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Franco forte: sì del parlamento al pacchetto di aiuti

Il franco forte, una spada di damocle per le industrie esportatrici. Keystone

Dopo i senatori, anche i deputati hanno approvato mercoledì il piano proposto dal governo svizzero per contrastare gli effetti del franco forte. Soltanto l'Unione democratica di centro (Udc) e i Verdi liberali si sono opposti alla manovra da 870 milioni di franchi, definendola un regalo elettorale.

Dopo essersi inizialmente opposte, le altre formazioni borghesi hanno poi sostenuto il pacchetto difeso dal ministro dell’economia Johann Schneider-Ammann e da quella delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf. Ma non è tutto: malgrado la commissione delle finanze avesse invitato i parlamentari a tagliare o ridimensionare alcune voci del credito, il progetto è uscito indenne dal voto delle due Camere.

Gli 870 milioni previsti dal pacchetto potranno essere stanziati già a partire dal 1° ottobre e saranno prelevati sul budget 2011 della Confederazione, che presenta un’eccedenza stimata a 2,5 miliardi di franchi.

Questi aiuti statali vanno ad aggiungersi ai provvedimenti presi dalla Banca nazionale negli ultimi mesi per cercare di arginare la sopravvalutazione del franco. L’istituto aveva in particolare deciso a inizio settembre di fisare un corso minimo di 1,20 franchi per un euro.

A beneficiarne del piano di aiuti sarà soprattutto l’assicurazione disoccupazione, per la quale è previsto un sostegno massimo di 500 milioni di franchi. L’obiettivo è quello di evitare alle aziende di dover ricorrere alla disoccupazione parziale per far fronte al calo delle esportazioni.

Per il settore della tecnologia e della ricerca sono stati stanziati 212,5 milioni; 46,5 milioni sono invece previsti per il traffico regionale viaggiatori e per il traffico merci transalpino. I prodotti agricoli trasformati riceveranno un aiuto di 10 milioni per promuovere le esportazioni.

Nessuna riduzione dell’IVA

A far discutere i parlamentari è stato soprattutto il credito di 100 milioni di franchi destinato alla Società svizzera di credito alberghiero per sostenere progetti innovativi. Questa misura dovrebbe permettere al settore turistico di far fronte al previsto calo della domanda proveniente dalla zona euro, e di contrastare la possibile defezione delle banche private che potrebbero rendere più difficili le condizioni di prestito.

L’Udc avrebbe preferito ridurre il tasso dell’IVA dall’attuale 8 al 7,5% e dal 3,8 al 2,5% per il settore alberghiero, la ristorazione o gli impianti di risalita meccanica. Come il Consiglio degli Stati (Camera dei cantoni), anche il Nazionale non ha però voluto saperne di ridurre l’imposta sul valore aggiunto. La misura è infatti stata giudicata troppo onerosa e dagli effetti verosimilmente nulli, come ha precisato la ministra Eveline Widmer-Schlumpf.

Bocciate le proposte della sinistra

Il pacchetto di sostegno all’economia non è stato però criticato soltanto dalla destra. Il fronte rosso-verde avrebbe infatti voluto un intervento più deciso da parte del governo e aveva proposto l’istituzione di un fondo da 1,2 miliardi di franchi a sostegno dell’industria esportatrice.

Di fronte all’impossibilità di determinare in modo chiaro la cerchia dei beneficiari, i deputati hanno però preferito rinunciare a questa misura, con 100 voti contro 41.

Falliti anche un nuovo tentativo di vietare il versamento dei salari in euro, nonché la proposta di combattere gli alti prezzi in Svizzera attraverso un inasprimento accelerato della legge sui cartelli o conferendo maggiori poteri a Mister Prezzi.

In cantiere un nuovo pacchetto di aiuti

Nonostante l’opposizione del governo e della sinistra, la maggioranza ha adottato una mozione che chiede un nuovo programma di rilancio basato su una riduzione d’imposta per le aziende. Sono in corso progetti per sgravare l’onere fiscale.

Entro dicembre, il Consiglio federale intende presentare un secondo “pacchetto” di misure di sostegno all’economia. Questo nuovo programma d’impulso è diretto alla ricerca, alla promozione delle esportazioni, alla promozione dell’immagine della Svizzera e al turismo. Non dovrebbe superare il miliardo di franchi.

Concretamente, il governo vuole concedere 212,5 milioni per sostenere la ricerca e l’innovazione.

Altri 100 milioni andranno, sotto forma di prestito, alla Società svizzera di credito alberghiero.

La parte più cospicua – 500 milioni – la riceverà però l’assicurazione contro la disoccupazione, che potrà in tal modo far fronte al possibile aumento delle richieste di indennità per lavoro ridotto.

Ulteriori 10 milioni saranno destinati ai sussidi per l’esportazione di prodotti agricoli trasformati.

Altri 28,5 milioni saranno impiegati per sostenere il traffico transalpino combinato e 18 milioni per alleviare le indennità nel traffico regionale di persone.

Il governo intende poi presentare un secondo pacchetto di aiuti per il 2012, che le Camere tratteranno nella sessione invernale. Questo conterrà misure volte a promuovere la tecnologia, la ricerca, l’innovazione, l’infrastruttura e la formazione professionale.

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