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Esperimenti genetici a cielo aperto

Ricercatori nel campo di grano transgenico della stazione di ricerca Agroscope-Reckenholz

Vicino a Zurigo c'è un campo di grano recintato da filo spinato e sorvegliato in permanenza. Mezzo ettaro di terreno sul quale i ricercatori elvetici intendono trovare risposte ad interrogativi cruciali. Reportage dall'unica coltivazione di piante transgeniche all'aperto della Svizzera.

«Mah… non so, ci dovrebbe essere un cartello esplicativo da qualche parte… comunque non ne ho discusso molto con i miei vicini».

La giovane mamma dal leggero accento dell’Est non sembra turbata dalla vicinanza di un campo di grano fuori dal comune. La preoccupano di più le azzardate acrobazie della figlia, che approfittando della distrazione della madre si è arrampicata pericolosamente sullo scivolo del parco.

Il clima che si respira ad Affoltern, nella campagna che circonda Zurigo, appare disteso. Chi si aspetta di trovarsi di fronte una popolazione compatta e schierata contro l’esperimento genetico che si svolge a pochi metri dal giardino di casa, rischia di rimanere deluso. Per le strade, gli unici cartelli che auspicano “prati e campi puliti” non sono rivolti agli scienziati della vicina stazione di ricerca Agroscope-Reckenholz, ma ai proprietari di cani…

«Effettivamente i residenti della zona hanno accolto bene il progetto sul grano transgenico – conferma Susanne Brunner, dottoranda all’Università di Zurigo – è non vi è stata alcuna opposizione di rilievo. Inoltre qualche anno fa è già stato condotto un progetto simile». Diversa invece la situazione a Pully, nei pressi di Losanna, dove alcuni cittadini hanno presentato ricorso contro la sperimentazione all’aria aperta (vedi a fianco).

OGM e ambiente

Per affrontare un tema piuttosto indigesto come quello degli organismi geneticamente modificati (OGM), l’istituto federale Agroscope punta sulla trasparenza e l’informazione al pubblico.

Ad approfittare delle visite guidate proposte dai ricercatori è oggi un maestro di un liceo del canton Zurigo, che ha voluto avvicinare i suoi studenti al mondo dell’ingegneria genetica. «È un tema importante e di attualità: vorrei che i miei alunni sviluppassero uno spirito critico», ci dice Fabian Ottiger.

Lo scopo del progetto di frumento transgenico condotto dall’Università e dal Politecnico di Zurigo è di approfondire le conoscenze sull’introduzione di OGM in agricoltura. In particolare, si vuole studiare la capacità di resistenza all’oidio (una malattia fungina) in campo aperto e l’interazione tra le varietà modificate e gli altri organismi.

Le sperimentazioni in campo aperto – sottolinea il “Consorzio Frumento”, che coordina il progetto – devono inoltre affrontare gli interrogativi relativi alla sicurezza per uomo e ambiente.

L’Ufficio federale dell’ambiente ha dato il via libera ai test di Affoltern e Pully nel settembre 2007. La moratoria sull’utilizzo dell’ingegneria genetica in agricoltura accettata dal popolo svizzero nel 2005 – aveva spiegato all’epoca Bruno Oberle, direttore dell’ufficio – non impedisce agli scienziati di effettuare delle ricerche.

Due metri di recinzione

Dopo un’introduzione teorica sulle tecniche dell’ingegneria genetica e i progetti di Agroscope, la classe di Fabian Ottiger è pronta per andare sul campo. O meglio, nelle sue vicinanze, visto che una recinzione metallica e metri di filo spinato impediscono l’accesso ai non addetti ai lavori.

Le misure di sicurezza sono severe. Sembrano però più che altro proteggere le piante transgeniche dagli intrusi (persone e animali), anziché l’inverso. Eppure, quella che per gli ecologisti è una «minaccia» sta dentro, non fuori…

«Tutti gli utensili e macchinari utilizzati sul campo sono accuratamente puliti e il materiale vegetale proveniente da OGM è trasportato in contenitori speciali; gli scarti sono poi bruciati in un impianto d’incenerimento», ci corregge Susanne Brunner.

Niente grano transegnico nel piatto

C’è poi l’obbligo di rispettare le distanze di sicurezza e nei campi vicini sono regolarmente effettuate analisi per valutare il grado di contaminazione. «Ci sono solamente poche piante che si possono incrociare con il grano e quindi acquisire il nuovo gene», puntualizza il professor Beat Keller, responsabile del progetto di Affoltern, in un’intervista ad un giornale svizzero tedesco.

«Nella formulazione del nostro progetto abbiamo chiaramente indicato che il grano impiegato non è adatto né ad un consumo umano né alla produzione di foraggio animale», sottolinea Keller. «Il nostro scopo non è comunque la produzione di prodotti per il mercato. Questo è un compito che spetta alle ditte private, non alla ricerca pubblica».

Degli argomenti che non convincono Greenpeace e altre organizzazioni ambientaliste, per le quali le incognite dell’ingegneria genetica rimangono troppo grandi. E troppo rischiose.

Contadini diffidenti

I geni di resistenza all’oidio, la cui ubicazione esatta nel genoma del grano non è nemmeno conosciuta – deplora Greenpeace – possono teoricamente uccidere altri funghi o organismi utili del suolo. È vergognoso, aggiunge, destinare fondi pubblici alla ricerca di varietà genetiche resistenti ai funghi, di cui una moderna agricoltura ecologica non ha affatto bisogno».

Assieme all’Austria, la Svizzera è in effetti tra i paesi in Europa che presentano la maggiore proporzione di superficie agricola (11%) destinata alla produzione ecologica.

Nonostante la trasparenza e le rassicurazioni dei ricercatori, i contadini di Affoltern non sono convinti. «Non direi che gli OGM mi fanno paura – commenta un corpulento agricoltore, sospendendo per qualche minuto la pulizia della sua stalla – ma sono molto diffidente».

«Siamo stati invitati dalla stazione di ricerca per una seduta informativa: ci hanno detto che sono stati inseriti dei geni di resistenza all’oidio nel frumento, ma secondo me c’è dell’altro…».

swissinfo, Luigi Jorio, Affoltern

Venerdì mattina una trentina di persone è riuscita ad intrufolarsi nel campo di grano transgenico, malgrado le severe misure di sicurezza.

Il gruppo ha distrutto le coltivazioni in vari parti del campo, hanno reso noto in un comunicato l’istituto di ricerca Agroscope Reckenholz, l’Università e il Politecnico federale di Zurigo.

La polizia è riuscita in seguito a fermare cinque dei presunti autori dell’azione di sabotaggio. Si tratta di due uomini e tre donne d’età compresa fra i 29 e 39 anni.

L’istituto e le due scuole universitarie si riservano la possibilità di adire le vie legali contro gli autori dell’azione di sabotaggio.

1991-1992: coltivazioni sperimentali all’aperto di patate geneticamente modificate.

Maggio 1992: il 74% del popolo svizzero approva un articolo costituzionale che garantisce la protezione dell’essere umano contro gli abusi dell’ingegneria genetica.

Dicembre 1996: autorizzata la commercializzazione in Svizzera di due prodotti transgenici (soia e vitamina B12).

Giugno 1998: il 67% degli svizzeri respinge un’iniziativa che proponeva d’introdurre un divieto per la coltivazione di OGM e dei limiti alla ricerca genetica.

2004: il Politecnico federale di Zurigo effettua un esperimento di grano transgenico all’aperto a Lindau (Zurigo).

Novembre 2005: i cittadini elvetici (55,7%) accettano una moratoria di cinque anni per la produzione di OGM in agricoltura.

Settembre 2007: l’Ufficio federale dell’ambiente autorizza tre progetti di coltivazione sperimentale di grano transgenico all’aperto.

Maggio 2008: il governo propone di prolungare la moratoria sugli OGM al 2013.

Nel 2007 la Confederazione ha messo ha disposizione 12 milioni di franchi su quattro anni per il 59esimo programma nazionale di ricerca (PNR 59) intitolato «Benefici e rischi dell’immissione nell’ambiente di piante geneticamente modificate». Tra i 27 progetti selezionati vi sono quelli sul grano transgenico all’aperto.

Nel marzo 2008 delle varietà di frumento contenenti dei geni resistenti all’oidio, una malattia fungina, sono state piantate su una superficie di 5’000 metri quadrati sul territorio del comune di Affoltern.

I ricercatori dell’Università e del Politecnico federale di Zurigo hanno tempo fino al 2010 per valutare l’impatto delle piante transgeniche sull’ambiente.

Un progetto simile era stato autorizzato anche a Pully, vicino a Losanna. Per il momento è tuttavia sospeso, visto il ricorso inoltrato da alcuni cittadini presso il Tribunale amministrativo federale. A differenza di Affoltern, il campo si trova in effetti nel mezzo di una zona residenziale.

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