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Esplode impianto chimico in Germania, almeno due morti

La nube provocata dall'esplosione. KEYSTONE/dpa/Oliver Berg sda-ats

(Keystone-ATS) Un’esplosione nell’impianto di smaltimento di rifiuti di Leverkusen, in uno dei parchi chimici più grandi d’Europa, ha provocato oggi la morte di almeno due persone e 31 feriti. Sull’origine dell’esplosione non circolano ancora ipotesi.

Il bilancio, anche ambientale, potrebbe ancora aggravarsi quando sarà fatta chiarezza sulla nube tossica che si è estesa per oltre sessanta chilometri, fino a Dortmund. Con un rischio che ha visto le autorità lanciare un appello a tutti i residenti: “Non uscite di casa, sigillate le porte e le finestre”.

Il sindaco Uwe Richrath ha parlato “di una giornata nera per i cittadini di Leverkusen”, nera come la colonna di fumo che li ha terrorizzati a partire dalle 09:40 di mattina, quando un’esplosione potentissima ha squarciato il silenzio. Così potente da essere avvertita dalla stazione del servizio geologico e sismico di Hespertal, a 40 chilometri a nord di Leverkusen.

L’incendio è stato domato solo dopo diverse ore, intorno all’ora di pranzo. Si era propagato in tre serbatoi colmi tra i 200 e i 300 metri cubi di “solvente organico”, ha spiegato l’amministratore delegato dell’azienda che gestisce l’area del “Chempark”, Lars Friedrich di Currenta.

Un numeroso contingente di vigili del fuoco, polizia e soccorritori è arrivato immediatamente sul posto, come sottolineato in conferenza stampa. Il timore era infatti che le fiamme potessero diffondersi ancora, complice il vento, producendo nuove esplosioni e aggravando la situazione.

L’app di allerta della protezione civile, “Nina”, ha diffuso via cellulare fin dalla mattina tra gli abitanti della zona l’allarme di “pericolo estremo” per i gas tossici dispersi nell’aria. Alla popolazione è stato chiesto di chiudersi in casa, sigillando porte e finestre, e di lavare bene frutta e verdura raccolta dagli orti. I parchi cittadini e i parco-giochi sono stati chiusi “a scopo precauzionale”, ha detto il sindaco della cittadina a venti chilometri da Colonia.

Con il passare delle ore le autorità hanno continuato a parlare di “pericolo”, lasciando però cadere l’aggettivo “estremo”, e così anche le tre autostrade chiuse al traffico (l’A1, A3 e l’A5) sono state riaperte.

Non è ancora chiaro però quali siano di preciso le sostanze rilasciate dall’incendio e una misurazione dell’aria è in corso, ha fatto sapere il responsabile di Currenta. “Al momento non abbiamo un’analisi esatta della nuvola ed è per questo che non abbiamo ancora ritirato l’allerta”, ha detto Friedrich.

Secondo le informazioni dell’Agenzia statale per l’ambiente (Lanuv), una valutazione della presenza di sostanze rilevanti nelle precipitazioni dopo l’incendio sarà possibile solo verso il fine settimana. Oltre ad essere un potenziale disastro ambientale, l’esplosione si profila sempre di più come un drammatico incidente sul lavoro.

I collaboratori presenti nell’area, tra l’impianto di smaltimento di rifiuti pericolosi, la discarica e l’impianto di trattamento delle acque reflue erano al momento dello scoppio tra i 50 e i 60, come ogni giorno, ha detto il responsabile di Currenta. Dei 31 feriti, 5 sono attualmente in rianimazione e una di loro è in fin di vita per le numerose ustioni.

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