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Falò delle Alpi 2018: urge lotta al riscaldamento climatico

Quest'anno i "falò delle Alpi" intendono richiamare l'attenzione sull'urgenza della lotta al riscaldamento climatico. KEYSTONE/LAURENT GILLIERON sda-ats

(Keystone-ATS) Quest’anno i tradizionali “falò delle Alpi” intendono richiamare l’attenzione sull’urgenza della lotta al riscaldamento climatico.

Le organizzazioni ambientaliste, che promuovono l’iniziativa per la 30esima volta, insistono sulla necessità da un lato di rendere i comportamenti individuali ecocompatibili e dall’altro di ridurre le emissioni di CO2 del traffico pesante.

Le associazioni Iniziativa delle Alpi e le sezioni elvetiche della Commissione internazionale per la protezione delle Alpi (CIPRA) e di Mountain Wilderness (MW), che si batte per la salvaguardia delle montagne del mondo intero e degli ultimi grandi spazi deserti, si sono date appuntamento agli oltre 1600 metri di Pardiel, sopra Bad Ragaz (SG).

“Non è solo la politica che può fare qualcosa contro i cambiamenti climatici”, ha detto, citata in un comunicato, la consigliera nazionale Marina Carobbio Guscetti (PS/TI) in veste di vicepresidente dell’Iniziativa delle Alpi, associazione che ha quale scopo principale il trasferimento del traffico pesante dalla gomma alla rotaia.

“Tutti noi possiamo fare qualcosa: un contributo importante è l’acquisto di prodotti locali”, ha ad esempio affermato la vicepresidente della Camera del popolo, ricordando che vie di trasporto brevi contribuiscono a ridurre il carico climatico.

Maren Kern, direttrice di MW Svizzera, ha pure insistito sulla responsabilità individuale. “Nel traffico del tempo libero dobbiamo ricorrere maggiormente alla ferrovia e ai bus. Ancora oggi l’80% delle persone si reca in montagna con l’automobile – e i viaggi per cercare il fresco probabilmente aumenteranno con l’incremento delle estati torride”.

Proprio in seguito alle condizioni meteorologiche estreme di quest’estate – “la più calda dall’inizio delle misurazioni nel 1864” secondo la nota – sulle falde del Pizol (SG) e in molti altri luoghi è stata vietata l’accensione dei tradizionali falò.

Gli oratori hanno ricordato quanto l’ecosistema alpino sia esposto e fragile nei confronti dei cambiamenti climatici. Nelle Alpi “le temperature crescono con un ritmo doppio rispetto alla media globale”, sottolinea il comunicato. Gli effetti sono significativi per piante e animali, ma anche per l’uomo e le sue attività: le sorgenti inaridiscono, mucche all’alpeggio devono essere rifornite d’acqua con gli elicotteri, le infrastrutture costruite sul permafrost sono minacciate e il rischio di frane aumenta.

I “falò delle Alpi” sono accesi simultaneamente, il secondo fine settimana di agosto, in 30 località di Svizzera, Germania, Italia, Austria e Slovenia.

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