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Emmentaler non può essere un marchio tutelato

formaggio coi buchi su un tagliere di legno
L'Emmentaler è stato per decenni il prodotto faro dell'industria casearia svizzera, ma negli ultimi anni è un po' in difficoltà. © Keystone / Gaetan Bally

Il Tribunale dell'UE ha stabilito che il termine Emmentaler non può essere tutelato come marchio per formaggi nell'Unione Europea. Dopo la vicenda del Gruyère negli Stati Uniti, i caseifici svizzeri devono incassare un altro duro colpo.

In una sentenza pubblicata mercoledì, i giudici della corte che siede in Lussemburgo hanno dato torto all’associazione dei produttori elvetici Emmentaler SwitzerlandCollegamento esterno.

L’organizzazione chiedeva che solo il prodotto svizzero potesse fregiarsi del nome in questione, che deriva dalla Emmental, la valle del fiume Emme nel Canton Berna.

Gli altri avrebbero dovuto aggiungere la denominazione della regione di provenienza, ad esempio Allgäuer Emmentaler, dal nome dell’area di produzione nel sud della Germania.

L’associazione elvetica aveva ottenuto, presso l’ufficio internazionale dell’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale, la registrazione della denominazione Emmentaler. Dopo aver ricevuto la relativa notifica, l’Ufficio dell’UE per la proprietà intellettuale (EUIPO) ha però respinto la richiesta di registrazione. Da qui il ricorso di Emmentaler Switzerland presso la corte europea.

I giudici del tribunale hanno però risposto negativamente, sostenendo che Emmentaler “non gode di una tutela in quanto marchio collettivo”. A loro avviso si tratta infatti di un termine che descrive – nella concezione del pubblico tedesco di riferimento – un tipo di formaggio e non l’origine geografica.

La sentenza può ancora essere impugnata presso la Corte di giustizia europea.

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Un formaggio in difficoltà

Il famoso formaggio coi buchi (il groviera invece non ne ha, come vi spieghiamo qui) è stato per decenni uno dei prodotti faro dell’industria casearia svizzera. Negli ultimi anni, però, la quantità prodotta è diminuita, passando da quasi 18’500 tonnellate nel 2017 a 16’500 nel 2021. E soprattutto l’esportazione è calata drasticamente, basti pensare che appena 10 anni fa se ne vendevano all’estero oltre 25’000 tonnellate, mentre nel 2021 erano meno della metà (10’700 tonnellate). L’Emmentaler si è inoltre visto superare dal Gruyère in termini di esportazione.

A spiegare in parte queste difficoltà è proprio la concorrenza straniera. Di formaggi coi buchi simili a quello proveniente originariamente dalla valle dove scorre la Emme se ne ritrovano in diversi parti d’Europa e degli Stati Uniti. E come detto possono a volte apporre il marchio Emmentaler sulle loro forme.

La vicenda Gruyère

La sentenza del tribunale dell’UE è un’ulteriore doccia fredda per i produttori di formaggio svizzeri. Appena un paio di mesi fa, infatti, una corte d’appello della Virginia, negli Stati Uniti, ha dato ragione all’US Dairy Export Council, l’organo che rappresenta l’industria casearia oltreoceano, in una vertenza che la vedeva contrapposta alle organizzazioni che difendono gli interessi di chi produce formaggio Gruyère in Svizzera e in Francia.

La corte ha stabilito che i produttori statunitensi hanno il diritto di apporre il marchio Gruyère sui loro formaggi, pur non rispettando completamente il disciplinare di produzione di questa Denominazione di origine protetta. La decisione non dovrebbe avere ripercussioni economiche importanti, poiché il mercato statunitense rappresenta una piccola quota per il Gruyère Made in Switzerland. Si tratta piuttosto di una questione di reputazione e di know-how.

Contrariamente all’Emmentaler, il Gruyère può inoltre contare almeno su una protezione a livello dell’Unione Europea. Una tutela che è comunque assai relativa: nulla impedisce, ad esempio, a un Paese come la Danimarca di produrre e vendere formaggio sul mercato europeo senza dargli un nome e di chiamarlo poi Gruyère quando lo smercia negli Stati Uniti.

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