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L’influenza aviaria alle porte della Svizzera

Un uccello morto raccolto nel Mare del Nord.
Keystone / Christian Charisius

Timori in Svizzera per l'arrivo dell'aviaria dopo il primo caso rilevato nella regione di Costanza (Germania).

Le autorità sanitarie elvetiche ritengono che la cosiddetta peste aviaria, diagnosticata in un cigno morto sul lago a ridosso della frontiera con la Repubblica federale tedesca, ha elevate possibilità di espandersi anche in Svizzera.

In base alle attuali conoscenze scientifiche non sembra che il sottotipo H5 del virus, altamente patogeno, possa trasmettersi all’uomo ma l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) invita comunque gli allevatori di pollame ad applicare le misure preventive per scongiurare un’epidemia.

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In particolare, viene prescritto di evitare il contatto del pollame domestico con gli uccelli selvatici e a questo scopo la sua detenzione deve avvenire rigorosamente in locali chiusi: in questo senso gli spazi di alimentazione di polli e piccioni non devono essere accessibili ad altri animali. Occorre inoltre usare vestiario e scarpe di lavoro specifico per le zone in cui vengono allevati i volatili.

Naturalmente si raccomanda di non toccare eventuali uccelli malati o morti e di avvertire immediatamente i servizi veterinari e i guardacaccia per le analisi necessarie a individuare eventuali focolai dell’infezione.

A preoccupare le autorità è soprattutto l’aumento sensibile, a partire dalla fine di ottobre, dei casi di aviaria rilevati in uccelli acquatici dell’Europa settentrionale e nelle successive settimane in alcune aziende avicole.

Con l’inizio della stagione fredda gli uccelli hanno iniziato la loro migrazione – e con essa la propagazione dell’influenza – verso le direttrici sudoccidentali e quelli che solitamente svernano nella Confederazione sono già giunti a destinazione dove vi resteranno per i prossimi mesi.

tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 13.1.2021)

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