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Gli occhi degli acquedotti, un’anteprima europea

Hydromon, ovvero l'acqua guardata a vista. Un progetto pilota di portata internazionale

Dal Ticino un progetto pilota che guarda lontano: nasce da un caso di inquinamento il progetto di respiro internazionale Hydromon, sviluppato nella città di confine di Chiasso. E oggi l'idea interessa altre città della Svizzera.

Tutto inizia nel mese di luglio del 2006, quando a Balerna (un comune a sud del Ticino situato a due passi da Chiasso) si verifica un caso di inquinamento batterico nell’acquedotto, dovuto sostanzialmente a pura negligenza: nelle rete idrica viene infatti introdotto materiale organico attraverso un idrante antincendio.

Due anni dopo, nel mese di luglio di quest’anno, a fare notizia è ancora un comune del Mendrisiotto, Morbio Inferiore, anch’esso a due passi da Chiasso: la rete idrica del comune viene contaminata da benzina. Intervengono il Ministero pubblico, la polizia cantonale e la Sezione protezione aria e acque del Canton Ticino che decidono di aprire un’inchiesta per determinare le cause dell’inquinamento.

Prevenire potenziali disastri

È partito tuttavia dall’episodio di Balerna il progetto Hydromon, che ha coinvolto nell’ideazione e nella sperimentazione il Politecnico federale di Losanna. Alle porte del Poli ha bussato direttamente la AGE SA, il gestore dell’acquedotto colpito che assicura l’approvvigionamento idrico ed energetico in diversi comuni del Basso Mendrisiotto Quale partner industriale, spicca un altro peso massimo dell’economia elvetica: “vonRoll hydro”.

“Quel caso di inquinamento – ha sottolineato il direttore dell’AGE Corrado Noseda – si era risolto senza gravi conseguenze. Come gestori di acquedotti abbiamo un’enorme responsabilità nel garantire una qualità dell’acqua ineccepibile, pertanto ci siamo resi conto che occorreva sviluppare metodi efficaci per la sorveglianza continua della rete idrica”.

Una preoccupazione più che legittima: “Se agenti inquinanti dovessero insinuarsi nella rete idrica – ipotizza Noseda – potrebbero spargersi dappertutto in poche ore, con conseguenze potenzialmente catastrofiche”.

Uno scenario buio da cui però è nata un’idea luminosa, ossia: permettere ai gestori degli acquedotti di essere costantemente informati sulle condizioni chimiche, fisiche e batteriologice dell’acqua e, se necessario, essere in grado di prendere immediati provvedimenti.

Una rete di sensori per sorvegliare gli acquedotti

L’idea è si è poi trasformata in un progetto vero e proprio, presentato pubblicamente a Chiasso a inizio novembre. Hydromon è in sostanza una rete intelligente di sensori che, situati all’interno delle reti idriche e degli acquedotti, sorvegliano costantentemente la qualità dell’acqua.

“I sensori – spiega Edoardo Charbon, professore di ingegneria elettronica al Politecnico federale di Losanna – sono autentici laboratori chimico-fisici in versione miniatura, capaci di svolgere attività analitiche in una manciata di secondi e di trasmettere i risultati via etere alla centrale operativa per la rilevazione rapida di possibili agenti inquinanti”.

Questo sistema di informazione rapida e capillare è dunque il cuore del progetto Hydromon, capace di dare un impulso verso un grado di sicurezza dell’acqua distribuita mai raggiunto finora.

Un progetto di portata internazionale

“Hydromon – spiega a swissinfo il professor Charbon – rappresenta una prima europea, se non addirittura una prima mondiale. Un’anteprima di interventi più ampi in altre zone metropolitane. Del resto il progetto ha già suscitato l’interesse di due grandi regioni urbane della Svizzera. Con il tempo e ottimizzando i costi, può sicuramente rappresentare un valido supporto anche nei Paesi in via di sviluppo”. Una parte del mondo dove la mancanza di acqua potabile assume conseguenze disastrose.

Secondo Edoardo Charbon, Hydromon è un progetto che mette in valore la grande tradizione del “know-how” elvetico, in cui accuratezza e precisione sono gli elementi fondanti. “Per noi ricercatori – aggiunge il professore – la collaborazione con l’industria e gli attori locali, è importantissima: ci permette di verificare concretamente l’applicazione delle nostre ricerche e valutarne l’impatto e l’utilità”.

E aggiunge: “Hydromon consente il raggiungimento di nuovi standard nella sicurezza dei sistemi idrici, facendo della Svizzera un paese leader nelle tecnologie per il monitoraggio e la protezione delle reti di acqua potabile. Lo sviluppo di sensori più potenti, consentirà la produzione di una gamma di misure ancora più performanti”.

swissinfo, Françoise Gehring, Chiasso

Il sistema di approvvigionamento idrico è responsabile della fornitura alla popolazione di acqua potabile di ottima qualità.

In Svizzera l’acqua potabile si ricava da sorgenti, falde acquifere e laghi. Una chilometrica rete di tubi fortemente ramificata presente nel sottosuolo, trasporta l’acqua potabile ai singoli utenti.

L’acqua potabile è oggetto di controlli approfonditi. Gli acquedotti sono obbligati a norma di legge a garantire in ogni momento la qualità ineccepibile dell’acqua. L’approvvigionamento è compito dei Comuni o di associazioni di più Comuni.

L’ordinanza federale sulle derrate alimentari prescrive a tutte le aziende idriche, a partire dal 2004, di fornire informazioni sulla qualità dell’acqua erogata almeno una volta l’anno. Tutte le aziende idriche hanno la possibilità di pubblicare qui gratuitamente i loro dati relativi alla qualità.

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