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Fallimento dei negoziati all’OMC

Senza le sovvenzioni di Berna, i contadini di montagna non potrebbero sopravvivere Keystone

La sospensione dei negoziati commerciali sul round di Doha delude la delegazione elvetica e gli ambienti economici.

Gli agricoltori dal canto loro sono piuttosto soddisfatti di questo fallimento provvisorio, ma per il futuro la situazione rimane incerta.

I negoziati sul «round di Doha» per una nuova liberalizzazione del commercio mondiale sono stati interrotti lunedì, dopo che il cosiddetto gruppo dei Sei (Unione europea, Stati Uniti, Brasile, India, Giappone, Australia), riunito da domenica a Ginevra, non aveva trovato un consenso sul dossier agricolo.

I rappresentanti dei 149 paesi dell’OMC si sono riuniti lunedì a Ginevra per decidere i termini dell’interruzione. La sospensione dovrebbe essere a tempo indeterminato. Nessuna data è stata fissata per la ripresa delle trattative. La discussione a sei non riprenderà alla fine della settimana, come previsto in un primo tempo.

Scambi di accuse

All’annuncio della fine delle discussioni è seguito uno scambio di accuse reciproche fra i rappresentanti di Stati Uniti e Unione europea (UE).

Il commissario europeo Peter Mandelson ha detto che gli Stati Uniti «sono stati incapaci di mostrare, o non hanno voluto, la minima flessibilità sulla questione delle sovvenzioni agricole». La rappresentante statunitense per il commercio, Susan Schwab, ha accusato a sua volta l’Europa di non voler aprire i suoi mercati.

«Il fatto che nelle ultime settimane l’UE abbia cercato di mostrare una maggiore flessibilità, mentre gli USA non si sono mossi dalle loro posizioni, rende normale che a corto termine gli Stati Uniti meritino più biasimo degli altri», ha detto dal canto suo a swissinfo il capo della delegazione elvetica Luzius Wasescha. «Ma le maggiori responsabilità a mio avviso vanno a chi ha reso i negoziati fin dall’inizio ostaggi dell’agricoltura».

Ora i negoziati potrebbero slittare di mesi, se non di anni. Molto dipenderà dalla posizione degli Stati Uniti. «Ci potrebbe essere la disponibilità ad una maggiore flessibilità in novembre, dopo le elezioni di metà mandato negli USA», ritiene Wasescha. «Forse queste elezioni permetteranno a Bush una maggiore flessibilità. Se no bisognerà attendere una nuova amministrazione USA». In altre parole, le trattative potrebbero ripartire solo nel 2009.

Reazioni in Svizzera

La sospensione dei negoziati è stata accolta con delusione dalla delegazione svizzera. Secondo Luzius Wasescha, il rinvio della discussione potrebbe ritardare le riforme necessarie nel settore agricolo svizzero, mettendo in pericolo il programma agricolo 2011, che prevede una riduzione dei sussidi all’agricoltura da 14,1 miliardi a 13,5 miliardi di franchi sull’arco di tre anni.

«La mia nuova ministra dovrà vincere questa battaglia in parlamento», ha detto Wasescha riferendosi a Doris Leuthard, che dal 1° di agosto sarà a capo del Ministero dell’economia. «Poi avremo dei colloqui esplorativi per un accordo di libero scambio con l’Unione europea».

Anche economiesuisse ha giudicato «estremamente spiacevole» il fallimento dei negoziati sul round di Doha. Per un’economia piccola e aperta come quella svizzera, l’accesso ai mercati attraverso gli accordi dell’OMC è di grande importanza, ha detto all’agenzia ATS Gregor Kündig, della direzione di economiesuisse.

Soddisfatti per l’interruzione dei negoziati sono invece i contadini, che rischiavano di pagare il prezzo più alto in caso di accordo. L’Unione svizzera dei contadini (USC) è però consapevole del fatto che la situazione rimane incerta.

Secondo l’organizzazione infatti, nel caso di un accordo di libero scambio della Svizzera con l’Unione europea, la situazione potrebbe anche essere peggiore di quella dovuta ad un accordo in seno all’OMC. L’USC chiede in ogni caso l’abbandono delle disposizioni legate ai negoziati OMC contenut e nel programma agricolo 2011, su cui il parlamento dovrà chinarsi in autunno.

swissinfo e agenzie

Il ciclo di Doha è stato lanciato nel 2001 nella capitale del Qatar. I 149 membri dell’OMC negoziano in tale contesto una liberalizzazione degli scambi commerciali in beni e servizi.

Nel quadro dei negoziati la Svizzera si è opposta alla richiesta dell’OMC di abbassare le sue sovvenzioni all’agricoltura e le sue tariffe doganali.

D’altro canto, Berna sostiene una liberalizzazione dei servizi e un abbassamento delle tariffe doganali per i prodotti industriali.

All’interno dell’OMC la Svizzera presiede il G10, il gruppo dei paesi importatori di prodotti agricoli. Ne fanno parte anche il Liechtenstein, il Giappone, la Corea del Sud, la Norvegia, Taiwan, le Isole Maurizio, Israele e l’Islanda.

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