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Eveline Widmer-Schlumpf è la nuova consigliera federale

Keystone

L'esponente dell'Unione democratica di centro (UDC) Eveline Widmer-Schlumpf, eletta mercoledì in Consiglio federale, ha accettato la nomina. Sostituisce così il collega di partito Christoph Blocher.

Il gruppo UDC, che ha annunciato il passaggio all’opposizione, ha ritirato il proprio sostegno ai suoi due consiglieri federali.

Dopo un breve discorso durante il quale ha ringraziato il parlamento per la fiducia espressale nel voto di mercoledì, l’esponente dell’UDC (partito di destra nazional conservatrice) Eveline Widmer-Schlumpf giovedì mattina ha reso noto la sua decisione.

«Come altri, sono stata sorpresa dagli avvenimenti», ha affermato. La scelta del parlamento è un onore «per me, il mio cantone e il mio partito».

«Non sono un’eroina – ha poi dichiarato alla stampa. Ho accettato l’elezione perché convinta che l’UDC deve lavorare a soluzioni costruttive senza che ciò significhi l’abbandono delle proprie convinzioni politiche».

Con la sua decisione, che va contro la volontà del suo partito, la 51enne grigionese esclude definitivamente dal governo il collega di partito Christoph Blocher. Per la prima volta nella storia, nell’esecutivo svizzero vi sono tre donne su un totale di sette ministri.

«Il parlamento ha mostrato che non vuole più che la politica dell’UDC sia rappresentata in governo», ha affermato il capogruppo UDC Caspar Baader. Per il basilese, la scelta dell’Assemblea federale calpesta la volontà degli elettori e perturba il sistema politico elvetico.

Eletta al secondo turno

Mercoledì, Widmer-Schlumpf ha ottenuto 125 voti al secondo turno (al primo, con 116, le erano mancate quattro schede per raggiungere la maggioranza assoluta) contro i 115 di Blocher. La candidatura della consigliera di Stato grigionese era stata avanzata dal Partito socialista e sostenuta dal Partito popolare democratico e dai Verdi.

Dopo l’elezione, la figlia dell’ex consigliere federale Leon Schlumpf ha chiesto un giorno di riflessione per decidere assieme al suo partito se accettare il mandato.

“Se ho accettato – ha precisato la grigionese – è perché molte persone mi hanno sostenuto, anche molti affiliati del partito”.

L’UDC – che ha vinto le legislative di ottobre – ha più volte ribadito che se anche uno solo dei suoi due ministri uscenti non fosse stato rieletto, sarebbe andata all’opposizione.

Nessun sostegno dal suo gruppo

Una minaccia immediatamente messa in pratica: il presidente Ueli Maurer ha annunciato che il gruppo UDC non sostiene più l’altro esponente del partito in governo, il bernese Samuel Schmid, poiché costui ha accettato un nuovo mandato nonostante la bocciatura di Blocher. Una sorte che tocca ora anche alla Widmer-Schlumpf.

La neoeletta consigliera federale è cosciente del fatto che non sarà facile lavorare in queste condizioni, ma spera comunque di non rompere i contatti con l’UDC e di convincere grazie alla sua politica. «È in questo modo che ho lavorato nel mio cantone e intendo continuare con la mia “politica pragmatica”», ha dichiarato alla televisione svizzero-tedesca.

Lodando il bilancio del suo predecessore, Widmer-Schlumpf ha spiegato di non sentirsi parte della stessa ala del partito del tribuno zurighese, ma di quella più “liberale”. «Io so cercare i compromessi, quando necessario», ha dichiarato.

Indignazione e sollievo per Blocher

La decisione di passare all’opposizione mette fine a mezzo secolo di consenso governativo in Svizzera, in cui i membri del Consiglio federale erano tradizionalmente scelti tra le grandi formazioni politiche del paese.

«Faremo pressione sul parlamento e sul governo con iniziative e referendum», ha ammonito Caspar Baader.

Dal canto suo, Blocher ha dichiarato di esitare tra «l’indignazione e il sollievo». «Indignazione per come non sono stato rieletto, in particolare perché non mi sono stati detti i motivi», ha commentato.

Per Blocher, queste ragioni «non sono certamente» il risultato del suo lavoro. In merito al sollievo, Blocher ha parlato della possibilità di poter «ricominciare a dire ciò che penso e a parlare di cose che a causa della concordanza e della collegialità non potevo dire».

Stare all’opposizione, non significa che «diremo sistematicamente no a tutto», ha poi dichiarato alla stampa. «Stare all’opposizione significa prendere posizione su temi in cui vi è un conflitto tra popolazione e ambienti politic, come per esempio la politica europea».

In futuro, Blocher assumerà «molto probabilmente» la presidenza dell’UDC, ha affermato Yvan Perrin, vicepresidente del partito. Christoph Blocher, dal canto suo, ha indicato di non aver ancora deciso se candidarsi o meno alla presidenza, ma non lo ha comunque escluso.

Riconfermati gli altri sei

Gli altri sei ministri uscenti hanno già prestato giuramento mercoledì, dopo essere stati confermati in governo senza problemi di sorta.

A parte i due consiglieri federali socialisti Moritz Leuenberger e Micheline Calmy-Rey, non votati dall’UDC, tutti gli altri uscenti hanno fatto il pieno di voti.

In seguito all’esclusione di Blocher, al quale sarebbe spettata la nomina, il parlamento ha inoltre deciso giovedì, con 193 voti su 211 schede valide, di conferire a Hans-Rudolf Merz la vicepresidenza della Confederazione. La vigilia Pascal Couchepin era già stato eletto alla presidenza.

swissinfo e agenzie

L’elezione della 51enne Eveline Widmer-Schlumpf al posto di Christoph Blocher (67 anni) contribuisce a ringiovanire il governo svizzero.

Il Consiglio federale rimane dominato dai sessantenni, ma l’entrata della democentrista grigionese fa passare la media d’età al di sotto dei 59 anni.

I due liberali radicali Pascal Couchepin e Hans-Rudolf Merz hanno già festeggiato i loro 65 anni, l’età legale per il pensionamento. I socialisti Micheline Calmy-Rey (62 anni) e Moritz Leuenberger (61), così come l’UDC Samuel Schmid (60), non ne sono distanti.

La più giovane è la popolare democratica Doris Leuthard con i suoi 44 anni.

Gli attuali ministri sono ad ogni modo lontani dall’ex consigliere federale radicale Adolf Deucher: eletto in governo a 52 anni, è morto durante la carica nel 1912 all’età di 81 anni.

Il record di ministro eletto più anziano spetta al liberale ginevrino Gustave Ador, entrato nell’esecutivo nazionale nel 1917 a 71 anni.

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