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Esportazioni di materiale bellico: precisazioni in vista

Reagendo alle critiche di una settantina di professori di diritto svizzeri, la ministra dell'economia Doris Leuthard promette precisazioni riguardo alle esportazioni nell'Ordinanza sul materiale bellico.

In un’intervista pubblicata sabato sul quotidiano zurighese Tages-Anzeiger, la consigliera federale indica di voler includere “esplicitamente” nell’ordinanza che le esportazioni sono autorizzate nell’ambito di mandati dell’ONU. “Ciò corrisponde alla nostra prassi e al diritto internazionale”, precisa.

Doris Leuthard ammette comunque che ci sono stati due casi discutibili negli ultimi dieci anni. Si tratta del velivolo PC-9 della Pilatus venduto al Ciad, che lo ha armato e utilizzato nel Darfur per sganciare bombe, e dei quaranta carri blindati M109 venduti agli Emirati arabi uniti, che li hanno poi forniti al Marocco.

In una lettera aperta, due settimane or sono, 70 professori di diritto hanno accusato il governo svizzero di avere ridefinito la nozione di conflitto armato “in termini incompatibili con il diritto umanitario”, unicamente per poter esportare materiale bellico in più paesi.

La revisione dell’Ordinanza sull’esportazione di materiale bellico è entrata in vigore nel dicembre 2008. Il testo vieta la vendita di armi a Stati “implicati in un conflitto armato” o a paesi che “violano sistematicamente e in modo grave i diritti umani”.

swissinfo.ch e agenzie

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