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Coronavirus, la Swiss sospende tutti i voli verso la Cina

Un Airbus 330-300 della Swiss
Un Airbus 330-300 della compagnia elvetica Swiss controllata dal gruppo Lufthansa sulla pista di Kloten. © Keystone / Christian Merz

La compagnia aerea Swiss, smentendo quanto aveva affermato alcune ore prima, ha deciso mercoledì di sospendere temporaneamente tutti i voli diretti verso e provenienti dalla Cina continentale.


Un provvedimento motivato dalla continua estensione dell’epidemia di coronavirus, che ha ormai superato il numero di contagi registrati nel biennio 2002-2003 a causa della Sars.

Le prenotazioni verso queste destinazioni sono state congelate fino alla fine di febbraio ma l’operatore aeronautico elvetico ha fatto sapere che manterrà i collegamenti con Hong Kong. In totale sono 32 i voli su Pechino e Shanghai che non saranno effettuati fino al 9 febbraio (per i quali erano previsti 4’000 passeggeri). La compagnia del gruppo Lufthansa effettuerà giovedì un ultimo volo per rimpatriare i membri dell’equipaggio che si trovano ancora nel paese asiatico.

La stessa compagnia tedesca, così come altri operatori tra i quali la British Airways, ha fatto sapere di aver annullato immediatamente tutti i voli con la Cina dopo l’individuazione di quattro casi di infezione in Baviera. La United Airlines ha comunicato la sospensione di alcuni voli verso Pechino, Shanghai e Hong Kong tra l’1 e l’8 febbraio mentre Air France, ad eccezione della rotta su Wuhan, mantiene invariato il suo programma di voli.

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Numerosi cittadini svizzeri si trovano attualmente in Cina nella zona sotto quarantena e desiderano di essere rimpatriati, ha fatto sapere il Dipartimento federale degli esteri. I servizi federali sono in stretto contatto con altri paesi per consentire la loro tempestiva evacuazione. Due voli organizzati da Parigi, di cui uno in agenda già per venerdì, dovrebbero riportare 350 cittadini europei, di cui 250 di nazionalità francese. Nei prossimi giorni anche Berlino rimpatrierà una novantina di tedeschi presenti a Wuhan.

Intanto mercoledì si è aggravato il bilancio delle persone colpite dal coronavirus: le autorità sanitarie cinesi hanno indicato 26 nuovi decessi per un totale di 132 morti e 5’974 infettati, mentre sono in corso accertamenti su altri 9’000 pazienti sospettati di aver contratto la malattia. Tutte cifre che superano quelle dell’epidemia della Sars che in Cina aveva contagiato 5’327 persone, uccidendone 349 (su un totale mondiale di 774 vittime).

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