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Gli svizzeri ancora restii a farsi vaccinare

Solo una parte del personale medico si è finora vaccinato. Keystone

La Svizzera potrebbe essere colpita da una nuova ondata di influenza suina a causa della riluttanza della popolazione a farsi vaccinare e dei ritardi nella fornitura del vaccino, avverte un esperto.

Mentre il numero dei contagi cresce in fretta, le autorità scendono in campo a difendere la campagna di vaccinazione contro l’influenza.

L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha avvertito che il virus continua a progredire a ritmo sostenuto e che il numero di contagi è triplicato nel giro di una settimana, raggiungendo i 4500 casi confermati.

L’ufficio ha inoltre segnalato tre decessi dovuti all’influenza suina. Dopo la morte di un bebé di quattro mesi e mezzo nel canton Basilea, è stata annunciata la morte di due donne nel canton Zurigo. La prima vittima è una donna di 50 anni, deceduta di polmonite, la seconda, di 46 anni, soffriva invece di una grave insufficienza cardiaca ed era sieropositiva. Al momento sono state ricoverate 85 persone, di cui 16 nei reparti di cure intense.

Secondo l’ultimo bollettino dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), pubblicato il primo novembre, il virus H1N1 ha causato la morte di 6’250 persone in tutto il mondo.

L’attuale ondata di influenza pandemica, iniziata nel mese di ottobre, dovrebbe perdurare per i prossimi due o tre mesi. «L’epidemia potrebbe colpire un numero sempre maggiore di persone», avverte Werner Wunderli, virologo presso l’Università di Zurigo. «Se la gente rimane restia a farsi vaccinare, non riusciremo a contrastare questa nuova ondata influenzale», continua l’ex responsabile del Centro nazionale dell’influenza a Ginevra.

«Non credono nei benefici»

Secondo un sondaggio dell’Ufficio federale della sanità, reso noto in giungo, soltanto il 27% della popolazione intendeva vaccinarsi dall’influenza suina. Anche una recente inchiesta condotta dal settimanale SonntagsBilick ha rivelato una grande riluttanza al vaccino: soltanto il 9,8 percento ha affermato infatti di volersi proteggere dall’influenza.

Gli svizzeri hanno da sempre una certa diffidenza verso i vaccini, anche nei confronti di quello contro il morbillo. L’anno scorso, la Svizzera è stata colpita da un’epidemia di morbillo, una delle più gravi dopo il 1999, l’anno in cui è stata resa obbligatoria la vaccinazione.

L’OMS ha calcolato che in Europa si potrebbe sradicare il morbillo entro il 2010, se i programmi di vaccinazione raggiungessero il 95% delle popolazione. Stando alla stesso OMS, in Svizzera questo tasso è valutato all’86%.

«La gente non crede nei benefici della somministrazione del vaccino», afferma Werner Wunderli. «Non si rende conto che potrebbe trasmettere il virus agli anziani o alle persone a rischio».

Il virologo ha anche notato una certa reticenza alla vaccinazione fra il personale attivo nel settore sanitario.

Vaccino sicuro

Chi si oppone alla vaccinazione dubita della sicurezza dei vaccini, ha paura degli effetti collaterali oppure ritiene che il virus non sia pericoloso.

L’OMS ha ribadito giovedì che il vaccino contro l’influenza pandemica è altrettanto sicuro quanto quello utilizzato da sessant’anni a questa parte contro l’influenza stagionale. La stessa organizzazione esclude anche che sia stato il vaccino contro il virus H1N1 a provocare il decesso di 41 persone in sei paesi. Ha espresso nel contempo preoccupazione poiché ha notato che anche persone incinte e persone a rischio sono restie a farsi vaccinare perché preoccupate degli effetti collaterali.

Stando alle multinazionali Novartis e GlaxoSmithKline, gli effetti indesiderati dei nuovi preparati sono simili a quelli del vaccino contro l’influenza stagionale: gonfiore e arrossamento della zona dell’iniezione, febbre, dolori articolari e mal di testa. Essi dovrebbero scomparire dopo pochi giorni.

Ritardo

Le autorità sanitarie cantonali hanno espresso ultimamente delle critiche sullo scarso coordinamento e sull’entità delle scorte. Hanno anche sollevato alcuni punti interrogativi sui tempi dell’attuazione del programma di vaccinazione. Altre critiche sono state avanzate per la lungaggine nell’approvazione dei vaccini usati.

Per quanto riguarda i vaccini, la Svizzera figura fra i paesi meglio riforniti e non ha nulla da invidiare agli altri stati, ha sostenuto recentemente l’UFSP. Settimana scorsa, lo stesso ufficio ha comunicato anche che erano disponibili due milioni di dosi, sufficienti per vaccinare il 25% della popolazione e che il “tasso di copertura” potenziale passerà al 50% alla fine di questa settimana.

I responsabili del piano si augurano così che presto le persone a rischio siano vaccinate. Da lunedì 23 novembre si è dato inizio inoltre alla campagna di vaccinazione in due terzi dei cantoni svizzeri.

Didier Burkhalter, il nuovo ministro della sanità, ha ribadito recentemente come «sia importante strutturare bene il coordinamento tra tutti gli attori» e ha aggiunto che la Svizzera dovrà trarre degli insegnamenti dai problemi emersi durante la messa in pratica di questo piano nazionale di vaccinazione.

Simon Bradley, swissinfo.ch
(traduzione dall’inglese: Luca Beti)

In Svizzera, l’influenza A(H1N1) è stata isolata per la prima volta nell’aprile 2009. La fase di crescita esponenziale dell’epidemia è cominciata in novembre. Sono stati accertati in laboratorio 4500 casi, 85 persone, di cui 16 nei reparti di cure intense.

L’Ufficio federale della sanità pubblica ha segnalato tre decessi dovuti all’influenza suina: il primo di un bebé di quattro mesi e mezzo nel canton Basilea e due donne nel canton Zurigo.

La fascia d’età più colpita è quella che va dai 10 ai 19 anni. Seguono i giovani che hanno tra i 20 e i 29 anni.

Una normale epidemia d’influenza stagionale provoca dalle 1’000 alle 5’000 ospedalizzazioni e dai 400 ai 1000 decessi.

Il virus influenzale A(H1N1) è apparso in una forma geneticamente nuova nel marzo 2009 in Messico. È formato da DNA presente nei virus aviari, umani e suini.

La trasmissione da uomo a uomo si verifica attraverso colpi di tosse, starnuti o strette di mano. Per questo motivo, le autorità sanitarie raccomandano soprattutto di lavarsi accuratamente le mani più volte al giorno.

Bisogna poi evitare il contatto con persone che presentano sintomi influenzali. Tra questi vi sono: febbre, sonnolenza, perdita di appetito e tosse. Alcune persone hanno manifestato pure raffreddore, mal di gola, nausea, vomito e diarrea.

Secondo l’ultimo bollettino dell’Organizzazione mondiale della sanità, i morti nel mondo sono circa 6’770.

Il numero più alto di vittime si registra nel continente americano con 4’806 (15 novembre) casi mortali.

In Europa (almeno 350 decessi), la trasmissione appare diffusa ed in aumento.

La Svizzera ha ordinato 13 milioni di dosi di vaccino contro l’influenza A(H1N1) da Novartis e GlaxoSmithKline.

Entrambi i vaccini contengono un coadiuvante chiamato squalene, un olio organico naturale che aiuta la formazione di anticorpi.

Secondo le due case farmaceutiche, gli effetti collaterali sono simili a quelli del vaccino contro l’influenza stagionale: gonfiore e arrossamento attorno al foro dell’iniezione, febbre, dolori agli arti e mal di testa.

swissinfo.ch

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