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ForTI in Val Bedretto, sul percorso “San Giacomo”

Obiettivo del progetto transfrontaliero è riscoprire i manufatti e le fortificazioni militari del XX secolo; selezionati 11 sentieri

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Riscoprire manufatti e fortificazioni militari del ventesimo secolo e valorizzarne i contenuti. È l’obiettivo del progetto transfrontaliero ForTI – Fortificazioni ticinesi, che ha selezionato 11 sentieri di montagna in tutto il Ticino. Sabato, in valle Bedretto, è stato presentato il percorso San Giacomo.

Una marcia di 13 chilometri e un dislivello di oltre 800 metri da Cioss Prato alla cima del Passo. È il percorso “San Giacomo”, un itinerario montano che conduce attraverso le numerose testimonianze della storia militare della valle Bedretto.

Quella del San Giacomo fu un’area fondamentale per la difesa Svizzera del 20imo secolo. Specie a partire dal 1930, quando in Italia il regime fascista costruì una strada carrozzabile da Domodossola al passo. Una vera e propria provocazione da parte di Mussolini. Nella zona l’esercito elvetico realizzò così fortini, postazioni per mitragliatrici e artiglieria pesante (con 4 cannoni) e tre funivie.

Con la fine della Guerra Fredda, il sistema difensivo del San Giacomo fu abbandonato. Oggi i manufatti militari rappresentano una testimonianza per gli appassionati. Rivalorizzarli è l’obiettivo del progetto Fortificazioni Ticinesi. Come nel caso del Foyer a Cioss Prato, un campo militare acquistato e ristrutturato una 20 di anni fa dall’associazione Ufficiali Foyer Bedretto [nel video sopra, l’intervista all’ex presidente dell’associazione Francesco Vicari e al tenente colonnello a riposto Paolo Germann].

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