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Giuramento in Vaticano per le nuove guardie svizzere

Il corpo delle Guardie svizzere pontificie schierato in piazza San Pietro con sullo sfondo il colonnato del Bernini. www.schweizergarde.org

Ventotto nuovi membri della Guardia svizzera pontificia, fra cui sei ticinesi, prestano giuramento lunedì in Vaticano. In continuo calo gli aspiranti.

L’annuncio della cerimonia di giuramento in Vaticano delle nuove Guardie svizzere èstato fatto dal comandante del corpo, colonnello Pius Segmüller. Con i nuovi arrivati, la Guardia svizzera pontificia conterà in tutto un centinaio di militi. Continua il calo delle reclute: neppure quest’anno si arriva infatti ai 120 effettivi previsti dal regolamento.

Reclute in calo

La Guardia svizzera pontificia non attira più come un tempo e non si ferma il calo degli aspiranti soldati del piccolo esercito del Papa. Anche quest’anno infatti la Guardia non raggiungerà il numero di 120 effettivi previsti dallo statuto: con le 28 reclute che giurano lunedì si arriverà a 93, anche se il comandante Pius Segmüller spera di poter contare da giugno su altre 13 guardie che dovrebbero aggiungersi alle reclute.

Il giuramento delle nuove guardie si svolge ogni 6 maggio, in ricordo dello stesso giorno del 1527, quando durante il sacco di Roma 142 soldati svizzeri morirono per difendere il Papa ed i 42 superstiti riuscirono a portarlo in salvo. Un’impresa che ha reso celebre il corpo militare che era stato fondato pochi anni prima, nel 1506, con il compito di garantire la sicurezza della persona del Papa.

La tragedia di quattro anni fa

Da quando nel 1998, proprio alla vigilia del giuramento delle reclute, ci fu la strage in Vaticano – il vicecaporale Cedric Tornay uccise il comandante Alois Estermann e la moglie prima di suicidarsi – sono state rafforzate le cautele nel reclutare le nuove guardie, in particolare insistendo sui test attitudinali.

Una campagna di immagine in Svizzera ha cercato inoltre di far rinascere l’interesse dei giovani per un’istituzione secolare. Secondo il comandante Segmueller l’afflusso al corpo pontificio è condizionato anche dall’andamento generale dell’economia svizzera: quando questa va bene e i giovani trovano facilmente lavoro, ci sono meno aspiranti guardie; in fase di crisi invece la guardia diventa una possibile occupazione in più.

Divisa disegnata da Michelangelo

Lo stipendio di una guardia ai primi anni di servizio è di poco più di mille euro al mese, ma i dirigenti quantificano nel 75 per cento la possibilità di risparmio: infatti al mensile vanno aggiunti vitto e alloggio, assistenza sanitaria gratuita e accesso allo spaccio ed al magazzino vestiario del Vaticano, famoso a Roma per i prezzi convenienti.

Per statuto le reclute devono essere svizzere, celibi e misurare almeno 1,74 di altezza. Alla divisa di gala, multicolore e con elmo argenteo, disegnata da Michelangelo e nota in tutto il mondo, nelle normali occasioni le guardie svizzere ne alternano una blu con colletto bianco.

swissinfo e agenzie

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