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Immigrazione, arrestato il sindaco di Riace

Domenico Lucano, sindaco di Riace, è stato arrestato e messo ai domiciliari con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ed illeciti nell'affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti.  

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L’arresto della Guardia di finanza è stato fatto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Locri su richiesta della Procura della Repubblica.

Con l’arresto di Domenico Lucano, per tutti “Mimmo”, crolla il”mito” di un amministratore diventato famoso per il suo impegno in favore dei migranti, che in migliaia avevano trovato ospitalità nel centro della Locride, già noto per il ritrovamento in mare dei “Bronzi”. 

L’impegno di Lucano in favore dei migranti gli diede enorme notorietà anche a livello internazionale, tanto che nel 2016 la rivista americana”Fortune” lo inserì tra le 50 personalità più potenti nel mondo. 

I “guai” per Lucano cominciarono quando la Prefettura di Reggio Calabria, lo scorso anno, dispose un’ispezione nel Comune di Riace  dalla quale emersero una serie di irregolarità nell’utilizzo dei finanziamenti governativi per la gestione dei migranti. I risultati dell’ispezione fecero scattare l’inchiesta della Procura della Repubblica di Locri da cui sono emersi gli illeciti che oggi hanno portato all’arresto di Lucano e della compagna, Tesfahun Lemlem.

Matrimoni di comodo

Domenico Lucano ha dimostrato una “spigliatezza disarmante, nonostante il ruolo istituzionale rivestito”, nell’ammettere”pacificamente più volte, ed in termini che non potevano in alcun modo essere equivocati, di essersi reso materialmente protagonista ed in prima persona adoperato, ai fini dell’organizzazione di matrimoni ‘di comodo'”. 

Lo afferma il procuratore di Locri Luigi D’Alessio, in una nota. Al riguardo viene riportato un dialogo intercettato dalla Guardia di finanza sul matrimonio di una cittadina straniera cui era già stato negato per tre volte il permesso di soggiorno. “Lei – dice Lucano – ha solo la possibilità di tornare in Nigeria. Secondo me l’unica strada percorribile, che lei si sposa! Io sono responsabile dell’ufficio anagrafe, il matrimonio te lo faccio immediatamente con un italiano. Mi fa un atto notorio dove dice che è libera e siccome è richiedente asilo non vado ad esaminare i suoi documenti perché uno che è in fuga dalle guerre non ha documenti. Se succede questo in un giorno li sposiamo”. 

Truffa sui rifiuti

Domenico Lucano è accusato anche di avere fraudolentemente affidato in forma diretta il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti a due cooperative sociali, la “Ecoriace” e “L’Aquilone” – in quest’ultima lavorano anche migranti -, impedendo così, secondo ‘accusa, l’effettuazione delle necessarie procedure di gara previste dal Codice dei contratti pubblici.   

Le due coop, secondo l’accusa, non possedevano i requisiti di legge richiesti per l’ottenimento del servizio pubblico, perché non iscritte nell’apposito albo regionale previsto dalla normativa di settore. Dalle indagini, secondo l’accusa, sarebbe emerso che Lucano, dopo vani e diretti tentativi di far ottenere l’iscrizione, avrebbe deciso di istituire un albo comunale delle cooperative sociali cui poter affidare direttamente, secondo il sistema agevolato previsto dalle norme, lo svolgimento di servizi pubblici.

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