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Neuchâtel sarà il secondo cantone svizzero con il diritto di voto a 16 anni?

giovani attivisti manifestano per il clima.
"Fridays for Future": giovani attivisti per il clima manifestano a Losanna per esigere una vera politica ambientale senza emissioni di CO2. Alla protesta del 17 gennaio 2020, nella città sulle rive del lago Lemano c'era anche Greta Thunberg. Jean-christophe Bott/Keystone

L'elettorato del cantone di Neuchâtel il 9 febbraio è chiamato alle urne per esprimersi su un'iniziativa che chiede di dare il diritto di voto ed eleggibilità ai 16enni e ai 17enni. Stando al politologo Marc Bühlmann, la proposta del Partito socialista ha buone probabilità di riuscita.


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Se l’iniziativa venisse accolta dall’elettorato, Neuchâtel sarebbe il primo cantone della Svizzera francese ad abbassare l’età di voto e di eleggibilità a 16 anni. Per il momento questo è un diritto che spetta solo agli adolescenti del cantone di Glarona. Questi ultimi possono però esprimersi solo su oggetti comunali e cantonali. A livello nazionale la soglia per il diritto di voto e di eleggibilità è di 18 anni.

A Neuchâtel, l’iniziativa è sostenuta sia dal governo sia dalla maggioranza del parlamento. A favore sono il Partito socialista, i Verdi e i Verdi liberali. Contrari sono i Partiti di destra, ossia il Partito liberale radicale (PLR.I Liberali) e l’Unione democratica di centro (UDC).

“L’evoluzione storica dimostra che il diritto di voto è stato concesso a fasce sempre più ampie di popolazione”, indica Marc Bühlmann, politologo presso l’Università di BernaCollegamento esterno. “Inoltre, siamo nel decennio dei giovani. Si interessano di politica e sono molto attivi. Vogliono prendere in mano il proprio futuro e il loro entusiasmo sta avendo effetti positivi”.

Impulsi positivi sulla politica

Con gli scioperi e le dimostrazioni a favore del clima, la gioventù ha trovato il suo tema e il suo palcoscenico. Per Bühlmann, direttore delle pubblicazioni Année Politique SuisseCollegamento esterno, i giovani sanno catturare molto bene l’attenzione dell’opinione pubblica e occupare la scena, grazie anche al sostegno dei media. “Sono molto preparati. Inoltre, presentano possibili soluzioni. È un atteggiamento che viene spesso lodato dagli adulti”.

I giovani disertano le urne

Secondo una stima approssimativa, solo il 30% dei giovani partecipa attivamente alle elezioni e alle votazioni. La partecipazione generale si attesta invece attorno al 45%. L’afflusso alle urne dei giovani è quindi di un terzo inferiore rispetto alla media.

Secondo l’esperto ciò dimostra che stiamo assistendo a un cambiamento. “I giovani si sono sempre interessati di politica, ma questa partecipazione non è mai stata premiata dalle istituzioni. Negli anni Sessanta e Ottanta si è così diffusa l’idea di una gioventù apolitica. Oggi, questa immagine fa decisamente parte del passato”.

“La democrazia ha un potenziale enorme quando dà la possibilità a molte persone di esprimere la propria opinione. Aumentando il numero di elettori, la discussione viene arricchita di nuovi argomenti”, spiega Bühlmann, basando le sue riflessioni sulla teoria della democrazia. Escludendo un gruppo, per esempio le donne, i giovani di 16 e 17 anni o gli stranieri, la società si priva di altri punti di vista. “Con un numero maggiore di opinioni e argomenti si favorisce la ricerca di soluzioni condivise e si rafforza la democrazia”, afferma il politologo.

Tuttavia, a Neuchâtel l’iniziativa non ha la strada spianata. Come ogni cambiamento del sistema politico, anche l’estensione del diritto di voto ed eleggibilità non viene sempre visto di buon occhio da tutti. “Chi detiene il potere, di regola, non vuole dividerlo con altri elettori”, spiega Bühlmann. In questo momento, però, l’entusiasmo giovanile dovrebbe avere la meglio sulla reticenza degli scettici e domenica 9 febbraio, dalle urne neocastellane dovrebbe uscire un sì.

Se ne parla un po’ ovunque

Bühlmann ricorda un altro fattore favorevole: l’esperienza positiva del canton Glarona è un’ottima pubblicità a favore dell’estensione del voto ai 16enni e ai 17enni in altri cantoni. E per finire, “l’onda dei giovani” nel parlamento svizzero sostiene indubbiamente la richiesta di chi, al momento, può scendere solo in piazza.

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Anche nei cantoni di Ginevra, Vaud, Zurigo, Vallese e Uri, il diritto di voto a 16 anni è stato inserito nell’agenda politica. Così anche a livello nazionale. Un anno fa, Sibel Arslan, deputata dei Verdi di Basilea-Città, ha presentato un’iniziativa parlamentareCollegamento esterno volta a concedere il diritto di voto ed elezione ai 16enni in tutta la Svizzera. La consigliera nazionale ci spiega che l’oggetto sarà trattato in commissione nei prossimi mesi, dopo la sessione primaverile.

Iniziativa popolare ai blocchi di partenza

La deputata di Basilea-Città ricorda che in Austria i giovani di 16 e 17 anni hanno la possibilità di votare a livello nazionale dal 2008. Anche in Germania, alcuni Länder hanno concesso il diritto di voto ed eleggibilità agli adolescenti. Tale diritto non è stato esteso però a tutto il Paese.

In Svizzera, intanto, si stanno cercando sostenitori a favore di un’iniziativa per il diritto di voto ai 16enniCollegamento esterno. PublicBeta ha lanciato una campagna di adesioni. Se l’idea sarà sostenuta da un numero sufficiente di persone, l’organizzazione darà ufficialmente avvio alla raccolta di firme. Per il fondatore Daniel Graf si tratta di una struttura dove “la democrazia ha la possibilità di svilupparsi e crescere”.

Campo di apprendimento, non stimolo alla partecipazione

Sia a Glarona sia in Austria, l’abbassamento dell’età di voto non ha aumentato la partecipazione politica dei giovani. Uno studio realizzato da ricercatori austriaci giunge però a una conclusione molto interessante: i 16enni e 17enni che hanno la possibilità di esprimere la propria opinione e di votare, sentono di essere presi maggiormente sul serio.

Il diritto di voto a 16enni può essere quindi considerato un ponte che favorisce l’appartenenza dei giovani alla società. Si può parlare anche di un investimento per rafforzare la fiducia nella nuova generazione di politici, consolidando quindi il futuro della democrazia. Infatti, questa forma di governo non è scolpita nella pietra.

(Traduzione dal tedesco: Luca Beti)

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