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Genitori ancora troppo violenti

La violenza sui bambini è sempre di attualità nelle case svizzere swissinfo C Helmle

Malgrado in 15 anni le punizioni corporali ai figli siano diventate meno frequenti, lo schiaffo è una pratica ancora in voga per oltre 35'000 bambini in Svizzera.

Lo rivela uno studio dell’Università di Friborgo, il quale evidenzia come siano i più piccoli ad essere picchiati con più frequenza.

La classica “sculacciata” a bambini disubbidienti è una pratica che poco a poco sembra destinata a sparire. In quindici anni, i genitori svizzeri hanno infatti vieppiù rinunciato alle punizioni corporali quale metodo educativo.

Ciò non toglie che 35’000 bambini dai due anni e mezzo in su in tutto il Paese sono ancora puniti con uno sberlotto, con una frequenza che va da “a volte” a “molto spesso”. Le punizioni sono più frequenti per i più giovani.

Lo rivela lo studio “Le punizioni praticate dai genitori in Svizzera” dell’Università di Friborgo, i cui risultati sono stati pubblicati sul quotidiano svizzero tedesco “Tages Anzeiger”, dopo aver interrogato 1’240 genitori con figli al di sotto dei 16 anni.

Punizioni pericolose

Nel 2004, oltre 13’000 bambini hanno ricevuto, almeno una volta, uno schiaffo. La punizione è invece stata una tirata di capelli per circa 18’000 di loro, mentre 1’700 sono stati colpiti con un oggetto.

“Le punizioni corporali feriscono la psiche e l’integrità mentale del bambino. Più giovani sono e più sono vulnerabili”, avvertono gli autori dello studio.

I genitori della Romandia sembrano più severi degli omologhi svizzero tedeschi, visto che ricorrono più spesso a punizioni corporali.

“Nei paesi latini, compresa la Francia, a cui la Svizzera romanda fa riferimento per questioni linguistiche, questa cultura di rispetto estremo dei più piccoli non è così diffusa come nei Paesi nordici”, spiega Franz Ziegler, psicologo attivo nella Società svizzera per la protezione dell’infanzia.

Troppa violenza

Le cifre pubblicate lunedì sono, agli occhi di Ziegler, ancora paurosamente alte.

“L’accettazione della violenza contro i minori è molto più elevata di quanto mostra lo studio”, indica Ziegler a swissinfo.

“È sicuramente positivo che si facciano queste ricerche. Ma bisognerebbe anche interpellare i bambini”, aggiunge lo psicologo.

Ai genitori non piace la disubbidienza dei figli

Motivo principale che induce il 70% dei genitori intervistati ad intervenire fisicamente, la disubbidienza dei figli.

Secondo i ricercatori, ci si deve però porre la domanda se si può effettivamente pretendere un’obbedienza assoluta da parte di un bambino piccolo.

La metà dei genitori che puniscono la disubbidienza dei propri figli a schiaffi e sculacciate si dicono ugualmente suscettibili alle urla e ai pianti, alle cattive abitudini a tavola e ai comportamenti maleducati.

Altri gesti che non piacciono in modo particolare alle mamme e ai papà svizzeri sono il furto di denaro, la violenza, lo strapazzare i libri, i rientri a casa tardivi, l’indisciplina durante le lezioni, le cattive note scolastiche e il rifiuto del cibo.

Mamma e papà non puniscono allo stesso modo

Il sondaggio – richiesto nel 2003 dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali per paragonare i risultati raccolti durante uno studio simile condotto nel 1990 – mostra che in una quindicina d’anni la sensibilità dei genitori di fronte alle punizioni corporali è aumentata.

Il numero di persone che ammette di ricorrere a tali castighi soltanto di rado è infatti raddoppiato.

Sono invece altri i metodi educativi applicati per correggere gli errori dei figli, come per esempio la proibizione di guardare la televisione o di uscire con gli amici.

“Le mamme tendono a punire i propri figli manifestando, temporaneamente, un amore materno ridotto, mentre i papà sono più propensi a punizioni corporee e a proibizioni”, indicano gli autori dello studio.

Altro elemento interessante messo in evidenza dal sondaggio è l’apparente trasmissione ereditaria dei metodi educativi: i genitori che puniscono oggi i propri figli, sono stati a loro volta castigati quando erano bambini.

swissinfo e agenzie

Il 14,5% dei genitori ha ammesso, nel 1990, di aver punito fisicamente i propri figli nei sette giorni precedenti. Oggi sono solo il 7,5%.
La percentuale sale rispettivamente al 25,7% (1990) e al 21,9% (oggi) per le punizioni negli ultimi sei mesi.
A non aver mai picchiato i bambini erano il 13,2% dei genitori nel 1990 e il 26,4% oggi.

In Inghilterra, una nuova legge punisce con una pena fino a cinque anni i genitori che maltrattano fisicamente i loro figli in modo tale da “lasciare un segno”, come un gonfiore o un livido.

Ma la stessa legge sostiene che le “piccole punizioni corporali lievi”, date per ragioni disciplinari-pedagogiche, non vanno criminalizzate.

In molti paesi europei esistono leggi analoghe da tempo, ma non nei paesi latini, come Francia o Portogallo.

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