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Tre autori svizzeri agli onori a Soletta

Il "bacio della musa" fa da filo conduttore alle Giornate letterarie di Soletta 2012 literaturtage.ch

Scrittori giunti da tutto il mondo si ritrovano a Soletta in occasione delle 34esime Giornate Letterarie. L'edizione 2012, che prevede spettacoli, letture e discussioni, renderà omaggio in particolare a Giovanni Orelli, Peter Bichsel e Peter von Matt.

La politica si è immischiata nella letteratura ed ha così fatto aleggiare l’ombra di una polemica su questa edizione. Al centro delle discussioni: gli auspici insultanti pubblicati di recente dal settimanale Il Mattino della Domenica (organo della Lega dei Ticinesi) nei confronti dello scrittore Giovanni Orelli.

Mentre il Mattino è noto per le sue opinioni populiste, lo scrittore 83enne, socialista, è conosciuto per la sua lotta per un’apertura del Ticino ai suoi vicini e per un abbattimento di barriere culturali benefico per il cantone.

Il minimo che si possa dire è che le relazioni tra lo scrittore e la Lega dei Ticinesi sono difficili. La tensione è culminata con un commento nella rubrica satirica del Mattino del 29 aprile in cui ci si augurava la morte di Giovanni Orelli.

Contro l’autarchia culturale

L’augurio di pessimo gusto, che ha portato l’autore alle dimissioni dalla Lega, non è certo quello che l’opinione pubblica si sarebbe aspettata per l’occasione. Giovanni Orelli è infatti stato insignito del Gran Premio Schiller. Si tratta del più prestigioso premio letterario svizzero, che il ticinese condivide con un altro grande scrittore: il solettese Peter Bichsel. La cerimonia di consegna dell’onorificenza, come tradizione, ha luogo nell’ambito delle Giornate letterarie.

Raggiunto telefonicamente da swissinfo.ch a Lugano, Giovanni Orelli preferisce mantenere le distanze dalla polemica scatenata dalla vicenda.

“Non voglio oscurare il cielo solettese, perché la cosa più importante per me è questo premio che mi incoraggia a continuare la mia opera. Dato che prima di tutto sono uno scrittore, citerò il poeta Lucrezio e dirò come lui che la morte (che mi si augura) non mi impressiona, anche se mi ci sto avvicinando rapidamente”.

“Quello che mi rattrista invece è il populismo. Predica un’autarchia culturale che nuoce veramente al nostro cantone. Abbiamo sempre sviluppato rapporti con l’Italia e con i suoi grandi autori. Queste relazioni devono essere mantenute, come sono mantenute quelle tra la Svizzera romanda e la Francia, e tra la Svizzera tedesca e la Germania”.

L’apertura è proprio esattamente ciò che promuovono le Giornate di Soletta. Da 34 anni, questa rassegna fa incontrare scritti e conoscenze, eliminando tutte le barriere culturali.

Per questo appuntamento letterario di primavera, che si svolge sempre durante il fine settimana dell’Ascensione, la città ai bordi del fiume Aare si trasforma in un enorme forum. Spettacoli, performance, musica, letture in svariate lingue e workshop sulla traduzione confrontano mentalità e sensibilità di tutto il mondo. E affermano la dimensione internazionale di queste Giornate.

Letterature arabe poco conosciute

Quest’anno, dal 18 al 20 maggio, sono invitati autori africani, indiani, giapponesi, arabi, europei e naturalmente svizzeri. È “un ambiente propizio alla scoperta”, secondo il bernese Hartmut Fähndrich, traduttore dall’arabo in tedesco, presente a Soletta insieme a quattro autori del Medio Oriente.

La primavera araba suscita la curiosità sul piano politico. “Ma contrariamente a quanto si pensa, le espressioni letterarie e artistiche che accompagnano questa primavera in realtà non sono giunte fino a noi”, rileva.

Accompagnando autori arabi sconosciuti, Hartmut Fähndrich vuole attirare un pubblico che tende a rivolgersi piuttosto a scrittori provenienti dall’America o dall’Europa orientale. “Prendo dei rischi, ma spero di vincere la mia scommessa. Soletta è una città adatta per le scoperte. Piccola, entra facilmente nel vasto mondo delle lettere”.

Un colore esotico

Sulla stessa lunghezza d’onda è Peter von Matt, che festeggia i 75 anni proprio a Soletta e incontrerà il pubblico in occasione di un dibattito in programma il 20 maggio. Per il famoso saggista di lingua tedesca, l’apertura al mondo passa sia tramite scrittori stranieri residenti in Svizzera, sia da autori nati nella Confederazione che vanno a cercare ispirazione altrove.

“I primi contano sulla loro memoria e portano alla nostra cultura un colore esotico. Un colore significativo, anche se a volte si attenua dopo la loro seconda opera, così come succede con gli autori della giovane generazione di immigrati”, spiega Peter von Matt.

“Circa gli scrittori elvetici che vanno in esilio e poi tornano a casa, il loro rientro è spesso accompagnato da una riflessione sociale. Questa è arricchente per la Svizzera, che teme molto i movimenti”, osserva.

Per Peter von Matt, la letteratura elvetica è un mezzo che aiuta ad analizzare la Svizzera e a capire la dinamica del qui e dell’altrove, che spesso anima i dibattiti politici.

“Vedo il mio paese attraverso lo specchio di testi letterari”, confessa. L’ultimo libro del lucernese, Das Kalb vor der Gotthardpost, pubblicato recentemente dall’editore tedesco Carl Hanser, lo attesta. L’autore ne parlerà a Soletta.

La 34a edizione della rassegna si svolge dal 18 al 20 maggio 2012, all’insegna del tema il “bacio della musa”, ossia dell’ispirazione letteraria. Ogni giorno a mezzogiorno degli autori parlano della loro relazione con le muse.

Alle Giornate letterarie di Soletta quest’anno partecipano un centinaio di autori provenienti da tutto il mondo.

Tra le onorificenze distribuite in occasione della rassegna nell’edizione 2012 spicca il Gran Premio Schiller. La cerimonia di consegna del più prestigioso premio letterario svizzero – andato a Giovanni Orelli e Peter Bichsel – dà il via alla manifestazione: si svolge il 17 maggio, ossia alla vigilia dell’inizio vero e proprio delle Giornate.

Nella giornata conclusiva si festeggerà il 75° compleanno del germanista Peter von Matt. Il saggista lucernese discuterà con il direttore generale della Società svizzera di radiotelevisione (SRG SSR) Roger de Weck sulle relazioni tra letteratura e politica in Svizzera.

(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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