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Per andare in Italia tampone anche ai bimbi di due anni

Auto alla dogana autostradale di Chiasso Brogeda.
Keystone / Elia Bianchi

Le nuove regole per poter passare la frontiera italiana prevedono il tampone obbligatorio per (quasi) tutti, vaccinati, guariti dal Covid e bimbi fin dai due anni compresi.

Le nuove regole in vigore da domenica per poter valicare il confine, contenute nell’ordinanza firmata venerdì dal ministro Roberto Speranza, contengono alcuni aspetti che rischiano di complicare la vita dei residenti in Svizzera (e nei paesi Schengen).

Contrariamente a quanto annunciato un paio di settimane fa nel corso di un vertice europeo dal premier Mario Draghi, è stata abolita la quarantena di cinque giorni ma non sono previste agevolazioni per i vaccinati, né per le persone guarite dal Covid-19.

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Per l’ingresso del paese è indispensabile esibire alla dogana il certificato di un test molecolare o antigenico rapido negativo, effettuato nelle precedenti 24 ore. Non solo, il tampone, che approssimativamente ha un costo variabile dagli 80 ai 160 franchi, deve essere eseguito anche sui bambini che hanno compiuto i due anni.

Altri paesi europei prescrivono misure analoghe ai viaggiatori in entrata: in Grecia l’obbligo del tampone dai cinque anni, in Spagna e Germania dai sei anni e in Svizzera dai 12.

Ma a complicare le cose c’è soprattutto il fatto che le farmacie solitamente non eseguono i test sui bambini al di sotto dei sei anni, per cui i genitori sono costretti a rivolgersi ai pediatri disposti a offrire questo particolare servizio, che non è comunque gratuito (in alcune farmacie quello antigenico rapido è però pagato dalla Confederazione). Occorre poi tener conto delle difficoltà insite nel sottoporre piccoli di due e più anni a un test invasivo come quello nasofaringeo.

Dal punto di vista finanziario e pratico quindi, benché non vi sia più la prescrizione della quarantena, vi sono molti aspetti che oggettivamente continuano a scoraggiare l’ingresso in Italia da parte degli stranieri. È infatti difficile pensare che un’intera famiglia si sottoponga a questa procedura per una semplice gita domenicale o per la visita di un mercato oltre confine.

Non resta quindi che sperare nel passaporto verde (Green pass) che è stato promesso a livello europeo dalla metà di giugno. Fino ad allora, ammesso che le promesse vengano mantenute, resteranno da adempiere gravose condizioni per i turisti amanti del Belpaese.

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Restrizioni per paesi extra-UE: Per per chi proviene da Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Ruanda, Singapore, Thailandia, Giappone, Canada e Stati Uniti è necessario mostrare l’esito di un test negativo effettuato nelle 72 ore precedenti, comunicare il proprio ingresso in Italia ed effettuare una quarantena di 10 giorni, al termine della quale ci si dovrà sottoporre ad un nuovo tampone. Sono state inoltre prorogate le misure restrittive nei confronti del Brasile fino al 30 luglio 2021 e il divieto fino al 30 maggio per i residenti in India, Bangladesh e Sri Lanka. Da tutti gli altri paesi extra Ue, infine, è possibile entrare in Italia solo per motivi di lavoro, salute, studio, urgenza o rientro al proprio domicilio (con obbligo di tampone e quarantena).

tvsvizzera/spal con RSI (Rete Uno e Rsinews)

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