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Giochi pericolosi a Campione d’Italia

All'ingresso di Campione d'Italia una sorta di arco di trionfo, quasi a sottolineare una realtà a parte swissinfo.ch

A Campione d'Italia, pittoresca enclave in territorio svizzero, la magistratura italiana torna ad occuparsi del Casinò. Tra gli indagati Vittorio Emanuele di Savoia.

Ma gli abitanti dell’enclave, che in larga parte dipendono economicamente dalla casa da gioco, preferiscono non parlare. Bocche cucite, insomma.

Dirigendosi verso l’enclave, impossibile non scorgere l’imponente edificio – un progetto da 83 milioni di franchi firmato dall’architetto ticinese Mario Botta – che ospiterà il nuovo Casinò.

In Piazza Roma, affacciata sul lungolago di Campione, si susseguono due locali pubblici che evocano “la belle vie”: il Bar “Rouge et noir” e il “Café de Paris”. E’ la pausa di mezzogiorno, il sole scotta.

Attorno ai tavolini c’è movimento, ma nessuno ha voglia di parlare del nuovo scandalo che, colpendo il Casinò Municipale, ha inevitabilmente travolto l’enclave.

“No, io non parlo” dice, scuotendo la testa, una donna seduta al bar che torna a leggere il suo giornale. Il suo vicino taglia corto: “Adesso ci sono i mondiali di calcio, Forza Azzurri”. E gli impiegati del Casinò, che hanno appena terminato il turno, commentano con un mezzo sorriso e alzando gli occhi al cielo. Nulla più.

Realtà curiosa, in bilico tra due paesi

Enclave italiana in territorio svizzero, Campione d’Italia sembra essere sospesa tra due realtà: da un lato soggiace – politicamente e dal profilo amministrativo – alla Provincia di Como, d’altro lato segue il regime doganale svizzero. La moneta è il franco svizzero e sulle cartoline ci vanno pure i francobolli svizzeri.

Sono pure svizzere le linee telefoniche, mentre le automobili sono immatricolate nel Canton Ticino. La corrente elettrica arriva invece direttamente dall’Italia, ma viene pagata in franchi svizzeri. Dipendenti del comune e del Casinò, per esempio, ricevono il salario in franchi e usufruiscono di un cambio agevolato.

Questa particolare situazione tra anomalie e privilegi, agevolazioni fiscali di vario genere e facilità negli scambi commerciali, hanno reso Campione una sede attrattiva per molte società.

Casinò e tanti intrallazzi

A Campione, “presidiata” da un numero impressionante di uffici di cambio, il Casinò è il vero cuore pulsante, nel bene e nel male. Attorno ad esso gravitano infatti non solo molti soldi, ma anche molti faccendieri, loschi personaggi e “VIP” da riviste patinate.

Impossibile non “andare a sbattere” sul Casinò: tutte le strade di Campione portano alla “cattedrale” del gioco d’azzardo, motore economico dell’enclave con i suoi oltre 600 dipendenti. Un datore di lavoro importante, dunque, che spiega il disagio della gente quando si parla degli scandali.

Come quando, nel 1983, la polizia era intervenuta nel Casinò con un blitz per sospetti di corruzione e quando, all’inizio degli anni Novanta, aveva aperto un’inchiesta contro società di credito illegali.

Frediano Manzi, presidente dell’associazione lombarda “SOS Raket Usura” che vigila sui malaffari nei Casinò, punta il dito contro il sindaco di Campione, Roberto Salmoiraghi, pure lui coinvolto in questo nuovo scandalo che ha travolto anche Vittorio Emanuele di Savoia.

Che impatto, allora, una situazione come quella di Campione può avere su Lugano? “Credo che il malaffare – spiega a swissinfo Daniele Fontana, vice direttore del quotidiano ticinese “la RegioneTicino” – sia un pericolo insito geneticamente in questo tipo di impresa”.

“Ma, ahimé, è stato il popolo svizzero a voler riempire il proprio territorio di case da gioco. Sta comunque ai responsabili delle case da gioco – aggiunge il vice direttore – profondere tutti gli sforzi possibili per arginare gli appetiti della malavita”.

La concorrenza sulla porta di casa

A preoccupare i campionesi è anche il rischio di bancarotta del Comune. La nuova casa da gioco, nove volte più grande di quella attuale, rischia di trasformarsi in un buco nell’acqua e di peggiorare la situazione finanziaria del Casinò, che ha chiuso con i conti in rosso.

Da quando, nel 2000, in Svizzera è entrata in vigore la nuova ordinanza sulle case da gioco, Campione d’Italia ha infatti perso il monopolio incontrastato di “Tempio del gioco d’azzardo”. La concorrenza dei casinò ticinesi di Lugano e Mendrisio si è fatta evidentemente sentire.

“Di sicuro la concorrenza di Lugano e di Mendrisio – sottolinea Daniele Fontana – ha rappresentato un grosso problema per la cifra d’affari del Casinò di Campione. I risultati contabili di quest’ultima sembrerebbero anche smentire gli ‘effetti virtuosi’ della cosiddetta triangolazione, e cioè che due o più case ravvicinate si rafforzerebbero invece che indebolirsi”.

Quasi un mondo a parte…

Campione troneggia sulla sponda orientale del lago Ceresio e guarda, quasi beffarda, il Monte San Salvatore, che a sua volta si affaccia sul Golfo di Lugano. Spesso ci si chiede che ruolo abbia Campione, ammesso che ne abbia uno, nella regione in cui ha messo radici.

O forse è sempre stata una realtà a parte? “E’ una domanda intrigante proprio perché intrigante, in definitiva, è stata sinora questa realtà campionese nel contesto regionale luganese”, commenta ancora Daniele Fontana. “Un po’ esotica, vicina ma in definitiva remota, l’enclave di Campione – conclude il vice direttore – è sempre stata guardata proprio come elemento a sé. Oggi, poi, più che mai”.

swissinfo, Françoise Gehring, Campione d’Italia

Campione d’Italia “fatale” per Vittorio Emanuele di Savoia, 69 anni, chiacchierato erede della casa reale d’Italia.

Le accuse nei suoi confronti promosse dalla procura di Potenza sono associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, falso e sfruttamento della prostituzione legato al casinò di Campione d’Italia.

Coinvolto anche il sindaco di Campione, Roberto Salmoiraghi, che nel giugno dell’anno scorso era stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Reggio Calabria con l’accusa di associazione esterna di stampo mafioso. L’indagine riguardava il periodo in cui era amministratore delegato del Casinò.

Intanto la direzione del Casinò esclude qualsiasi suo coinvolgimento nelle vicende giudiziarie avviate a Potenza.

Campione è una piccola enclave italiana di 1,7 chilometri quadrati con circa 3 mila abitanti (di cui un terzo stranieri) e dista una decina di km da Lugano.
La casa da gioco è stata creata nel 1917 ed è stata inaugurata nel 1936.
Il Casinò ha chiuso i conti del 2005 con un disavanzo di 13 milioni di franchi.
Dal 2002 deve far fronte alla concorrenza esercitata dai casinò ticinesi di Lugano e Mendrisio.

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