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Il telescopio svizzero Cheops è in orbita

Il telescopio spaziale Cheops è decollato mercoledì mattina da Kourou, nella Guyana francese, con 24 ore di ritardo. Alle 12:19 ora svizzera ha raggiunto la sua orbita 700 chilometri sopra le nostre teste.

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Un missile russo (naturalizzato europeo), un satellite italiano, uno svizzero, uno austriaco e due francesi, il tutto realizzato in collaborazione con più di 10 altri Paesi. Non erano pochi gli sguardi concentrati su Kourou la mattina di mercoledì, prima dell’arrivo dell’alba nella Guyana francese.

Ma contrariamente a martedì, quando il conto alla rovescia è stato bloccato un’ora prima della prevista partenza a causa di un problema al software della parte superiore del razzo, questa volta tutto è andato secondo i piani. Alle 5:54 ora locale (9:54 ora svizzera), il missile Sojuz è partito verso lo spazio raggiungendo velocità di punta di oltre 20’000 chilometri orari.

La missione Cheops, presentata dall’Agenzia spaziale europea ESA (in inglese)

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Cinque passeggeri

In Svizzera si è molto parlato della missione Cheops, dato che vede protagoniste le Università di Berna e Ginevra (e i suoi due premi Nobel). Ma nella Confederazione ci si dimentica spesso che il razzo trasportava in tutto cinque satelliti. Ecco quali, in ordine di messa in orbita: 

  • Cosmo-SkyMed seconda generazione, primo satellite di un totale di quattro destinati all’osservazione del bacino del Mediterraneo. Una missione per metà civile, per metà militare dell’Agenzia spaziale italiana. 
  • Cheops, telescopio spaziale destinato all’osservazione di 500 esopianeti già scoperti, di piccola taglia e orbitanti attorno a stelle vicine. È la prima “piccola” missione dell’ESA diretta dalla Svizzera, che si occuperà anche dell’analisi dei dati raccolti. 
  • OPS-SAT, nano satellite di un altezza di 30 centimetri concepito dall’università di Graz (Austria). Servirà a testare, in condizioni reali, un computer di bordo dieci volte più potente che quelli in dotazione attualmente alle missioni dell’ESA.
  • ANGELS, un «cubesat» (cubo di 10 cm di lato) francese, che dovrebbe garantire una migliore copertura satellitare per i segnalatori Argos, un sistema di localizzazione per la raccolta di dati ambientali. 
  • EYE-SAT, cubesat triplo (30 cm de lato) francese, costruito da studenti, che osserverà la luce zodiacale (la luce riflessa dalle polveri che permeano il piano del sistema solare) e catturerà delle immagini della Via Lattea. 
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traduzione dal francese, Zeno Zoccatelli

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