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Frontalieri, prestazioni sanitarie ancora gratuite

Frontalieri Tipress

Dibattito alla Camera sulle mozioni riguardanti l'accordo con la Svizzera. "Firma subordinata all'eliminazione delle discriminazioni ai lavoratori italiani"

Garanzie sulla futura tassazione dei frontalieri e sui fondi ai comuni a ridosso del confine con la Svizzera sono giunte oggi dal viceministro dell’economia e delle finanze Luigi Casero, intervenuto al dibattito alla Camera sulle cinque mozioni (PD-Ncd, M5S, Lega, FI e SEL) sui lavoratori transfrontalieri, delle quali solo la prima è stata approvata integralmente.

Questi lavoratori, ha precisato l’esponente del Governo – che ha voluto fare chiarezza sul tema alla luce delle iniziative prese a livello locale in Lombardia (in particolare nella provincia di Varese) – devono continuare ad accedere gratuitamente alle prestazioni del sistema sanitario nazionale. Vanno quindi sospese le richieste di pagamento (fino a 2’400 euro annui) a carico dei frontalieri, come avrà modo di precisare a breve anche il Ministero della salute.

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Frontalieri alla Camera, da ‘Il quotidiano’

Pressione fiscale analoga

C’è inoltre l’impegno espresso dell’esecutivo “a far a far sì che il nuovo sistema fiscale” concordato con Berna “non penalizzi complessivamente i lavoratori frontalieri”, anche se questo non porterà a mantenere l’attuale regime previsto dall’accordo del 1974, come invece proposto dalla mozione Polverini (FI). In linea con questo proposito si vuole estendere la franchigia di detrazione (7’500 euro) anche ai frontalieri residenti entro la fascia di 20 chilometri dal confine (i quali oggi sono imposti alla fonte esclusivamente dalla Confederazione).

Luigi Casero ha poi assicurato (in particolare il gruppo della Lega) che il livello dei trasferimenti ai comuni di confine per interventi infrastrutturali, garantiti oggi dai ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri provenienti dalle autorità fiscali elvetiche, sarà mantenuto anche nel nuovo regime e finanziato attraverso la fiscalità generale italiana.

Discriminazioni dei lavoratori in Ticino

Sul piano più strettamente politico il viceministro ha infine osservato che – in merito alla richiesta presente nelle varie mozioni di eliminare qualsiasi attività discriminatoria fatta nel Canton Ticino nei confronti dei lavoratori italiani (casellario giudiziale, moltiplicatore d’imposta comunale medio al 100%, iscrizione all’albo degli artigiani, tassa di collegamento) – all’interno dell’accordo del 22 dicembre scorso (che comunque deve ancorà essere firmato dai rispettivi governi e ratificato dai due parlamenti) c’è una “dichiarazione unilaterale fatta dall’Italia che ha subordinato la firma e il processo di ratifica dell’accordo sui lavoratori frontalieri all’assenza di ogni forma di discriminazione nella Confederazione e all’individuazione di una soluzione eurocompatibile al risultato del voto popolare del 9 febbraio 2014” (iniziativa contro immigrazione di massa).

Crosio (Lega): faremo emendamenti quando arriverà in aula

“Sarà impossibile garantire gli stessi ristorni che vengono attualmente versati dalla Svizzera”, ci ha detto il senatore della Lega Nord Jonny Crosio. “I frontalieri si troveranno a pagare più imposte con il nuovo regime e c on la quota del 30% di competenza italiana non si avrà lo stesso gettito destinato ai comuni di frontiera”, ha continuato il senatore del Carroccio che ha preannunciato emendamenti quando l’accordo giungerà in aula.

Marantelli (Pd): si fa chiarezza

“C’è l’impegno del governo affinché Berna agisca per rimuovere provvedimenti penalizzanti per i frontalieri”, ha invece sottolineato Daniele Marantelli (Pd) per il quale si è fatta chiarezza in merito alla possibilità di recuperare i contributi di previdenza professionale (2° pilastro) da parte dei lavoratori italiani attivi nella Confederazione e all’utilizzo per “opere infrastrutturali nei comuni di confine dell’eventuale extragettito fiscale.”

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