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I nuovi caccia dell’esercito superano un primo scoglio

aereo da combattimento all uscita di un hangar
Quale aereo sostituirà la flotta di F/A-18, che arriverà in fin di vita verso il 2030? © Keystone / Laurent Gillieron

Il Consiglio degli Stati ha approvato martedì il progetto d'acquisizione di nuovi cacciabombardieri per un importo massimo di sei miliardi di franchi. Contrariamente al Governo, però, la Camera dei cantoni chiede che il fornitore compensi interamente la commessa.

Con 32 voti contro sei e sei astenuti, il ‘Senato’ svizzero ha compiuto un primo passo per l’acquisto di nuovi aerei da combattimento, destinati a sostituire gli attuali 30 F/A-18, che arriveranno al termine della loro durata di utilizzazione nel 2030, e 26 F-5 Tiger, in esercizio da una quarantina d’anni e impiegabili solo per alcuni compiti.

Tocca ora al Consiglio nazionale esprimersi sul decreto federaleCollegamento esterno, che potrà poi essere attaccato con un referendum.

Il Parlamento è chiamato a dire la sua sul principio, ma non sul modello dei nuovi jet da acquistare. In lizza sono rimasti quattro apparecchi: l’Eurofighter della Airbus (Germania), l’F/A-18 Super Hornet della Boeing (Stati Uniti), il Rafale della Dassault (Francia) e l’F-35A della Lockheed Martin (Stati Uniti). Il Gripen E di Saab (Svezia) è invece stato escluso dalla corsa.

Senza nuovi caccia, ha sottolineato la ministra della difesa Viola Amherd, l’esercito non potrà più garantire il suo compito di protezione della popolazione e delle infrastrutture,

Il nodo degli ‘affari offset’

Contrariamente a quanto proposto dal Governo, i consiglieri agli Stati hanno invece deciso che le imprese estere che ricevono commesse nel quadro dell’acquisto dovrebbero compensare il 100% – e non solo il 60% – del valore contrattuale mediante l’assegnazione di mandati in Svizzera (i cosiddetti affari offsetCollegamento esterno). Il 20% dovrebbe essere compensato con affari offset diretti e il 40% con affari offset indiretti in settori tecnologici e industriali rilevanti in materia di sicurezza.

Il 40% restante dovrebbe invece essere compensato in tutta una serie di altri settori, dall’industria delle macchine a quella orologiera, passando dalla chimica.

Stando a quanto deciso dai ‘senatori’, il decreto dovrà inoltre specificare che le principali regioni del Paese dovranno beneficiare, nella misura del possibile, degli affari di compensazione: il 65% per la Svizzera tedesca, il 30% per quella francese e il 5% per la Svizzera italiana.

Tale compromesso ha maggiori chance di passare davanti al popolo, ha indicato il liberale radicale Josef Dittli. Dal canto suo, Viola Amherd ha ricordato che gli affari compensatori devono in primis consentire all’industria della sicurezza di accedere a nuovi mercati. Ma contribuiscono anche all’aumento del prezzo di acquisto degli aerei, ha aggiunto la ministra della difesa.

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