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Il clima ha dominato le discussioni a Davos

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Malgrado le sessioni su clima e ambiente al WEF di quest'anno, centinaia di dimostranti si sono recati a Davos per manifestare. Keystone / Ennio Leanza

Il Principe Carlo, Donald Trump, Ursula von der Leyen, Simonetta Sommaruga e ovviamente Greta Thunberg: quest'anno quasi tutti hanno parlato di cambiamento climatico al Forum economico mondiale (WEF) di Davos.

Nella località alpina dei Grigioni ci sono stati eventi e discussioni sulla “decarbonizzazione del trasporto marittimo”, sul “raggiungimento della neutralità delle emissioni in città e edifici” e su “come il capitalismo degli stakeholder può aiutare a guarire il pianeta”. A Davos, il clima è stato uno dei temi forti della 50esima edizione del WEF che si chiude venerdì.

Mercoledì, il principe del Galles CarloCollegamento esterno ha affermato che “il riscaldamento globale, il cambiamento climatico e la perdita devastante di biodiversità sono le più grandi minacce che l’umanità abbia mai affrontato”. Tutti coloro che si trovano in una posizione di leadership, ha detto, devono agire “a livelli e ritmi rivoluzionari. Siamo in una crisi che spero venga compresa”.

una ragazzina e un nuomo si stringono la mano
Incontro tra il principe Carlo e la giovane attivista climatica Greta Thunberg. World Economic Forum via AP

“Il fatto che i potenti presenti a Davos abbiano portato l’argomento sul tavolo rappresenta un grande passo in avanti”, commenta Sandro Leuenberger dell’Alleanza Clima SvizzeraCollegamento esterno, interrogato da swissinfo.ch. Negli ultimi anni, sottolinea, il clima è diventato un tema sempre più importante per il WEF, soprattutto per quanto riguarda i rischi finanziari legati al riscaldamento globale.

Sempre mercoledì, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato il Green Deal europeoCollegamento esterno come una priorità. “L’Europa sarà il primo continente al mondo a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050”, ha promesso, annunciando investimenti per 1’000 miliardi di euro nel prossimo decennio. “Soldi europei, cofinanziamenti nazionali e investimenti privati con il forte sostegno dalla Banca europea per gli investimenti, la nostra banca per il clima. Questo creerà un’ondata di investimenti verdi. E c’è una richiesta in tal senso”.

Tuttavia, ha puntualizzato von der Leyen, “non ha senso ridurre le emissioni di gas a effetto serra in patria se aumentiamo l’importazione di CO2 dall’estero. Non è solo una questione di clima, ma anche di equità nei confronti delle nostre imprese e dei nostri lavoratori”.

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Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha parlato a Davos del Green Deal europeo. Keystone / Gian Ehrenzeller

“Non molto produttivo”

La crisi climatica è emersa anche durante l’incontro di 11 minuti tra Simonetta Sommaruga e Donald Trump, i presidenti di Svizzera e Stati Uniti, sebbene la questione non sia sembrata essere una priorità da parte americana.

“La presidente Sommaruga ha parlato dell’Accordo sul clima di Parigi, ciò che non è stato molto produttivo poiché tutti sanno che cosa ne pensa il presidente Trump”, ha detto Edward McMullen, l’ambasciatore americano in Svizzera, in un’intervista al quotidiano svizzero-tedesco Aargauer ZeitungCollegamento esterno. “Ma a noi è andata bene così. Lei è stata molto onesta e appassionata, così come il presidente Trump”.

donna e uomo che discutono
Nell’incontro con il presidente americano Donald Trump, la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga ha affrontato anche la questione climatica. Copyright 2020 The Associated Press. All Rights Reserved

Da parte sua, nell’unico breve riferimento al cambiamento climatico durante il suo discorso a Davos, Trump ha invitato “a non lasciarsi incantare dai profeti dell’apocalisse”.

“Sosteniamo Sommaruga per aver parlato del clima con Trump. Si tratta della sopravvivenza dell’umanità”, osserva Sandro Leuenberger dell’Alleanza Clima Svizzera, la quale rappresenta un’ottantina di organizzazioni in tutto il paese. “Tacere sarebbe stato irresponsabile”.

Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, si è fatto sentire, scrivendo su Twitter che “mentre il nostro pianeta brucia, troppi decisori si stanno trastullando”.

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E adesso?

Malgrado gli appelli, Sandro Leuenberger, esperto di mercati finanziari e di questioni climatiche, non è certo che il raduno nella nota stazione sciistica grigionese farà la differenza.

“Il motore è la società civile, ad esempio il movimento dei giovani per il clima”, sostiene, citando anche la recente assoluzione degli attivisti del clima che avevano inscenato una partita di tennis all’interno di una filiale del Credit Suisse, per protestare contro gli investimenti della banca nei carburanti fossili.

“Quella sentenza è stata una spinta al cambiamento. Vediamo che la pressione sta funzionando, lentamente ma inesorabilmente. E fa venire i brividi agli investitori, i quali iniziano a rendersi conto che il cambiamento climatico può costare denaro”, rileva Leuenberger.

Altri sviluppi

Sentiamo, nel prossimo servizio, le considerazioni del corrispondente della Radiotelevisione svizzera da Davos.

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Traduzione e adattamento dall’inglese: Luigi Jorio

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