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Una fattoria scompare, come tante altre

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Hans e Ruth Wüthrich non hanno mai contato le ore di lavoro nella fattoria. Quando le ultime mucche hanno lasciato la stalla, hanno però avuto un tuffo al cuore. Tomas Wüthrich

Nel 2000 il fotografo Tomas Wüthrich ha seguito i suoi genitori agricoltori durante il loro ultimo anno di attività nella fattoria di famiglia. Vent'anni dopo, ha pubblicato le sue immagini in un libro. Una testimonianza cruda e toccante della scomparsa delle piccole aziende agricole.

All’età di 19 anni, Tomas WüthrichCollegamento esterno lascia la fattoria di famiglia a Kerzers nel Cantone di Friburgo. “La vita era dura, c’era molto lavoro e il villaggio mi stava stretto”, ricorda. Qualche anno dopo, la nascita dei suoi figli e la sua formazione di fotografo lo spingono a tornare alla fattoria. I suoi genitori stanno vivendo il loro ultimo anno di attività, suo padre sta per raggiungere l’età della pensione e la coppia non può permettersi di fare investimenti per soddisfare i nuovi standard imposti dallo Stato. Avrebbero solo voluto tenere un po’ di terra e qualche mucca.

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Tomas Wüthrich in una foto del 2019, scattata a Liebistorf, nel Canton Friburgo, dove vive. Thomas Kern/swissinfo.ch

“Mio padre era arrabbiato perché non poteva decidere da solo quando smettere di coltivare”, dice Wüthrich. “Poi si è rassegnato, con una certa tristezza”.

Il fotografo vuole catturare gli ultimi momenti della fattoria e dei suoi abitanti. Ma fotografare la sua stessa famiglia è un compito complesso. “Era il mio primo progetto fotografico ed ero molto ingenuo”, nota. “Volevo solo osservare come lavoravano i miei genitori. Probabilmente sarebbe stato meno difficile per qualcun altro perché gli sarebbe stato assegnato in primo luogo il ruolo di fotografo e non quello di figlio”.

“Non volevo fornire uno sguardo romantico”

Tomas Wüthrich segue i suoi genitori nelle loro attività quotidiane: mungere le mucche, pulire la stalla e lavorare nei campi. Le sue foto in bianco e nero rivelano il suo stretto rapporto con gli agricoltori e mostrano il duro lavoro della fattoria. Hanno una dimensione speciale perché immortalano eventi che non accadranno mai più.

“I miei sentimenti sono stati ambivalenti durante tutto quell’anno”, ricorda Tomas Wüthrich. “Cercavo le mie radici, volevo che i miei genitori riconoscessero il mio lavoro di fotografo e non volevo fornire uno sguardo romantico della vita nella fattoria. Avevo visto molte foto di contadini e pensavo che fossero sempre presentati in modo troppo idealizzato”.

Nel 2001 alcune foto sono pubblicate su Magazin, la rivista settimanale del quotidiano zurighese Tages Anzeiger. Poi Tomas Wüthrich inizia a lavorare come fotografo freelance per vari media e si dedica ad altri progetti. Il suo reportage sugli ultimi nomadi Penan sull’isola del Borneo è nominato per lo Swiss Design AwardCollegamento esterno. Wüthrich vince anche più volte lo Swiss Press Photo AwardCollegamento esterno.

“Fattoria n. 4233”

E un giorno, il direttore della Fondazione svizzera per la fotografiaCollegamento esterno lo contatta. Peter Pfrunder sente che il progetto di 20 anni prima dedicato alla fattoria è importante per la storia della fotografia e vuole valorizzare il reportage. Tomas Wüthrich guarda le foto e decide di pubblicarle in un libroCollegamento esterno, intitolato “Fattoria no. 4233 – Un lungo addio”.

Wüthrich ha fatto delle ricerche e si è reso conto che la scomparsa delle fattorie continua: circa 1000 fattorie vengono abbandonate ogni anno. Il problema rimane di attualità e le sue immagini risvegliano ancora oggi delle emozioni. “Ho anche pensato che con il riscaldamento globale e i movimenti vegani, era il momento giusto per attirare l’attenzione della gente sul cibo, la produzione, l’origine del cibo e la questione dell’agricoltura di prossimità”, dice Tomas Wüthrich.

Nel 2000, c’erano circa 70’000 aziende agricole in Svizzera. Questa cifra è scesa a 50’000 nel 2019, secondo l’Ufficio federale di statisticaCollegamento esterno. Anche il numero di posti di lavoro in questo settore è diminuito drasticamente. Le strutture più piccole tendono a scomparire e quelle che rimangono si espandono, il che spiega perché la superficie agricola utilizzabile è rimasta a un livello relativamente stabile. I produttori di latte sono particolarmente colpiti, essendosi quasi dimezzati in 20 anni.

Il declino delle fattorie è una tendenza mondiale, una conseguenza dell’industrializzazione e della globalizzazione. Può essere osservato in tutti i Paesi dell’UE tranne l’Irlanda. Tra il 2005 e il 2016, circa un quartoCollegamento esterno delle aziende agricole dell’UE sono scomparse. I maggiori cali sono stati registrati in Polonia, Romania e Italia. Negli Stati UnitiCollegamento esterno, più di 100’000 fattorie hanno cessato l’attività tra il 2011 e il 2018.

Il fotografo ha notato che le immagini della fattoria suscitavano molte reazioni. Ha ricevuto lettere da molte persone che hanno detto di essere state toccate dal suo libro perché avevano vissuto la stessa storia o conoscevano famiglie che erano passate da un’esperienza simile.

“Poter vivere con una fattoria di famiglia”

Tomas Wüthrich non vuole trasmettere davvero un messaggio con la pubblicazione di questo libro. “Ma sarei felice se le mie immagini facessero riflettere, se la gente si chiedesse se tutta questa globalizzazione è davvero necessaria, se non sarebbe meglio guardare le cose in un quadro più piccolo”, dice.

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Un autoritratto del fotografo allo specchio della cucina, con la madre sullo sfondo. Tomas Wüthrich

Il fotografo ritiene che lo Stato, con la sua politica di sussidi, incoraggi l’agricoltura industriale, nello stesso tempo in cui promuove l’ecologia. “Non è compatibile e non funziona”, dice Wüthrich. “Non sono così ingenuo da voler tornare indietro. Ma penso che dovrebbe essere ancora possibile vivere in una fattoria a conduzione familiare”.

Suo padre ha appena compiuto 88 anni e ha detto a suo figlio di essere felice. Tomas Wüthrich è contento della conclusione: nonostante il fatto che la fattoria sia stata abbandonata, i suoi genitori non sono frustrati e sono riusciti ad andare avanti con la loro vita. Sono anche orgogliosi del libro pubblicato da loro figlio.

Eppure, quando ne ha parlato la prima volta, non erano molto entusiasti. Sua madre gli ha detto che non le piaceva stare sotto i riflettori e non capiva perché lui volesse tirare fuori tutti quei ricordi. “Pensava che non avessi scelto delle belle immagini”, dice Tomas Wüthrich. “Ma dopo aver letto il testo di accompagnamento, ha capito che mostrare questo lavoro era importante anche per le generazioni future”.

“Fattoria No. 4233 – Un lungo addio” presenta 73 illustrazioni in bianco e nero della vita nella fattoria dei genitori di Tomas Wüthrich, Ruth e Hans Wüthrich, durante il loro ultimo anno di attività. Il libroCollegamento esterno è pubblicato in francese e tedesco dalla casa editrice Scheidegger & Spiess. Contiene testi di Peter Pfrunder, direttore della Fondazione svizzera per la fotografia, e Balz Theus, giornalista e autore.

La mostra fotografica “Ferme n°4233” apre il 4 marzo al Musée gruérienCollegamento esterno di Bulle e durerà fino al 6 giugno.

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