del Paese.

Nella zona dell’Aquila sono registrati 104 svizzeri.

In Svizzera vivono circa 24mila abruzzesi. In Ticino è presente l’Associazione regionale emigrati abruzzesi.

Il circolo svizzero delle Marche, che conta 80 membri, è stato fondato dal Nelly Novella il 24 ottobre 2004.

In tutte le Marche, regione che conta cinque Province, vivono circa 600 cittadini/e svizzeri/i e con la doppia nazionalità. Quasi la metà, circa 270, vive nella provincia di Pesaro-Urbino.

“La Svizzera arriva a casa tua” è il titolo di una nuova campagna promozionale di Svizzera turismo in Italia.

Una campagna che correrà sui binari del treno – con quattro carrozze “made in Switzerland” – e che toccherà cinque località italiane.

Partenza da Milano il 5 giugno, poi a Torino, Roma, Padova e infine Venezia.

L’idea è quella di fare conoscere la Confederazione con una modalità comunicativa più vicina alla gente. Tra le altre iniziative, la formazione di 4-5 mila ambasciatori del turismo svizzero entro il 2010″.

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