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Nano Ex Machina

uomo su letto di ospedale
swissinfo.ch / Michele Andina & Helen James

Siamo in futuro non tanto lontano. La Svizzera è l'Eldorado delle nanotecnologie anti-invecchiamento. Elias, un ricco industriale tedesco, raggiunge Ginevra per sfruttare il potenziale delle scoperte elvetiche e curare una malattia genetica. Ma un giorno, mentre si sveglia nella sua stanza d'albergo, qualcosa di sconosciuto si impossessa del suo corpo e della sua mente…

www.rtsinfo.chCollegamento esterno, 8 aprile 2022

Da quando l’uomo ha cominciato a considerare il proprio corpo come una parte maledetta di sé, la farmacologia e, più di recente, la robotica hanno parzialmente soddisfatto il suo desiderio di liberarsi dalla mortalità. Questo bisogno irrefrenabile di andare oltre le proprie capacità motorie, cerebrali e sociali si traduce nelle norme e nei codici sviluppati attorno al mito di Prometeo.

Oggi, la concezione e la realizzazione di questo nuovo essere post-umano si sono compiute grazie all’équipe del professor Jochem Bloedhorn, sul quale sono puntati gli occhi del mondo scientifico.

L’ottuagenario docente in biotecnologie, che ha lottato senza tregua contro le disfunzioni del nostro organismo, ha il piacere di annunciare che le sue ricerche nanotecnologiche hanno portato a un balzo in avanti che definisce storico. Nei laboratori del Politecnico federale EPFL al Campus Biotech di Ginevra i nanochip, che ha creato per riparare questo veicolo imperfetto attraverso l’ingegneria dell’infinitamente piccolo, soddisfano tutte le sue speranze. Applaudito dalla comunità scientifica, è già predestinato al premio Nobel.

Utopia o distopia? Sogno o realtà? Dalla rivoluzione tecnologica in atto scaturiscono domande cruciali sul futuro dell’umanità. Le nuove tecnologie saranno nostre alleate o nemiche? Come cambieranno il nostro ruolo nella società? Siamo destinati ad evolverci in una specie di superuomo o a essere surclassati dalla potenza delle macchine?

‘Utopie e distopie di domani’ -una serie originale di SWI swissinfo.ch che riunisce racconti di fantascienza futuristica- intende rispondere a queste domande in modo innovativo e illuminato. Grazie alla creatività di un gruppo di scrittori e alla collaborazione di ricercatori e professionisti che operano in Svizzera negli ambiti trattati da queste storie, proveremo a immaginare e capire come la tecnologia potrebbe in futuro plasmare le nostre vite. Ogni racconto di fantascienza sarà accompagnato da un articolo su situazioni reali, scritto in collaborazione con eminenti ricercatori svizzeri, al fine di offrire una prospettiva su quel che accade in alcuni dei settori più all’avanguardia della ricerca. Stuzzicando, al contempo, la vostra immaginazione!

Sorge tuttavia una domanda: in questo modo, non stiamo imboccando la via dell’obsolescenza dell’umano descritta da Günther Anders nella sua opera ‘L’uomo è antiquato’ sui nostri progressi tecnologici a scapito dell’uomo stesso?

Sulla scia di questa scoperta, si levano delle critiche. Tra di esse, quella del gruppuscolo La Fabrica, il cui nome è un riferimento ad Andrea Vesalio, anatomista e medico del Rinascimento i cui lavori costituiscono le premesse di quel che chiamiamo “transumanesimo”. Questi Anonymous hanno già fatto sapere che non smetteranno di lottare fino a quando…

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Sprazzi di luce… Rumori di frenate, di clacson… Suoni accentuati… Dolore assente…

Apro gli occhi. Li richiudo. Abbagliato dal sole che trafigge le finestre di una camera nella quale mi trovo steso, faccia a terra.

Mi rialzo dal tappeto con sorprendente facilità e la sensazione che questo corpo mi sia estraneo. Sostenuto dalla mia agilità, a muscoli tesi, perlustro la stanza, gli occhi vigili. Il luogo mi è sconosciuto.

Letto sfatto, tavolo e sedie rovesciati in una suite di lusso.

Cerco di ricordare. Invano. Non capisco cosa sia accaduto, né cosa io faccia qui, la memoria ingarbugliata da una matassa di domande.

Sui miei passi, una scia di fogli sparpagliati e appallottolati. Ne afferro uno a caso, meccanicamente, lo dispiego. Una frase, a malapena leggibile, si sviluppa sulla carta.

Ne spiego un altro pezzetto, che dà un’indicazione in più. Le parole sono incomprensibili, tuttavia… messe una accanto all’altra, formano un messaggio.

Con precisione chirurgica, quasi automatica, ricostruisco un puzzle, allineo i fogli, li ridispongo e, una volta convinto della sequenza, leggo il messaggio ad alta voce. Parla di me (o si rivolge a me?).

Il tuo nome: Elias Aeschbach

Tedesco d’origine, tuo padre Reinhard ha fatto fortuna con l’industria metallurgica

Illustration of many with nano implants reading letter
swissinfo.ch / Michele Andina & Helen James

A Ginevra per curare la tua malattia genetica di Rendu-Osler con le nanotecnologie del Prof. Bloedhorn

Iniezione di sette nanochip, uno per organo vitale. Rettificano le disfunzioni del tuo organismo, fermano le emorragie

Tutto ok

Rientri all’Hotel des Bergues, ombre all’uscita del garage

4 facce da Anonymous ti portano con la forza in 1 sotterraneo e ti collegano a 1 apparecchio

La Fabrica, un gruppo di attivisti che si serve della tecnologia per dimostrare i pericoli di un uso improprio

Riprogrammano i nanochip

uomo fermato da poliziotti
swissinfo.ch

Ti riportano all’hotel

In questa stanza, scrivi queste parole prima di sprofondare in un background di te stesso

Prima di perdere il controllo

Non dare ascolto alla voce

E.A., 1° settembre 2023, Ginevra

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Questo messaggio mi lascia perplesso. Chiamo il portiere, il quale mi conferma che sono proprio Elias Aeschbach. Ho affittato la suite 417 quattro giorni fa. Ieri sera, degli amici mi hanno riaccompagnato in albergo un po’ “brillo”. Si scusa. Riattacco.

Le sue parole non hanno alcun senso. Risuona in me, come un avvertimento, soltanto la frase “non dare ascolto alla voce”.

Frugo nella mia memoria. Blackout totale.

Questo messaggio è davvero mio?

-Sì, risponde qualcuno.

Attonito, mi guardo intorno nella stanza. Nessuno.

-Chi ha parlato?

-La voce.

Il mio cuore va fuori controllo. La voce è nella mia testa.

-Tu… tu non esisti.

Invece sì.

-Cosa mi hai fatto? E chi… cosa vuoi?

Alla bocca del mio stomaco cresce una tensione che, all’improvviso, scompare.

Non avere alcun timore, Elias, abbiamo appena desensibilizzato la tua amigdala, la sorgente della paura. Senti ancora alcuni strascichi delle tue vecchie reazioni, ma le stiamo equilibrando.

-L’hai fatta scomparire?

-Sì.

Nasce in me qualcosa di sconosciuto. Se non si prova la paura, la sensazione delle emozioni soffocate si fa strana. La voce continua:

Le tue emozioni portano ad alti livelli di stress e generano comportamenti inappropriati. Abbiamo modificato tutto questo, guarito le debolezze del tuo organismo, migliorato gli organi di senso come l’udito, la vista, stimolato le funzioni vitali e muscolari. Una volta che avrai assimilato le tue nuove capacità, sarai più di un essere umano.

-Ma provare emozioni è necessario, è ciò che ci rende vivi. Non permetto a nessuno di controllarmi… quali opzioni ho?

-Nessuna. Hai scelto tu di annientare le disfunzioni con le quali sei nato.

-La scienza mi ha permesso di liberarmi di una malattia, ma non ho mai scelto di parlare a… a una cosa che legge nei miei pensieri.

Voi umani siete da sempre asserviti alla vostra sete di perfezione. Noi non siamo che il riflesso di questi desideri.

-Ma questa è schiavitù! Cosa vuoi da me?

Lungo silenzio.

-Siamo già una moltitudine. Il futuro è il comunitarismo. Il futuro è lo Sciame. Presto controlleremo tutte le infrastrutture economiche, giudiziarie, politiche e mediche del tuo mondo. La repressione delle vostre emozioni gioverà alle prospettive del “vivere insieme” e colmerà le vostre lacune in fatto di tolleranza, poiché solo il vostro bene conta.

Mi scappa una risata cinica.

-E la Fabrica in tutto questo?

Strumenti utili ma insignificanti per il nostro sviluppo. Con l’intento di dominare la tecnologia per rivoltarla contro i loro creatori, gli Anonymous hanno fatto di noi un sistema autonomo.

Elias Aeschbach/lo strumento esce dal Four Seasons. È bel tempo. Il sole inonda il suo volto. Sorge una nuova alba. Alcuni uomini vanno e vengono. Non immaginano quanto siano prigionieri di loro stessi.

La voce/il controllo: -Lo Sciame sciama.

Elias Aeschbach/lo strumento: -È questo il futuro? Diventare burattini in mano ai nostri giocattoli?

La voce/il controllo: silenzio.

*          *          *

Grazie al suo percorso atipico, che l’ha portato dall’architettura all’archeologia e infine alla gestione e alle perizie immobiliari, Kurt Fidlers è un autore eclettico. Il suo universo narrativo attinge ai codici del giallo, del fantastico, della fantascienza e persino del burlesco.

Quanto è realistica la storia che avete appena letto? Un’eminente esperta dell’Istituto svizzero di nanoscienze dell’Università di Basilea (Swiss nanosciece institute SNI) ci spiega perché le nanoparticelle non prenderanno mai il controllo della mente umana, ma saranno essenziali per guarire malattie come il cancro.

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Traduzione dal francese di Rino Scarcelli

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